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Gualtiero Marchesi prenota tre fari in Sicilia ma è polemica

Gualtiero Marchesi prenota tre fari in Sicilia ma è polemica

Il famoso chef ha fatto un offerta per altre 4 strutture: e c'è chi teme che voglia fare una catena alberghiera

Di Mariza D’Anna |

L’idea era piaciuta e il primo bando di gara che dava in “affitto”, fino a 50 anni, undici fari situati lungo le coste della Penisola e di proprietà dello Stato, aveva destato non solo legittima curiosità per la singolare iniziativa, ma anche grande attenzione. Alla scadenza del bando, infatti, 39 erano state le proposte arrivate agli uffici del Demanio, tutte contenenti progetti volti al recupero e al riutilizzo delle particolari strutture. Tra le offerte imprenditoriali, dell’associazionismo e degli investitori anche esteri, solo velatamente trapelate, c’è quella di Gualtiero Marchesi, principe degli chef italiani, che ha destato un grande clamore.

Marchesi, con la sua Accademia, partecipando con un gruppo più ampio, ha presentato sette offerte per sette fari con l’intento di unire simbolicamente, nel segno della cucina d’autore e della ricettività di extra lusso, alcuni, anzi la maggior parte, dei fari in “affitto”. Il suo interesse in Sicilia si è rivolto verso il Faro di Murro di Porco a Siracusa, il faro di Punta Cavazzi di Ustica e il faro di Capo Grosso di Levanzo (ma anche a Punta del Fenaio e Punta Capel Rosso sull’isola del Giglio e Punta Imperatore a Ischia).

Non ne aveva fatto mistero e lo chef Marchesi, alla scadenza delle offerte, aveva dichiarato al Sole 24 Ore che il suo intento era di unire tutte le proposte legate al filo conduttore «della cucina italiana e della riscoperta del territorio. In ogni luogo il microclima detterà i sapori e gli ingredienti da rivalutare – ha affermato – Il pesce, ma non solo. I collegamenti con l’entroterra sono fondamentali». E si era spinto a ipotizzare «un percorso da un faro all’altro alla scoperta della cucina italiana specifica di ogni territorio».

Proposte di prestigio che dovranno, insieme con le altre, essere valutate ma che hanno iniziato a destare qualche preoccupazione tra coloro che, molto meno noti, avevano avanzato le loro offerte. Certo, dicono, il valore, a parità di tipologia di proposta, è diverso se sette fari vengono assegnati ad una sola persona che potrebbe in questo modo creare una sorta di catena alberghiera. Le altre offerte sono ancora top secret e lo dimostrano le scarse notizie che trapelano.

Il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, comune su cui ricade il faro di Capo Grosso a Levanzo, non è a conoscenza di nulla, mentre sull’isola gira voce che anche Miuccia Prada, con la sua Fondazione, abbia manifestato interesse; possibile, considerato che, proprio nella piccola Levanzo, ha acquistato il baglio Florio con alcuni magazzini e casali diruti con 40 ettari di terreno, in fase di ristrutturazione e l’antico palazzo Bulgarella che si affaccia sul porticciolo, con un ampio giardino, e i cui lavori di restauro sono seguiti dall’architetto di fiducia Roberto Baciocchi. Entrambe le strutture pare saranno utilizzate solo come residenze private. Ma anche un’altra società legata alla moda avrebbe manifestato interesse per il faro di Levanzo mentre la Gm Let Doc Resort, invece, sarebbe la società straniera (cinese) proponente che comprenderebbe anche l’Accademia di Marchesi.

Le proposte sono al vaglio di due commissioni di gara – che fanno capo all’Agenzia del Demanio e al Ministero della Difesa – che verificheranno la documentazione e dovranno tenere in considerazione gli aspetti qualitativi e economici. Le linee guida del progetto “Valore Paese – Fari” dicono che saranno valutate le soluzioni di recupero, la fruibilità pubblica, il contributo allo sviluppo locale sostenibile e la possibilità di creare un network tra più strutture. Ma anche l’impatto culturale e sociale, insieme con le attività turistiche, ricettive, ristorative e promozionali. Il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sarà valutata con punteggio pari al 60%, mentre la proposta economica può essere assegnato un punteggio massimo pari al 40.

Per i fari in Sicilia, in gestione all’Agenzia del Demanio, le offerte sono state così distribuite: tre per il Faro di Brucoli ad Augusta, sei per Murro di Porco a Siracusa, quattro per Capo Grosso a Levanzo, tre per Punta Cavazzi ad Ustica. In ogni caso i vincitori saranno resi noti nel mese di marzo e solo allora si potranno conoscere con certezza i progetti che potrebbero non essere gli ultimi perché Demanio e ministero della Difesa vorrebbero lanciare un altro pacchetto (anche più ampio) di fari da dare in concessione. In Italia sono un centinaio.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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