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Al Bano: «Capisco la condizione dei migranti anche noi lo siamo stati».

Al Bano: «Capisco la condizione dei migranti anche noi lo siamo stati»

Il cantautore si è raccontato in occasione del suo prossimo concerto alla Valle dei Templi di Agrigento 

Di Luigi Mula |

La Città dei Templi si prepara ad ospitare il primo grande evento della stagione estiva: il concerto di Al Bano. Il popolare cantante pugliese si esibirà, infatti, nel teatro Valle dei Templi sabato 8 agosto, per l’unica tappa siciliana del suo tour. L’artista intonerà dal palcoscenico agrigentino i suoi più grandi successi come”, Ci sarà, Nostalgia canaglia, Felicità e tante altre canzoni che, cantate da solo o in coppia con Romina Power, hanno fatto sognare intere generazioni di italiani.

Cantare nella Valle dei Templi emoziona? «Era ora! L’emozione principale è sapere che circa 2500 anni fa c’erano artisti che cantavano già nella Valle. Quanta storia è passata da quei Templi e, adesso, è arrivato il mio turno. L’emozione è tanta; e quell’odore di storia che si respira, per certi aspetti, è un motivo di orgoglio in più».

Lei è noto per il suo grande impegno nel sociale anche come ambasciatore del FAO. Cosa pensa degli sbarchi sulle nostre coste in fuga dalla fame? «Da quando l’essere umano abita questo pianeta la migrazione c’è sempre stata. Ed è una benedizione perché si rinnova la razza. Quando vedo questi uomini che arrivano con i barconi e scappano dalla miseria, dalla guerra, dalla fame, dai soprusi mi vengono in mente i miei amici che partivano in treno per il Nord, i miei zii che sono partiti per l’Argentina. Poi arrivò il mio turno. Nel ‘61 presi il treno della speranza per scegliere un posto migliore, che ho trovato a Milano. Quando vedo queste anime che scappano dalla fame e della guerra le capisco. Le nazioni dovrebbero unirsi e cercare una soluzione per arginare il fenomeno, e forse il flusso si limiterebbe. Ma ormai vedo che tutto questo è inevitabile».

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