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“Sicilia, Alma de mi tierra”, a Trecastagni la meraviglia del flamenco

Domani sera, 30 luglio, alle ore 21, in Piazza “Aldo Moro” la “Compagnia De Baile El Duende del Mediterraneo”

Grazia Calanna

29 Luglio 2025, 20:24

flamenco fto ok salvo patanè

“Sicilia, Alma de mi tierra” è il titolo dell’originale e coinvolgente spettacolo di flamenco ideato e diretto da Cetty Pandolfo che, domani sera, sarà accolto, alle ore 21, in Piazza “Aldo Moro”, a Trecastagni (ingresso libero). Protagoniste le danzatrici della “Compagnia De Baile El Duende del Mediterraneo” formata da: Cetty Pandolfo, Ketty Coco, Gaia Simoni, Nicoletta Lizzio Sofia, Norma Santisi, Adele Militello, Simona Santonastasio e Daniela Russo (nella foto di Salvo Patanè).

«Sicilia, Alma de mi tierra è un viaggio danzato e musicale che invita il pubblico ad osservare il Mediterraneo da una prospettiva nuova, più intima e profonda. Non come confine, non come trincea che separa i popoli, ma come grembo che accoglie, spazio fluido che connette, che nutre, che mette in dialogo. Ispirato dalle parole dello storico Fernand Braudel, lo spettacolo si fa eco di un pensiero che vede il Mediterraneo non come un'entità unica, ma come “mille cose insieme”: mari che si inseguono, paesaggi che si sovrappongono, civiltà che si intrecciano. Al centro di questo mare, la Sicilia: Isola-nodo, isola-crocevia, isola-perla. Ed è proprio lei a raccontarsi non con la voce, ma con il corpo del flamenco, con la sua forza ancestrale, le sue radici moresche, gitane, popolari. Sicilia e Andalusia si specchiano l’una nell’altra, sorelle nel ritmo e nella passione”, dichiara Cetty Pandolfo.

Lo spettacolo, molto vario e ricco nei colori e nei costumi, da un’ouverture ispirata al ‘Mare nostrum’ che proietta il pubblico in un paesaggio sonoro evocativo, attraverserà le radici della “Tierra madre” e il sangue che pulsa sotto la pelle, con, a partire da quello a Rosa Balistreri, numerosi omaggi alle donne del Sud che cantano dolore e forza, amore e resistenza.

«Spettacolo a tratti esplosivo e vitale, a tratti intenso, poetico e simbolico dove il duende del flamenco emerge e si fa preghiera, rito, abbraccio collettivo come auspicio di una rinascita dell’Alma de mi tierra. “Sicilia, Alma de mi tierra” non è solo uno spettacolo, ma un atto poetico e politico: celebrare la bellezza dell’incontro, del meticciato culturale, della contaminazione; in un’epoca che costruisce muri, El duende del Mediterraneo danza ponti»”, conclude la Pandolfo.