Luk3 e il Trionfo di "Diciotto": migliaia di fan accolti dal "Calore di Casa"
Al Centro Sicilia è stata una vera e propria celebrazione della musica e del legame profondo che Luk3 è riuscito a costruire con i suoi ascoltatori
Migliaia di fan hanno letteralmente invaso il Centro Sicilia fin dalle prime luci dell'alba per accogliere Luk3, il giovane talento reduce dal successo di Amici e ora in tour con il suo attesissimo EP "Diciotto". L'atmosfera che si respirava era a dir poco elettrizzante, con un'energia e un calore del pubblico che hanno reso l'instore un vero e proprio trionfo. Già diverse ore prima dell'apertura, lunghe code si snodavano all'esterno del centro commerciale, testimoniando l'affetto e la dedizione dei fan, molti dei quali giunti da ogni angolo della Sicilia. Il desiderio di incontrare Luk3, ottenere un autografo e scambiare qualche parola con il loro beniamino era palpabile, creando un'onda di entusiasmo collettivo. L'arrivo di Luk3 è stato accolto da un boato di applausi e cori, con il pubblico che ha dimostrato un affetto travolgente. Ogni sorriso, ogni sguardo, ogni parola del giovane artista è stata ripagata da un'ondata di calore che ha riempito l'intero spazio dell'evento. È stata una vera e propria celebrazione della musica e del legame profondo che Luk3 è riuscito a costruire con i suoi ascoltatori.
«Torno per la terza volta in Sicilia – dice Luk3 - ogni visita è come un abbraccio familiare. C'è un calore che sa di casa, che mi riporta esattamente da dove vengo. Mi sento subito a mio agio, completamente a casa. E poi c'è la gente: la loro energia positiva è contagiosa, rende ogni ritorno un'esperienza meravigliosa».
Da Marcianise al successo nazionale, quanto è stato difficile emergere da una piccola realtà?
«Sento di aver realizzato solo una frazione, forse il 5%, delle mie ambizioni. Ogni piccola soddisfazione è stata una vera e propria battaglia. Far emergere il proprio talento da una realtà provinciale è incredibilmente difficile. Oggi, per fortuna, i social hanno rappresentato una svolta, abbattendo ogni barriera. È stato grazie a dei video di chitarra, girati nella mia cameretta e pubblicati su TikTok, che ho iniziato a vedere delle porte aprirsi. Da lì, i casting per Amici hanno trasformato quella che era una 'piccola realtà' in un'esperienza enorme. Postare quei video in cui suonavo e cantavo su TikTok è stato fondamentale per farmi conoscere non solo da chi mi segue online, ma anche da tutte le persone che oggi vengono ai miei instore. È uno strumento essenziale, e molti artisti lo usano ormai».
Prime due date dell’instore tour per “Diciotto” che hanno fatto registrare il “sold out”. Un pubblico delle grandi occasioni in fila per abbracciarti e condividere la tua musica. Te lo aspettavi?
«All'inizio, confesso, avevo una paura tremenda che non si presentasse nessuno alle prime date. Non sapevo davvero cosa aspettarmi. Invece, sta andando tutto benissimo, fatico ancora a realizzare. Credo che dovrò prendermi un po' di tempo per assimilare questo sogno ad occhi aperti».
Fin da bambino hai scelto di 'vivere' con la musica. Quando è nata esattamente questa tua grande passione?
«La musica ha sempre fatto parte di me, fin da quando ero bambino, in un modo che non so spiegare. I miei genitori non suonano né cantano, eppure ero io a chiedere strumenti musicali per i compleanni. Non so davvero perché, ma era una necessità. La vera scintilla, però, si è accesa quando ho iniziato a scrivere testi. La passione c'è sempre stata – suono la chitarra da quando avevo sei anni – ma è stato a 13 anni, iniziando a scrivere, che la musica è diventata qualcosa di più profondo. Voglio che la musica non diventi mai un lavoro, ma rimanga sempre la passione che ho scoperto a quell'età. Deve essere una valvola di sfogo, proprio come dovrebbe essere per tutti. Il mio augurio è che per me sia sempre così».
