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la nuova linea: ascoltare la città

“Il Teatro Pirandello aveva fame di novità. E Agrigento lo sta dimostrando”

La direttrice artistica Roberta Torre traccia il primo bilancio di stagione e racconta la visione che sta trasformando il tempio culturale della città

Dario Broccio

09 Dicembre 2025, 20:40

 “Il Teatro Pirandello aveva fame di novità. E Agrigento lo sta dimostrando”

Roberta Torre

Un esordio di stagione tanto impetuoso era difficile da immaginare persino per i più fiduciosi. Il Teatro Pirandello, guidato dalla direzione artistica di Roberta Torre, ha inaugurato il nuovo cartellone con due titoli agli antipodi, entrambi accolti da una platea coinvolta, attenta e calorosa. Un segnale inequivocabile: Agrigento ha fame di teatro. E di un teatro capace di rinnovarsi.

Torre, con l’entusiasmo di chi vede attecchire un seme appena piantato, conferma: “È presto per fare un bilancio, abbiamo avuto solo due spettacoli, ma sono davvero molto felice. L’accoglienza al primo titolo, Prima Facie, è stata straordinaria, per nulla scontata. È un’opera che ha girato il mondo e affronta un tema caldissimo, quello del consenso a prima vista: il pubblico agrigentino l’ha colta nei minimi dettagli”.

Dopo un debutto denso e ad alto impatto emotivo, è arrivato il contrappunto brillante de Il Vedovo, rilettura teatrale del classico di Alberto Sordi. “Uno spettacolo completamente diverso, anni Cinquanta, grande commedia – racconta Torre – e anche qui il pubblico ha reagito con entusiasmo. Le risate, la leggerezza, la partecipazione… Tutto questo ci dice molto sul modo in cui Agrigento vive il teatro”.

Tra le novità più apprezzate spicca l’introduzione del talk a fine recita. “È stata un’idea vincente”, spiega la direttrice. “Il pubblico ama poter parlare con gli attori a caldo, ascoltare le loro impressioni, entrare nelle storie. È un modo per abbattere il confine tra platea e palcoscenico.”

Sin dal suo insediamento, Torre ha tracciato una rotta limpida: ascoltare la città. “Non ho imposto un’impronta personale. Ho percepito desideri e necessità: Agrigento aveva voglia di qualcosa di inedito, di nuovo, di particolare. Voleva affetto, cura, attenzione. Questo teatro deve essere un germe che cresce, non un progetto che comincia e finisce”.

Una visione che si traduce in un programma flessibile e contemporaneo: “Mescolare linguaggi, proposte culturali, codici diversi: dalla commedia al pop, dal classico al musicale. Il Pirandello deve parlare più lingue, per parlare a più persone”.

Cuore pulsante delle iniziative è il Fringe Pirandello, progetto che sta suscitando interesse a livello nazionale. “Ho voluto legarlo al nome di Pirandello e insieme riportare alla luce luoghi della città poco frequentati. Saranno piccole piazze teatrali, animate da giovani e meno giovani che seguiranno corsi di drammaturgia con Ottavio Cappellani”.

Il festival nasce da una rete di collaborazioni significative: “Università, Teatro Stabile di Catania, il quotidiano La Sicilia che pubblicherà i racconti nati dalle lezioni, incontri con grandi professionisti italiani di costumi, scenografia, luci, recitazione… È un modo per collegare Agrigento e la Sicilia al mondo, come merita”.

Il percorso è soltanto all’inizio, ma il segnale è chiaro: la città si sta riappropriando del suo palcoscenico con un’energia che sorprende anche gli addetti ai lavori. Il dialogo con la direttrice artistica proseguirà nei prossimi mesi, per aggiornare il pubblico sulla stagione e sulle novità in arrivo, “perché – conclude Torre – questo è solo l’inizio”.