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Al Green Valley Pop Fest arriva Le-One: «I siciliani mi danno sempre un a carica fortissima»

Domenica 27 luglio, i riflettori del main stage si accenderanno per uno degli artisti più attesi di questa edizione

Simone Russo

22 Luglio 2025, 16:47

le-one

L'attesa è quasi finita, l'aria a Trapani vibra già di un'energia elettrizzante: Le-One sta per sbarcare al Green Valley Pop Fest! Domenica 27 luglio, i riflettori del main stage si accenderanno per uno degli artisti più attesi di questa edizione, promettendo uno spettacolo indimenticabile che farà ballare e cantare a squarciagola migliaia di fan. Anche lui salirà sul palco dell’evento musicale più prestigioso per la Sicilia, ben dieci ore di musica live.

Le-One qual è il tuo rapporto con la Sicilia e cosa succederà sul palco del Green Valley?

«La Sicilia per me è casa, e non lo dico tanto per dire. Ogni volta che vengo qui, i siciliani riescono sempre a farmi sentire il calore vero di casa: hanno un’energia unica, quella voglia di stare insieme, di fare festa, di vivere la musica. Ho anche tanti amici in Sicilia a cui voglio davvero bene, e ogni volta che torno è come ritrovare una seconda famiglia. Sul palco del Green Valley Pop Fest non si sa mai cosa può succedere — mi considero una bomba ad orologeria, quindi preparatevi a tutto! Il pubblico siciliano ci ha sempre dato tanto, in termini di affetto, carica e partecipazione. Sono sicuro che sarà un’esperienza bellissima e carica di emozioni».

E’ appena uscito il tuo brano "Yamal" dal sapore "potente e diretto, dal ritmo serrato e dall’atmosfera urbana". Cosa ti ha ispirato a creare un sound così incisivo per questo singolo?

«In questo periodo sto ascoltando moltissima musica funk, e questo ha influenzato parecchio le mie scelte musicali. Ho scritto la canzone una sera mentre ero con alcuni amici, senza neanche pensare di andare in studio. È nata in un momento di leggerezza, e riflette proprio quella sensazione di spensieratezza e divertimento».

Il brano tocca temi come l'ambizione, la vita al limite e la consapevolezza di non potersi permettere errori. Quanto c'è della tua esperienza personale in queste liriche?

«Non mi sono mai rispecchiato così tanto in un brano come questa volta: rappresenta al 100% tutto ciò che penso, che ho vissuto e che continuo ancora a vivere. C’è anche quella voglia di rivalsa, di rispondere con frasi come “Chi-Chi-Chiste stanno parlanno, m’’e dribblo come Neymar”, come dico in una strofa della canzone».

Hai scelto Lamine Yamal come simbolo nel brano. Cosa ti lega in particolare alla sua figura e cosa rappresenta per te la sua determinazione e voglia di riscatto?

«Yamal per me rappresenta il talento puro, quello che emerge in modo naturale e travolgente, senza bisogno di troppe spiegazioni. È anche un personaggio fuori dagli schemi, con un modo di essere che sfida le aspettative e rompe le regole convenzionali — ed è proprio in questo che un po’ mi ci rivedo».

"Yamal" segue il successo del tuo EP. Cosa ti aspetti da questo singolo in termini di ricezione dal pubblico e cosa vuoi che le persone traggano dall'ascolto?

«Questo singolo vuole trasmettere leggerezza, divertimento e quella sensazione di carica che ti fa sentire al centro del mondo. Me lo immagino nelle cuffie di un ragazzino che lo ascolta e si lascia trasportare dall’energia, sentendosi più sicuro, più forte e magari anche un po’ montandosi la testa, ma in senso positivo».

Dopo un brano come "Addo Staje " che ti ha portato al Disco di Platino, e ora con l'EP e questo nuovo singolo, come senti di essere cresciuto artisticamente in questi anni? Ci sono state sfide o momenti chiave che ti hanno forgiato?

«La crescita artistica, a volte, avviene in modo così naturale che quasi non te ne accorgi. Sei tu stesso a sentirti sempre uguale, ma è chi ti ascolta a percepire se sei maturato, se hai fatto dei passi avanti. Personalmente, credo di essere rimasto lo stesso di sempre. Quando ho fatto “Addo staje” ero ancora agli inizi, lo facevo per gioco, per sfogarmi, per me. Oggi invece la musica è diventata un lavoro vero, qualcosa che richiede più consapevolezza e responsabilità. E questo inevitabilmente cambia anche il modo in cui ti approcci, ma senza perdere quella parte autentica che c’era all’inizio. Sicuramente ci sono stati momenti chiave che mi hanno formato, situazioni in cui ho sentito di avere le cose un po’ “contro”. Le difficoltà non le vedo solo come qualcosa di negativo, ma come occasioni per crescere. Il fatto che oggi stiamo parlando di questo brano, che sta ricevendo un bel riscontro da parte del pubblico, è già un segnale positivo, una conferma che qualcosa sta funzionando. Tendo sempre a cercare il lato buono anche nelle situazioni difficili — è un modo che ho per trasformare il male in qualcosa che mi fa bene».

Quanto sono importanti per te le collaborazioni nel processo creativo?

«Collaborare con altre persone è importantissimo, perché ti permette di confrontarti con idee diverse e di aprirti a nuove visioni, il che spesso arricchisce il risultato finale. Però, quando si parla di featuring, per me deve esserci un vero legame, qualcosa di autentico. O lo si fa con il cuore, con un artista che ti stima, ti rispetta e scrive qualcosa pensando davvero a te, oppure preferisco non forzare le cose. In generale, sono abbastanza indipendente nel mio modo di lavorare, e finora i brani che hanno avuto più successo