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Attualità

Cenacolari dell'Antica Contea di Ragusa: "La cucina italiana patrimonio dell'Umanità una responsabilità concreta per territori e famiglie"

La confraternita è stata fondata 43 anni fa e opera da sempre per la salvaguardia e la trasmissione delle tradizioni gastronomiche locali

Redazione Ragusa

20 Dicembre 2025, 09:49

La cucina italiana orgoglio nazionale: è patrimonio dell'umanità Unesco

Il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’umanità non va letto come una semplice celebrazione, ma come una responsabilità che coinvolge tutti. È questa la posizione di Carmelo Iacono, presidente della Confraternita dei Cenacolari dell’Antica Contea di Ragusa, che spiega: "Per chi opera ogni giorno sui territori, questo traguardo non è un punto di arrivo, bensì una chiamata all’impegno".

"La cucina italiana non è fatta solo di grandi nomi o di piatti iconici. Vive, soprattutto, nelle cucine delle famiglie, nelle trattorie che resistono al tempo e all’omologazione, nelle sagre di paese e nei momenti di convivialità che tengono unite le comunità. È un patrimonio popolare, costruito nel quotidiano, che rischia di indebolirsi se non viene tutelato con coerenza, nel rispetto dell’ambiente e di una filiera agroalimentare capace di offrire prodotti sani e di stagione", evidenzia Iacono.

Fondata 43 anni fa, la Confraternita dei Cenacolari opera da sempre per la tutela e la trasmissione delle tradizioni gastronomiche locali, attraverso la raccolta delle ricette della memoria, la valorizzazione dei prodotti del territorio e la promozione di momenti di condivisione culturale. Un lavoro costante che oggi trova nuovo significato nel riconoscimento internazionale della cucina italiana, rafforzando il legame tra sapori autentici e alta cucina consapevole delle proprie radici. "Chi vive i territori sa bene che la tradizione non può essere messa sotto vetro. Va praticata. Per questo collaboriamo con le famiglie, con le trattorie storiche, con i piccoli produttori e con i Comuni, affinché la cucina resti un fatto vivo, legato alle stagioni, alle feste, alla storia locale. Preservare una ricetta significa difendere il contesto sociale, culturale e ambientale che l’ha generata", dice ancora Carmelo Iacono.

In questo percorso, le famiglie rappresentano il primo e più solido presidio della cucina italiana: è nelle case che nascono i piatti della memoria e si trasmettono i saperi che definiscono le identità gastronomiche dei territori. Da questo patrimonio domestico prendono forma anche le trattorie di tradizione, luoghi in cui la cucina diventa racconto collettivo del territorio. Sostenerle significa compiere una scelta culturale, prima ancora che economica. Allo stesso modo, le amministrazioni locali sono chiamate a svolgere un ruolo attivo, affinché sagre ed eventi gastronomici diventino vere occasioni di valorizzazione, identità ed educazione alimentare, e non semplici vetrine commerciali. Uno sguardo particolare è infine rivolto alle nuove generazioni. Il futuro della cucina italiana passa inevitabilmente da loro ed è per questo che la Confraternita dei Cenacolari investe tempo ed energie in attività formative, laboratori e progetti intergenerazionali: senza trasmissione non esiste patrimonio, e insegnare ai giovani il valore culturale del cibo significa rafforzare il legame tra passato e futuro.

"Se il riconoscimento della cucina italiana come bene dell’umanità saprà dare vigore a questo lavoro quotidiano, allora avrà un significato reale. In caso contrario, rischierà di restare un’etichetta prestigiosa ma distante dalla vita delle comunità. La cucina italiana va difesa dove nasce e dove vive: nelle famiglie, nelle trattorie e nei territori. È lì che, ogni giorno, si gioca la vera sfida del patrimonio dell’umanità", conclude il Presidente della Confraternita dei Cenacolari dell’Antica Contea di Ragusa.