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Catania tra le “Meraviglie” di Alberto Angela: l’intervista a La Sicilia

Di Ombretta Grasso |

Le “Meraviglie” di Catania. Alberto Angela racconta il Monastero dei Benedettini «capolavoro del tardo barocco» e palazzo Biscari «massimo esempio dello splendore dell’aristocrazia cittadina» nella puntata – stasera alle 21.25 su Rai1 – della trasmissione che ha conquistato gli italiani, “Meraviglie – La penisola dei tesori”. Regia di Gabriele Cipollitti, fotografia di Enzo Calò. Gli autori sono Aldo Piro, Filippo Arriva, Fabio Buttarelli, Ilaria Degano, Vito Lamberti, Paolo Logli, Emilio Quinto. Voce calda e ciuffo sbarazzino, l’Indiana Jones della tv italiana, che con i suoi modi affabili e la sua capacità di racconto rende la cultura accessibile a tutti, ci guiderà alla scoperta di due luoghi meravigliosi.

Come definirebbe l’aria, o meglio l’aura, di Catania?

«È una città palcoscenico che possiede una meravigliosa scenografia barocca. Una città che ha il suo dna, come la voce di una persona ha un suo timbro che riconosci tra mille. Una città molto antica, in cui respiri la storia nel senso più nobile: ha tanto vissuto, ha acquisito esperienza e saggezza e li restituisce in bellezza, calore, gioia di vivere».

Nel percorso barocco cosa vedremo?

«Il Monastero dei Benedettini, il secondo più grande d’Europa, che colpisce per l’estensione. La sua facciata sembra quella di un palazzo reale, mostra la ricchezza, il prestigio e il potere dei monaci. Mostreremo gli intagli di finestre e balconi, i cortili, le fontane i chioschi e la straordinaria biblioteca, scrigno di cultura».

Durante le riprese gli studenti l’hanno accolta come una star (ride e si schermisce imbarazzato), ma anche come una figura di riferimento.

«È importante avere una lucciola, una candela, un faro che rischiari il settore nel quale navighi. E può essere anche un programma tv a farti sentire meno solo nelle tue scelte. Io però non mi ritengo affatto un faro, al contrario: sono uno studente e un ricercatore, come i ragazzi».

Una scommessa un programma di cultura sabato in prima serata.

«Scelta molto coraggiosa, bisogna darne atto alla Rai. Negli altri Paesi non esistono in questa collocazione. Riusciamo a farlo perché in Italia anche chi non ha avuto la fortuna di studiare arte vive e respira cultura. Non siamo bravi noi, sono bravi gli spettatori».

L’altra tappa è a Palazzo Biscari.

«Una delle meraviglie di Catania, della Sicilia. All’estero sarebbe famosissimo, conosciutissimo, ma in Italia c‘i sono così tanti capolavori’è così tanto! Vedremo dall’alto la bellezza del centro storico, via Crociferi, via Etnea, piazza Duomo. Si respira la presenza dell’Etna e del Mediterraneo, l’acqua e il fuoco due estremi che generano la creatività».

Ci saranno testimonial?

«Ricostruzioni con protagonista Bellini: racconterà la sua vita dentro il teatro a lui intitolato e lo immaginiamo bambino andare con il nonno a palazzo Biscari. L’Italia è incredibile, in tutte le epoche ha capolavori. Basta andare all’estero per capire come è bello e unico il nostro Paese e quanto debba essere aiutato».

La bellezza spesso viene calpestata

«Faccio il mio mestiere, cerco di portare nelle case le meraviglie di un Paese che non tutti hanno il tempo o la possibilità di conoscere, di accendere l’entusiasmo per il nostro patrimonio frutto di una genialità che altrove non c’è. Il patrimonio culturale è la nostra identità. In un mondo sempre più complicato è importante ricordare chi sei, cosa puoi fare, cosa devi tutelare».

L’Etna sarà tra i protagonisti dell’ultima puntata.

«La montagna ci ha abbracciato. Dalla cima c’è una vista incredibile che va dall’Aspromonte a Gela. Cogli la Sicilia come ponte tra mondi diversi. L’Etna distrugge ma costruisce: la pietra lavica costruisce paesaggi unici. Vedremo i crateri, Randazzo, le Gole dell’Alcantara. Racconteremo anche le Saline di Trapani, una scacchiera di colori. La Sicilia ha di straordinario il taglio di luce, molto intenso».

Parte del territorio è devastato, cementificato.

«Non è un problema solo dell’Isola ma di tutta l’Italia. Oggi c’è un ritorno alla tutela che va in parallelo con la consapevolezza che quello che abbiamo è speciale, fragilissimo, basta pensare ai danni del terremoto, irripetibile. Rappresenta le foto della nostra famiglia. Siamo noi».

Cosa le piacerebbe ancora raccontare della Sicilia?

«Ho girato molto, ma penso di essere ancora a metà percorso… Anche quando si va a cena c’è una tale diversità, una ricchezza, anche questa è cultura. Se vai in Sicilia di certo non dimagrisci! Amo molto i mosaici di Piazza Armerina, la Valle dei Templi, Selinunte… ma ogni luogo ha una sua caratteristica. Quanta arte, quanto orgoglio c’è nei muretti a secco».

Cosa farà dopo “Meraviglie”?

«Stiamo già lavorando a un nuovo ciclo di “Ulisse” che ripartirà in primavera».

Non le piacerebbe fare qualcosa di diverso in tv?

«In questo mestiere, ma direi in tutti, c’è una parola importante che è coerenza. Se capiterà di cambiare mi impegnerò al meglio, ma questo è quello che so fare. Non sarei onesto né con me stesso né con la gente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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