tradizione e innovazione
Il presepe vivente più famoso della Sicilia aperto per 8 giorni, ma visitabile tutto l'anno in modalità virtuale
La Regione ha annunciato che a Custonaci i visitatori potranno utilizzare visori 3D e dispositivi multimediali per immergersi nella rievocazione storica
Il Presepe vivente di Custonaci, in provincia di Trapani, sarà fruibile in modalità virtuale tutto l’anno. Grazie a una convenzione siglata tra l’associazione culturale “Museo Vivente” e il Parco archeologico di Segesta, i visitatori potranno utilizzare visori 3D e dispositivi multimediali per immergersi nella rievocazione storica anche oltre il periodo natalizio, tra scene di quotidianità ottocentesca: artigiani al lavoro, massaie impegnate nelle faccende domestiche e nella tessitura, pastori e locandieri.
Chi desidera vivere l’esperienza dal vivo, tra grotte e casette del percorso animate dai figuranti, potrà farlo dal 25 al 28 dicembre 2025 e dal 3 al 6 gennaio 2026, nella suggestiva Grotta Mangiapane. Oltre ai quadri di vita rurale e agli antichi mestieri, sono previste degustazioni, per un’esperienza natalizia unica in Sicilia. L’edizione, promossa dal Comune, si presenta come un percorso immersivo con ambienti e tradizioni riprodotti fedelmente e adotta lo slogan: “Custonaci: il Presepe di Sicilia”.
«Grazie ad un finanziamento concesso con fondi Fesr 2017-2021 – dice l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato – oltre che alla collaborazione fra enti pubblici e privati del terzo settore abbiamo ampliato l’offerta culturale del territorio, con la conseguente ricaduta in termini economici per il Parco, derivante dal biglietto di visita che si aggirerà fra 3 e 5 euro».

Riconosciuto come patrimonio immateriale siciliano, il presepe valorizza le antiche abitazioni in pietra all’interno e nei pressi dell’imbocco della grotta, conservate in modo eccellente. «Oltre al valore etnoantropologico del sito che permette di svelare gli antichi mestieri tradizionali utilizzando strumenti originali dell’epoca – afferma il direttore del Parco archeologico di Segesta Luigi Biondo – bisogna porre l’attenzione sull’interesse archeologico del sistema di grotte che conservano preziosi graffiti incisi sulle volte e sulle pareti».