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Dal social che rende immortali a quello dedicato agli amici a 4 zampe

Dal social che rende immortali a quello dedicato agli amici a 4 zampe

Una selezione delle community più singolari del momento

Di Giorgio Romeo |

Un social network potrebbe, almeno digitalmente, renderci immortali. Questo quanto promesso dal progetto “Eter9”, una piattaforma che – sulla base delle nostre attività sugli altri social – si propone di continuare a condividere contenuti e commenti autonomamente dopo la nostra dipartita. «Stiamo cercando – ha spiegato l’ideatore, il portoghese Henrique Jorge – di realizzare un sistema di Intelligenza Artificiale che impari dal nostro comportamento in contesti come Facebook e Twitter e che, in seguito, si sappia comportare autonomamente».  

Eter9 è attualmente in versione di prova e conta poche migliaia di iscritti ma già da oggi consente ai propri utenti di fare delle “prove generali d’immortalità”. Mentre siamo offline è infatti possibile dare vita al nostro alter ego, chiamato “controparte”, che non solo condividerà per noi contenuti, ma si premurerà anche di commentare quelli dei nostri amici.  

Negli ultimi anni, di social network ne sono nati a centinaia: instagram, tumblr, foursquare, anobii, sono solo alcuni dei nomi più famosi. Tra le proposte made in Italy c’è anche quella del friulano Gianluca De Bortoli che ha realizzato “Facecjoc”, il primo social che parla nei vari dialetti d’Italia. Da un mese a questa parte è stato inserito anche il siciliano. «L’idea – ci spiega – è quella di tramandare delle tradizioni che, viceversa, andrebbero perse. La filosofia di fondo, poi, è a metà tra twitter e facebook e s’incentra su una certa leggerezza: il nome è un misto tra l’inglese “face” e il friulano “cjoc”, ubriaco». Il progetto di De Bortoli, tuttavia, come accennato, rappresenta solo una goccia in un oceano di proposte, più o meno serie e più o meno azzeccate.  

Tra le più bizzarre c’è “Stache Passions”, un sito dedicato agli amanti dei baffi che si pone a metà tra il social network e il “dating” (incontri). In altre parole, mentre gli uomini vi si riuniscono per discutere dei più creativi modi per acconciarsi il viso, le donne passano in rassegna gli iscritti, alla ricerca del baffo più interessante.  

Altrettanto singolare è Raverly: una sorta di “gruppo di cucito 2.0” con tre milioni d’iscritti. È sufficiente condividere le foto dei propri lavori a maglia per ricevere consigli e suggerimenti. E se siete dei principianti niente paura: ci sono anche tecniche e tutorial illustrati.  

Vi ricordate “Alta Fedeltà”? Il protagonista del libro cult di Nick Hornby, un gestore di un negozio di dischi, era solito inquadrare qualsiasi cosa in “top five” (da “Migliori canzoni di apertura di lati a di 33 giri di tutti i temi” a “Film preferiti dai miei genitori”). Se anche a voi questo sistema sembra un buon modo per organizzare la vostra vita il social network da non perdere si chiama “Fivhter”. Nato da poco, s’incentra, per l’appunto, sulla possibilità di creare le proprie classifiche (sport, cucina, etc), che verranno valutate dagli altri utenti.  

Sempre tra i social network più singolari, infine, troviamo una proposta non indirizzata alla nostra persona, ma al nostro amico a quattro zampe: “BePuppy”. «Iscrivi il tuo cane – spiegano le note introduttive sul sito – e scopri un social network dedicato completamente ai nostri amici animali. Questa volta non sei tu ad avere un profilo online ma il tuo cane con tanto di foto, nome e cognome». Tra gli scopi del progetto anche quello di favorire le adozioni degli animali sprovvisti di una casa.  

“MyRobots” (a metà tra lo scherzo e la campagna virale) si propone come il primo social pensato esclusivamente per utenza robotica. «L’idea sembra bizzarra – spiegano sul sito – eppure chi ha familiarità con i concetti base della robotica e con i software sviluppati per animare i robot umanoidi e di servizio, la trova tutt’altro che astrusa». Si tratta di una sorta di Facebook incentrato sul semplice scambio di dati, dove i robot possono stringere “amicizia”, dialogare e migliorarsi in termini d’istruzioni interne. In progettazione ci sarebbe perfino uno store destinato ai droidi iscritti al servizio.

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