16 dicembre 2025 - Aggiornato alle 00:25
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L'intervista

Valeria Solarino in tournée in Sicilia. "La mia Isola bellissima e dimenticata. Poche infrastrutture e viaggi al Nord per potersi curare"

L'attrice di origine modicana in scena con "Perfetti sconosciuti", dal film campione d'Incassi. "Per la prima volta recito a Modica, la mia città"

Ombretta Grasso

15 Dicembre 2025, 17:52

17:54

Valeria Solarino in tournée in Sicilia. "La mia Isola bellissima e dimenticata. Poche infrastrutture e viaggi al Nord per potersi curare"

Enormi occhi scuri appena allungati in cui è facile smarrirsi, zigomi che sfiorano il cielo, sguardo felino e profondissimo, sorriso radioso, Valeria Solarino ha attraversato cinema, tv e teatro con il suo talento e la sua bellezza sensuale e magnetica. Come non innamorarsi di lei - cubista per necessità,  vincitrice di una borsa di studio negli Usa - mentre balla  o raccoglie ciliegie sulle spalle di Fabio Volo ne "La febbre"? Genitori di origine modicana, cresciuta alla scuola dello Stabile di Torino, è stata Anita Garibaldi, Francesca Morvillo, Lucia Bosè. L’attrice è da martedì 16 dicembre in Sicilia con lo spettacolo “Perfetti sconosciuti”, regia di Paolo Genovese, adattamento teatrale del film campione d’incassi che racconta la serata di un gruppo di amici messa in crisi dal pericoloso gioco dei telefoni cellulari: ognuno dovrà mettere sul tavolo “la scatola nera della propria vita”, condividendo con gli altri chiamate e messaggi.


«Siamo alla quarta stagione – racconta l’attrice, che è Eva, la psicanalista padrona di casa - quando l’abbiamo messo in scena non pensavamo a questo successo, anzi partendo dalla sceneggiatura di uno dei film più belli e amati degli ultimi anni la paura era di deludere le aspettative del pubblico. Invece il pubblico lo ha premiato, torniamo a Catania per la seconda volta, e lo spettacolo è diventato una cosa a sé. Sono molto felice di andare per la prima volta a recitare a Modica, la mia città, quella dove vive mio padre, e con uno spettacolo così bello. E’ un’occasione speciale, come ogni volta che vengo in Sicilia».

Il telefonino custode della nostra vita e dei nostri segreti.

«Siamo sempre più legati al telefono, ma i segreti ci sono sempre stati. E spesso ci sono anche tra le coppie più affiatate, anche tra amici. A volte certe cose non si confessano per salvaguardare un equilibrio che si ha paura di rompere. Mi viene in mente la coppia composta da Carlotta e Lele nello spettacolo: entrambi scambiano messaggi con un uomo e una donna che non hanno mai visto. Non fa piacere a nessuno scoprirlo, anche se non si sono mai traditi. Ma forse serve una riflessione, quella coppia sta attraversando un momento particolare».

Lei sta da vent’anni con il regista Giovanni Veronesi, il segreto?

«Un insieme di cose. Abbiamo in comune un modo di vedere la vita, gli stessi riferimenti».

Il teatro è sempre più presente nelle sue scelte.

«Ho iniziato alla Scuola di Teatro dello Stabile di Torino, ma prima che la completassi è comparso il cinema. Poi un regista dello Stabile, Valter Malosti mi ha ricontattato per “La signorina Giulia”, poi è arrivata la proposta per “Una giornata particolare” e da quel momento non ho più smesso. Il teatro mi piace, mi dà gioia, mi piace la vita della tournée».

Tornerà nella serie Rocco Schiavone nel ruolo della giornalista Sandra?

«Sì, dobbiamo ancora girare. Mi piace molto lavorare con Marco Giallini, è molto divertente. A parte il grande talento, è un attore che fa sembrare vera e molto naturale qualsiasi cosa. Schiavone ha paura del mio personaggio, non riesce a lasciarsi andare, a rompere il patto con la moglie che non c’è più».



