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Addio a Chuck Mangione, la leggenda del jazz fusion dal sangue siciliano

Aveva 84 anni, il suo "Feels So Good", è un classico del genere e ancor oggi uno dei brani più riconoscibili

Paolo Martini

24 Luglio 2025, 21:55

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Il mondo della musica piange Chuck Mangione, leggendario trombettista, flicornista e compositore statunitense, protagonista del jazz fusion, morto nel sonno all’età di 84 anni nella sua casa di Rochester, nello stato di New York. La notizia è stata confermata da un portavoce della famiglia.

Mangione, all’anagrafe Charles Frank Mangione, era nato il 29 novembre 1940 a Rochester da genitori di origine siciliana: la madre proveniva da Serradifalco nel Nisseno, il padre da Naro nel'ìAgrigentino. Aveva conquistato il successo internazionale nel 1977 con il brano "Feels So Good", divenuto un classico del smooth jazz e ancora oggi uno dei brani più riconoscibili del genere. Il singolo raggiunse il quarto posto nella classifica Billboard Hot 100 e il primo nella classifica 'adult contemporary'.

Il musicista vinse due Grammy Awards e pubblicò oltre 30 album nel corso di una lunga carriera che lo vide tra i pionieri della fusion insieme ad artisti come George Benson e Grover Washington Jr. Tra le sue opere più note anche "Give It All You Got", composta per i Giochi olimpici invernali di Lake Placid del 1980, eseguita durante la cerimonia di chiusura.

Oltre alla musica, Mangione si fece conoscere anche dal pubblico televisivo grazie al suo ruolo ricorrente nella serie animata americana "King of the Hill", dove interpretava una versione di sé stesso come testimonial del fittizio supermercato Mega Lo Mart, con il tormentone "shopping feels so good".
Profondamente legato alle sue radici italiane, nel 1988 fece visita ai parenti in Sicilia durante una tournée, partecipando a una festa organizzata in suo onore a Serradifalco.

Mangione era noto per il suo stile musicale lirico, caldo e accessibile, con fraseggi al flicorno eleganti e melodici che gli valsero l’ammirazione di maestri del jazz come Miles Davis e Dizzy Gillespie. Dopo essersi diplomato all’Eastman School of Music, aveva iniziato la carriera con Art Blakey e i suoi Jazz Messengers, per poi fondare un proprio gruppo e dirigere l’ensemble jazz della stessa Eastman. Nel 2009 donò il suo celebre cappello in feltro marrone, partiture e materiali d’archivio allo Smithsonian Institution, a testimonianza della sua eredità musicale.