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L'iniziativa

Abiti RiBelli: cento donne in scena al Teatro Biondo per costruire la nuova area fitness dello Sperone

Da oltre cento abiti da sposa donati a un grande spettacolo collettivo (23 dicembre 2025, Teatro Biondo): arte, solidarietà e asta benefica per finanziare la prima area fitness pubblica e gratuita del quartiere Sperone.

Francesca Landolina

16 Dicembre 2025, 13:10

abiti ribelli

La conferenza stampa di Abiti RiBelli

Una ribellione gentile, collettiva, trasformativa. È da qui che nasce Abiti RiBelli, il progetto socioculturale promosso dall’associazione L’Arte di Crescere ODV in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Sperone Pertini, che intreccia arte, solidarietà e rigenerazione urbana e che porterà alla realizzazione della prima area fitness pubblica e gratuita del quartiere Sperone.

Tutto ha origine da un gesto silenzioso di generosità: la donazione anonima di oltre cento abiti da sposa da parte di un atelier palermitano. Abiti che, da simboli privati, diventano strumenti di partecipazione collettiva attraverso un progetto che culminerà in una grande azione teatrale collettiva e in un’asta benefica.

Il momento centrale di Abiti RiBelli sarà lo spettacolo in programma il 23 dicembre 2025 alle ore 19 al Teatro Biondo di Palermo, sotto la regia di Daniela Mangiacavallo dell’associazione Baccanica, con le attrici Fabiola Arculeo, Marzia Coniglio e Alba Sofia Vella.

Sul palco saliranno cento donne, di età, storie ed esperienze diverse, alcune anche in carico ai servizi della giustizia. Indosseranno gli Abiti RiBelli per raccontare insieme un’idea di libertà che non esclude, ma unisce.

«Abiti RiBelli è un’azione teatrale che celebra la donna nel tempo, dal mito ai giorni nostri, tra memoria e presente – spiega Daniela Mangiacavallo – un rito collettivo, un dialogo tra interesse individuale e collettivo, interpretato da un bianco simbolico. Un atto poetico, un omaggio alle eroine senza altare, che ogni giorno trasformano l’ordinario in epico».

La serata vedrà anche la partecipazione di Alessandra Ponente, Settimo Palazzo e Salvo Piparo, con la conduzione di Anna Cane.

Come sottolineano Monica Garraffa e Claudia Pilato, volontarie de L’Arte di Crescere, Abiti RiBelli è un progetto nato allo Sperone ma pensato per tutta la città: un’azione corale che dimostra come l’arte possa diventare strumento concreto di cambiamento sociale, capace di trasformare un gesto di bellezza in un diritto condiviso. Un sogno collettivo che prende forma grazie all’impegno di una comunità viva e partecipata.

Il ricavato dell’asta online degli abiti (attiva dal 6 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026), insieme alla vendita dei biglietti dello spettacolo e alle donazioni libere, finanzierà la realizzazione dell’area fitness pubblica allo Sperone. Un progetto che, come spiega la dirigente scolastica Antonella Di Bartolo, va ben oltre l’installazione di attrezzi sportivi: «L’area fitness per lo Sperone rappresenta un diritto e una possibilità concreta di incontro in un quartiere che non ha spazi pubblici di aggregazione. È una nuova “piazza”, come lo è diventata la Piazza delle Parole dentro la scuola, dove la comunità può riconoscersi e stare insieme. Si inserisce in un percorso iniziato oltre tredici anni fa per ricucire un tessuto sociale disgregato partendo dai diritti, a cominciare da quello all’istruzione, che ha portato a una drastica riduzione della dispersione scolastica. È l’espressione di una ribellione trasformativa: non distruttiva, ma capace di trasformare idee e impegno collettivo in azioni concrete. Non è solo un progetto di quartiere, ma un’idea di città fondata su diritti, partecipazione e benessere condiviso».

Dalla conferenza stampa è emersa una visione condivisa anche dalle istituzioni. L’assessore comunale Alessandro Anello ha sottolineato come Abiti RiBelli dimostri il valore sociale dello sport, capace di generare inclusione, salute e nuove opportunità di aggregazione, soprattutto per i giovani. Per il vicesindaco e assessore alla Cultura Pietro Cannella, il progetto ribalta la narrazione delle periferie, trasformandole da luoghi di mancanza a spazi di sperimentazione culturale e arte partecipativa.

Gli abiti – alcuni reinterpretati da artisti contemporanei nella sezione Abiti d’Arte – saranno messi all’asta sul sito abitiribelli.lartedicrescereodv.org. Il ricavato diventerà uno spazio reale: un luogo dove incontrarsi, muoversi insieme, respirare comunità. Perché, come ricordano le promotrici, muoversi insieme è un atto di libertà e di salute. E, allo Sperone, anche un atto di ribellione che costruisce futuro.