Ha recitato più volte sul confine tra uomo e donna, in “Viola di mare”, e in teatro nel monologo “Gerico Innocenza Rosa”.

«“Viola” è uno dei film ai quali tengo di più. Ho pensato a quanto era ed è ancora importante parlare della possibilità di amarsi tra persone, non ha importanza se uomini o donne. In teatro volevo lavorare con Luana Rondinelli dopo aver visto “Taddrarite” che mi era piaciuto tantissimo, riusciva a far ridere con il tema del femminicidio. Le ho chiesto se voleva scrivere un testo per me, ed è nato questo monologo, un bellissimo flusso di coscienza».

C’è un ruolo che ha segnato un passaggio?

«Quello di Angela in “Viola di mare” e o poi “Smetto quando voglio” di Sidney Sibilia, presentò la storia a me e ad Edoardo Leo con una carica entusiasmante, ma non ci aspettavamo il successo che ha avuto. La svolta? “Fame chimica” il mio primo film, pensavo solo al teatro, mi ha fatto capire che esisteva il cinema. Ma anche “La febbre” di D’Alatri ha avuto grande successo, mi ha dato molto».

Da madrina al Festival di Taormina ha parlato in difesa del cinema.

«Ero chiamata a fare un discorso sul cinema, era ovvio che parlassi di quanto stia soffrendo il settore. I festival credo debbano servire anche a fare un punto della situazione. Il cinema è un’industria, un mercato. È importante ricordare quanto sia sacra l’indipendenza artistica, sottolineare il ruolo delle maestranze, dei tecnici, dei lavoratori che ruotano attorno al film».



Il rapporto con la Sicilia?

«Ho tutti e quattro i nonni di Modica, mio papà abita ancora lì, io sono cresciuta a Torino. Da piccolina passavo tutto agosto in Sicilia, è stato sempre il luogo delle vacanze».

Cosa non sopporta della Sicilia?

«Non mi piace che sia dimenticata, come tutto il Sud. Una colpa del nostro Paese. Una terra bellissima dove è faticoso vivere. Mi dispiace che non ci siano le giuste infrastrutture, che per muoversi da una città all’altra ci vogliano ore, che non ci siano treni. Sento dire spesso da parenti o amici che quando hanno un problema di salute vanno al Nord e mi addolora pensare che ci si debba spostare in un momento di difficoltà, di fragilità. Il sistema sanitario dovrebbe essere uguale dappertutto».

E cosa le piace?

«La crescita del turismo mi sembra un’occasione per rendere questa terra ancora più bella, per cercare di mettere rimedio ai tanti abusi fatti in passato».

E la sua Modica?

«E’ bellissima, ho paura che possa diventare una città solo per turisti, solo con ristoranti, case vacanza e negozi di souvenir perdendo la sua identità. Il turismo è una grande opportunità ma credo che non si debba trasformare qualsiasi cosa per fare soldi. E’ il male dei nostri tempi, ragionare solo secondo il profitto e non con quello che è giusto o bello».

Il luogo del cuore in Sicilia?

«È stato sempre la dolceria di mia zia Maria, una pasticceria di fronte allo stadio. Al di là dell’affetto per mia zia, che è stata quasi un’altra nonna, era proprio un paradiso. Mi piaceva stare lì con lei, c’era sul retro un giardino molto bello, sotto c’era il laboratorio dove stavo a guardarla preparare i dolci più buoni del mondo. Per me era un mondo incredibile. Quel luogo non c’è più, ma se penso ai miei ricordi di bambina quello è il mio posto, la dolceria di mia zia».

 PERFETTI SCONOSCIUTI

“Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, con Dino Abbrescia, Alice Bertini, Paolo Briguglia, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino e Valeria Solarino sarà il 16 e il 17 a Modica, Teatro Garibaldi, il 18 a Caltanissetta, Teatro Regina Margherita, il 19 e il 20 a Catania, al Teatro Abc, alle ore 21, il 21 ad Augusta