Fino ad “approdare” ad Amici, come mai questa scelta di far parte del talent di Maria De Filippi?
«Sono sempre stato un grandissimo fan di “Amici” e ho sempre sognato di farne parte, ma la mia età era un ostacolo. Ero troppo piccolo. Questo è stato il primo anno in cui i requisiti anagrafici combaciavano alla perfezione: bisognava compiere 18 anni entro l'inizio del serale, e io li ho fatti il 3 marzo, con il serale che partiva a metà mese. È stata una questione di precisione. Ho avuto l'età giusta per provare, e per fortuna è andata bene. “Amici” mi ha lasciato solo cose positive. Nonostante le difficoltà che tutti hanno visto, porto a casa un'esperienza incredibile e, al di là della visibilità televisiva, qualcosa di profondamente vero. Ho imparato tantissimo, si studia incessantemente. L'esperienza ad “Amici” è davvero un'accelerazione di crescita: ti fa maturare tre anni in uno solo».
Dopo “Amici” è arrivato “Diciotto”, uscito il 30 maggio ma che già conta milioni di streaming e copie fisiche, come nasce questo progetto musicale?
«Questo EP rappresenta la chiusura di un capitolo significativo, racchiudendo il mio percorso prima, durante e dopo Amici. L'idea per il titolo è nata a mezzanotte del mio diciottesimo compleanno, mentre ero da solo nella mia stanza. Non avendo ancora compiuto diciotto anni e un giorno, ero 'costretto' a rimanere lì, non potendo uscire. Ho aspettato la mezzanotte in solitudine, e proprio in quel momento ho avuto l'intuizione che mi ha spinto a chiamare l'EP 'Diciotto'. Ho pensato fosse la cosa più autentica e giusta per rappresentare al meglio ciò che stavo vivendo. Scrivo sempre di ciò che vivo, e in questo momento, i miei diciotto anni sono la mia realtà: questo EP è un pezzetto di me che regalo al pubblico. 'Canzoncine' è il pezzo più rappresentativo del mio presente: parla dei miei diciotto anni e racconta tutto ciò che ho vissuto all'interno di Amici, dalle gioie alla crescita personale. Poi c'è 'Parigi in Motorino', una vera boccata d'aria fresca. L'ho scritta con la massima spensieratezza, senza pensare a nulla. Era un'estate piovosa e questo ritornello continuava a frullarmi in testa. 'Valentine', nata ad agosto, è il racconto spensierato di una sera, di come si possa trovare tanto in una persona anche dopo una sola notte. Il lato più profondo emerge con 'Piangi', un invito a mostrare le proprie fragilità. Sono emozioni che non vanno trattenute, ma liberate, perché il pianto è un atto universale, uguale per tutti, a qualunque età. 'Roma lo sa' è invece un racconto più romantico di una storia d'amore, una convivenza in cui la città diventa un'entità che vede e comprende tutto, anche ciò che noi a volte ci neghiamo. Roma è testimone e sa. Infine, 'Bianca – Prada' è arrivata dopo l'uscita da Amici, dopo un periodo un po' caotico, con la testa piena di idee. Avevo bisogno di una giornata in studio e di spensieratezza. Ho voluto raccontare proprio quell'esperienza, catturando la fotografia di un momento in cui sentivo il bisogno di liberarmi».
Quando capisci che è il momento “giusto” per scrivere i testi delle tue canzoni?
«Il momento giusto per scrivere arriva da sé. A volte, mentre sono a cena con i miei genitori, una frase mi balza in mente e io corro subito in cameretta, lascio tutto e mi metto a scrivere. È un processo del tutto naturale, la musica la vivo così: come un istinto puro. La determinazione è stata fondamentale nel mio percorso. Ci sono tanti cantanti più bravi di me, ma la vera differenza la fa la verità nel racconto, il riuscire a portare qualcosa che sia realmente tuo. La determinazione non mi è mai mancata, ed è cruciale per distinguersi, specialmente perché in tanti ci provano. Alla fine, lo studio e la determinazione ripagano sempre».

