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“Marianna De Leyva” di Antonella Sturiale al Teatro del Canovaccio di Catania

La regia è di Enrico Pappalardo con Barbara Cracchiolo

Grazia Calanna

11 Giugno 2025, 22:00

“Marianna De Leyva” di Antonella Sturiale al Teatro del Canovaccio di Catania

“Marianna De Leyva” di Antonella Sturiale per la regia di Enrico Pappalardo, con Barbara Cracchiolo (scene e costumi di Chiara Romeo), è il titolo dello spettacolo che sarà rappresentato al Teatro del Canovaccio di Catania (in Via Gulli, 12) sabato 14 e domenica 15 giugno (ore 21). «Ho sempre amato “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni – dichiara l’autrice Antonella Sturiale (nella foto) - ed ho mostrato parecchio interesse e fatto delle ricerche attente e dettagliate sui vari personaggi descritti nel romanzo. In particolare, sono stata rapita dalle amare vicissitudini di Marianna de Leyva, divenuta Suor Virginia Maria, ma meglio nota come la Monaca di Monza – La Signora.

Ordinata adolescente e costretta, fin da piccola, a giocare con bambole vestite da suora, scure e tetre, obbligata a subire le scelte di un padre autoritario ed insensibile, la giovane subisce sulla propria pelle, tutta la spietatezza e la violenza del tempo in cui è vissuta. Il dolore causato da queste costrizioni la portano alla trasgressione, alla ribellione esasperata e sfociata in una dissolutezza carnale profonda, vissuta come ripicca e senso insensato di libertà. Il mio testo enfatizza e comprende profondamente il lato umano e spirituale del personaggio, da donna a donna, entrando in intima empatia con la sua enorme sofferenza, pur non condividendo la dissolutezza con cui ella esorcizza l'ingiustizia subita. Da sempre, attraverso i miei scritti, racconto della violenza che, da tempi immemorabili, è costretta a subire la donna in un mondo che è sempre stato tendenzialmente maschilista. È il mio personale modo di contrastarlo».

Aggiunge il regista, Enrico Pappalardo: «L’atmosfera sarà onirica, sospesa tra il reale e il surreale. La scena evocherà un senso di mistero, meraviglia e inquietudine, attraverso luci soffuse e suoni immersivi. I toni saranno poetici e simbolici, invitando lo spettatore a entrare in un mondo interiore denso di suggestioni. La scenografia è minimale ma evocativa, con elementi di design che rappresentano diversi stati d’animo e dimensioni temporali. L’illuminazione sarà variabile e dinamica. I suoni saranno immersivi, con una colonna sonora che combina musica classica, elettronica e ambient, arricchita da effetti sonori per accentuare momenti di sospensione e rivelazione. L’attrice vivrà un ruolo altamente simbolico e stilizzato. L’approccio registico è poetico e sperimentale. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza teatrale che stimoli l’immaginazione, l’introspezione e la riflessione, lasciando allo spettatore la libertà di interpretare e di perdersi nelle immagini e nelle sensazioni evocate dalla figura di Marianna de Leyva, simbolo di memoria, trasgressione, trasformazione e spiritualità».