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Leo Gassmann, tra musica e felicità: «Questo mestiere mi ha dato tutto»

Simone Russo

21 Agosto 2025, 22:21

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Dalle strade di Roma ai palchi assolatissimi della Sicilia, Leo Gassmann si conferma un artista a tutto tondo, non solo per la sua musica, ma anche per il profondo legame che ha saputo creare con l'isola. Un tour estivo che lo ha visto protagonista in varie tappe siciliane tra cui a Letojanni, sul palco del "Live Show TV - Comer Sud" prodotto da Davide Di Martino.

«Ho un rapporto bellissimo con la Sicilia – spiega Gassmann - una Terra meravigliosa che considero una delle regioni più belle del mondo. La gente qui è sempre super generosa, disponibile e con un'anima accogliente. È come se il tempo si fosse fermato, ci sono un sacco di belle persone pronte a donarti un sorriso. In più, si mangia benissimo. Il mio legame con l'isola è profondo. Ho girato la Sicilia fin da quando ero ragazzino, sia per lavoro che per piacere. Ho tanti amici nati qui, a Palermo, a Catania e anche a Letojanni, dove ho un posto speciale nel cuore grazie all'amicizia con Emanuele, una persona stupenda che organizza sempre concerti. Ricordo con affetto il tour in van che ho fatto con un mio amico cantautore calabrese, Francesco Morrone, suonando per le strade siciliane. Di recente, ho avuto anche la possibilità di girare una serie televisiva a Palermo».

Fin da bambino sei cresciuto tra chitarre, solfeggio e canto. Quando hai capito che la musica avrebbe fatto parte della tua vita?

«Non c'è stato un momento preciso in cui ho capito che la musica sarebbe diventata la mia vita. Ho semplicemente continuato a farla da quando ero bambino, da quando mia nonna mi regalò la mia prima chitarra a 9 anni. Tutto è avvenuto in modo molto naturale, con un pizzico di fortuna. Spesso mi sono buttato in situazioni che sembravano più grandi di me, come a X Factor, ma ho sempre trovato la luce nel buio e sono riuscito a gestirle. La musica è una grandissima avventura che mi permette ancora oggi di scoprire cose nuove. È un mestiere bellissimo, se lo fai con dignità e rispetto, senza la pretesa di arrivare in alto. La musica unisce, ti fa viaggiare e ti permette di conoscere tante persone e realtà che altrimenti non incontreresti. Ti aiuta ad ampliare i tuoi orizzonti e a comprendere i sogni e le necessità degli altri. Nonostante i sacrifici e i tour stancanti, questa fatica si trasforma in un gioco. La musica mi ha dato la felicità e mi fa stare bene, permettendomi di scoprire nuovi posti e colori. E per questo continuerò a farla».

Nei tuoi live più “intimi” porti il tuo brano “Caro Lucio”, come è nata la voglia di omaggiare Lucio Dalla?

«Il brano è nato proprio all'inizio della pandemia. Avevo appena vinto Sanremo Giovani e, per la prima volta nella mia vita, sentivo che le cose nella musica stavano andando bene. Quel 'click' è stato un momento incredibile, una dimostrazione che la vita mi stava indicando la giusta strada. È stato bellissimo, ma proprio quando tutto sembrava perfetto, il mondo si è fermato. Mi sono sentito spaventato. Ero sul divano di casa mia a Roma, e il telegiornale annunciava il lockdown. In quel momento, ho pensato che nessuno avesse mai risposto alla famosa lettera di Lucio Dalla. Mi sono reso conto che le sue parole, pur parlando di altro, risuonavano stranamente con ciò che stavamo vivendo. Ho sentito il bisogno di rispondergli, ed è così che è nata la canzone. È stata scritta in pochissimo tempo, circa mezz'ora, ed è venuta fuori in modo spontaneo, come tutti i brani di cui vado più fiero. La musica, per me, è una necessità: a volte ti permette di fotografare un momento preciso della tua vita, creando qualcosa che ti rimane per sempre».

Sul palco racconti anche il “peso” della libertà, come sta il pianeta che ci ospita?

«È evidente che il nostro pianeta sta male, sia per l'ambiente che per le ingiustizie e le guerre. Nonostante la paura che questo periodo storico così complicato possa suscitare, cerco di rimanere positivo. Ritengo sia nostro dovere combattere e alzare la voce per far cessare le ingiustizie, come le guerre in Ucraina e a Gaza che stanno causando la morte di troppe persone innocenti. Allo stesso tempo, mi rendo conto che viviamo in un'epoca in cui gran parte del mondo è in pace, una cosa che nella storia raramente è successa per così tanto tempo. L'unica cosa che mi sforzo di ricordare è che, per quanto la situazione sia drammatica, ci sono stati momenti peggiori. Dobbiamo sempre schierarci dalla parte dei più deboli e cercare di fermare le guerre che arricchiscono pochi, rovinando la vita di tantissimi. Ogni persona merita di vivere in un luogo libero, lontano dalla guerra e dalla rabbia di pochi».

La tua ricchezza, oltre al talento, è il pubblico che ti segue. Non è una “semplice” fanbase, è una vera e propria “famiglia” al tuo fianco. Come ci sei riuscito a creare questa forza?

«Dopo tanti anni passati a suonare, mi fermo sempre a parlare con il pubblico prima e dopo i concerti. Vedo intere famiglie che mi vengono ad ascoltare e ho conosciuto bambini che ora sono adolescenti e inseguono i loro sogni all'università. Mi piace tantissimo ascoltare le loro storie. C'è una ragazza, ad esempio, che sta scrivendo la tesi su un progetto che ha realizzato e che mi supporta tantissimo sui social, "infoleogassmann". Ma ce ne sono tante altre che si fanno ore di viaggio per essere presenti a ogni data. È bellissimo vedere come queste persone, pur venendo da diverse parti d'Italia, si assomigliano, fanno amicizia e percorrono un pezzo di strada insieme. Ci sono persone che affrontano problemi privati e l'unico motivo che hanno per uscire di casa è venire ai concerti. Si danno forza a vicenda e, in cambio, ne danno tantissima anche a me».

Guardando all’orizzonte, sul piano artistico cosa vedi?

«Ho tantissima nuova musica in arrivo. Ci sono due dischi pronti, che sto finendo di produrre in studio, e saranno completamente diversi tra loro. Uno è molto pop, mentre l'altro sarà un progetto country folk. Quest'ultimo, nel mio piccolo, aspira a essere un disco rivoluzionario, con canzoni 'di cuore e di petto' che mi fanno vibrare l'anima. Non sono brani radiofonici, ma sono nati in modo spontaneo, magari da solo o in viaggio con gli amici. Sarà il mio disco preferito in assoluto, un progetto che parla al 100% di me e che spero possa arrivare dritto al cuore delle persone, trasportandole in un mondo migliore».