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La Sicilia è fimmina: il progetto scolastico tra storia, letteratura e dialetto sul ruolo della donna

Di Giuseppe Bianca |

PALERMO – Il ruolo della donna nella Sicilia di oggi partendo dal passato, analizzando il presente, ma soprattutto le prospettive future. “La Sicilia è fimmina”, il progetto messo in piedi dal Liceo Classico Statale Umberto I di Palermo con l’Istituto Basile – D’Aleo di Monreale, l’I.P.S.S.A.R. P. Borsellino di Palermo, con la collaborazione dell’associazione BSicilia ha visto andare ieri in scena, presso l’Aula magna del Liceo Umberto I un pomeriggio “di narrazione al femminile”, uno spunto per ricostruire il percorso di un ruolo sociale, ma anche i tratti essenziali della figura femminile siciliana, contestualizzata nel tempo, da ieri a oggi nei giorni della Sicilia che si è trasformata:«Le madri del Novecento hanno avuto un grande valore affettivo, relazionale, organizzativo- spiega Vito Lo Scrudato, dirigente scolastico del liceo palermitano- svolgevano un grande ruolo e spesso da loro passavano tutte le decisioni».

“La Sicilia è fimmina” però non vuole essere solo una retrospettiva del passato che cerca le connessioni con il tempo presente e il mondo attuale, ma si pone l’obiettivo di riavvolgere il nastro scandagliando le forme tra storia e tradizioni per comprendere quanto di ieri è filtrato nell’evoluzione sociale e di ruolo dei fenomeni sociali dell’Isola: «Tre scuole di Palermo hanno voluto per questo motivo celebrare queste riflessioni attraverso una serie di manifestazioni teatrali, biografia di donne di valore siciliane, come per esempio Rita Atria, ma anche vere e proprie coreografie».

Singoli momenti chiamati a fissare un’atmosfera dove si mette al centro la figura femminile, protagonista sociale, e non solo la restituzione di uno spazio occasionale in cui la donna viene ricordata:«Il Liceo Umberto inoltre- aggiunge Lo Scrudato- mette in campo una contaminazione della lingua italiana con quella siciliana, ma non ci siamo fermati a questo. Abbiamo cominciato a tradurre classici dall’antico greco in siciliano».

Le influenze linguistiche che il dialetto siciliano ha assorbito vivono nella familiarità delle parole di ogni giorno, spesso inattese e casuale. Un percorso che viene ricostruito con grande attenzione: «La storia ritorna nella lingua. Il Siciliano è figlio legittimo del Greco- spiega Lo Scrudato- l’entusiasmo dei ragazzi e quello dei docenti ci hanno fatto capire di essere sulla strada giusta. Stiamo vivendo nella nostra scuola una fase di rinascimento relazionale, con grande armonia. Questo ci aiuta e fa passare la fatica».

Ma per l’Umberto i progetti non finiscono qua. È in cantiere infatti un’antologia di letteratura siciliana che verrà donata anche alle altre scuole «una buona idea non viene fermata dalla mancanza di risorse- chiarisce il dirigente scolastico dell’Umberto.Lo Scrudato, che fa parte del tavolo di lavoro voluto dall’assessore Roberto Lagalla per introdurre l’insegnamento del dialetto, inoltre sta curando la formazione di tutti i docenti regionali referenti per l’attuazione della Legge Centorrino che promuove, la lingua, la storia e l’entità siciliana, portando avanti per «introdurre la lingua siciliana come disciplina trasversale alle altre». L’insegnamento voluto dal governo regionale dovrebbe entrare a breve, sin dal prossimo anno scolastico, in tutte le scuole dell’Isola.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA