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Dalla Florida si accende un faro su tre tesori siciliani

Di Maria Ausilia Boemi |

La grotta di Cala Genovese a Levanzo, la Villa del Tellaro, le grotte di San Gregorio: sono i tre siti archeologici e, nel terzo caso, geoarcheologico, sui quali si appuntano questa estate gli studi di Davide Tanasi, archeologo siciliano esperto di archeometria, archeologia digitale e biomolecolare, professore associato alla University of South Florida a Tampa (che finanzia questo lavoro tramite l’istituto dell’esperto siciliano, Idex – Institute for digital exploration), tornato apposta in questi giorni nell’Isola natale per un mese. Gli obiettivi? Realizzare repliche digitali in 3D di questi gioielli siciliani misconosciuti da mettere online per consentirne visite virtuali immersive, incuriosendo così i turisti e spingendoli a venire a visitare di persona i luoghi descritti. E non solo: anche per creare copie digitali dei siti che consentano di preservare gli originali e, in caso di eventi catastrofici, di ricostruirli.

Davide Tanasi proprio in questi giorni è all’opera, coadiuvato da una collega catanese, Elisa Bonacini (affiliata al suo laboratorio e project manager di questi studi in Sicilia): arrivato dagli Usa in Sicilia lo scorso 29 giugno con 2 dottorandi e uno studente della magistrale, ripartirà il 2 agosto. «In questi giorni – spiega – abbiamo fatto la scansione della grotta di Cala Genovese sull’isola di Levanzo su richiesta della Sovrintendenza di Trapani e del Comune di Favignana». Una grotta sconosciuta al grande pubblico ma importantissima dal punto di vista archeologico per il Mediterraneo e per tutta l’Europa. «Vi si trovano infatti due cicli di rappresentazioni figurative preistoriche: una paleolitica che si data alla fine del Paleolitico a 10.000 anni fa (incisioni sulle pareti di una trentina di animali diversi che, con quelle nella grotta dell’Addaura a Palermo, sono le più antiche per la storia del popolamento umano della Sicilia). Alla fine del Neolitico – più o meno 4.300-3.800 anni fa – risale invece un ciclo figurativo pittorico molto più ampio (con oltre 80 figure antropomorfe) che è pure uno dei più antichi del Mediterraneo e dell’Europa. La grotta è quindi importante per la preistoria non solo della Sicilia ma di tutto il continente e del Mare Nostrum. La grotta è nota agli addetti ai lavori e nel 2012 l’università tedesca di Kiel ha già utilizzato tecnologie 3D per documentarne i graffiti. Quello che invece faccio io adesso è differente: mentre i tedeschi hanno scansionato le figure e poi ne hanno pubblicato i disegni aggiornati, io voglio creare la replica digitale di tutta la grotta, metterla online e consentirne visite in realtà virtuali immersive. Il mio è un discorso di condivisione, voglio “popolarizzare” l’archeologia, renderla accessibile e comprensibile al grande pubblico. Dal mio punto di vista, il modo migliore per farlo è attraverso il modello 3D che, al netto del linguaggio tecnico dell’archeologia, ha il potere delle immagini che si spiegano da sole, rendendo tra l’altro accessibile a tutti sul web un sito non facilmente raggiungibile».

Da domani, invece, Davide Tanasi e il suo team inizieranno la scansione 3D della villa del Tellaro a Noto. «La villa romana del Tellaro è la seconda più importante di Sicilia dopo quella del Casale. Risalente al IV secolo d.C., racchiude mosaici di straordinaria qualità, paragonabili a quelli di Piazza Armerina, ma è un sito poco conosciuto, con conseguenti problemi di gestione, finanziamenti insufficienti, pochissimi visitatori. Io – spiega Tanasi – vado cercando proprio i siti meno noti per portarli alle luci della ribalta. Ho così richiesto e ottenuto l’autorizzazione dal Parco archeologico di Siracusa e domani inizierò le scansioni 3D terrestri di tutto il complesso, di dettaglio degli elementi architettonici riportati alla luce e realizzerò una micro-fotogrammetria dei mosaici in modo da crearne modelli 3D ad alta qualità. L’obiettivo è sempre valorizzare e popolarizzare questo sito, mettendolo online e permettendone la visita in realtà virtuale: è infatti provato che quando si realizza un modello 3D di un sito, il pubblico sviluppa un interesse per l’area reale. Il fine ultimo dell’operazione è quindi fare riscoprire digitalmente al pubblico il sito vero, in modo che poi la gente vada a visitarlo di persona, pagando i biglietti e innescando un meccanismo virtuoso di rinascita del tesoro archeologico». Ma sulla villa del Tellaro il prof. Tanasi ha anche il progetto di realizzare un modello 3D ricostruttivo: «Voglio fare uno studio architettonico e ricostruire al pc la villa come doveva essere: per fare ciò ho però bisogno di documentare la villa come è adesso».

I siti vengono scelti dal prof. Tanasi, peraltro di Noto, sulla base della inaccessibilità o scarsa accessibilità o comunque della loro assenza dal web, il che li condanna a una realtà di non esistenza a livello globale. Infine, l’ultima parte della campagna estiva siciliana del prof. Tanasi quest’anno si svolgerà a Catania, in collaborazione con il Cutgana: «Opereremo a San Gregorio nella riserva naturale delle grotte laviche Immacolatelle e Micio Conti. Questo perché queste grotte sono dei “geo-archeo siti”, cioè dei luoghi di importanza sia geologica sia archeologica in quanto queste grotte laviche sono state occupate in epoca preistorica. Sono però note solo a livello locale o dagli addetti ai lavori. Questo è un altro caso ideale per me per effettuare la laser scansione, produrre il modello 3D e accendere le luci della ribalta su questi complessi. Nel caso specifico, scatta anche l’interesse scientifico, perché le grotte devono essere soggette a continuo controllo in quanto soggette a degrado. Quindi, piuttosto che utilizzare gli strumenti tradizionali di monitoraggio degli ambienti sotterranei e delle grotte vulcaniche, utilizziamo il modello 3D: questo potrebbe dunque essere l’inizio di un progetto di lungo termine in cui noi periodicamente torniamo a scansionare le grotte e utilizziamo il modello 3D come termine di confronto per vedere se una determinata grotta si sta degradando, fratturando o fessurando più rapidamente, in modo che il gestore della riserva, il Cutgana appunto, possa prendere adeguati provvedimenti».

La campagna di studi, le cui scansioni – dopo essere state processate al rientro a Tampa – saranno online a disposizione di tutti già da settembre, sono finanziati dall’University of South Florida, dal laboratorio Idex e dall’opera di divulgazione del prof. Tanasi negli Usa come conferenziere alla ricerca di fondi tra «le persone di buona volontà».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA