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La Sicilia aiutata dall’amore degli artisti

Di Tony Zermo |

Questa poesia di Camilleri appare sulla guida ai sapori e ai piaceri della Sicilia pubblicata da «Repubblica»: vi trovi l’elenco di 905 ristoranti con le ricette del mare, 107 dimore di charme, 600 botteghe del gusto, 77 cantine. Un modo intelligente di fare pubblicità, ma anche di promuovere il territorio.

E se ci pensi Camilleri, l’ultimo Pindaro siciliano, non è il solo artista-scrittore che abbia sostenuto questa terra nelle tante difficoltà. Ad esempio Fiorello di recente ha lanciato l’allarme per i roghi («Aiutate la Sicilia») e anni fa decise di rifiutare qualunque tipo di pubblicità della Fiat dopo la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese. E ha mantenuto la parola rinunciando ai milioni di Marchionne. Una decina di giorni addietro anche Dolce e Gabbana hanno dato il loro contributo di bellezza per spingere Palermo capitale della cultura nel 2018. E sempre loro avevano fatto mettere sulle fiancate dai celebri autobus a due piani di Londra i tabelloni con «I love Siciliy» e un grande cuore.

Ecco la Sicilia ha bisogno di questi suoi testimonial conosciuti nel mondo per lanciare il suo marchio, le sue specialità e cancellare tutto quello di brutto che abbiamo avuto, non solo stragi di mafia, ma anche politica stolida, quella stessa che si è mangiata i miliardi europei per i depuratori. Abbiamo bisogno di dare un’altra immagine della Sicilia, quella entusiasmante delle Eolie che è l’arcipelago più bello del mondo, quello delle grandi spiagge di sabbia e di scogli, la Sicilia dal cuore grande e dall’economia piccola, la Sicilia senza ponte, chimera dell’aggancio all’Europa. Questa non è una terra normale, è un microcontinente dove è racchiuso il meglio e il peggio di tutto. Facciamo che possa esprimere soltanto l’aria pulita, ciatuzzu.

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