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Scleri quotidiani

Di Redazione |

Il lockdown ha portato allo scoperto molte cose, come certi vicini di casa di cui sconoscevo l’esistenza. Ormai vicini alla data della liberazione (e non parlo del 25 aprile) escono dieci volte al giorno, sempre gli stessi, per il cane, la spazzatura e la spesa, ma quello che mi fa più impressione è la loro trasformazione in criceti. Gente che non ha mai praticato sport in vita sua, gira intorno al palazzo come dentro la ruota, con le panze traballanti e il cappuccio sulla testa stile Rocky Balboa. Vedo le loro sagome passarmi davanti agli occhi dietro le tende e penso che sì, ormai stiamo sclerando di brutto. 

Lavorando da casa in smart working si impara tanto sul proprio condominio. Soprattutto stando al pianterreno. Perché senti, senti tutto. Le decine di volte che si apre il portoncino della scala, il trapano del tizio venuto a riparare la serratura alle 7.30 (perché secondo la legge di Murphy se una cosa si deve rompere si rompe durante la quarantena), i picciriddi che piangono al piano di sopra e la musica metal artatamente messa “a palla” (ma che razza di gusti) per uccidere le esibizioni al piano di Grazia, la signora del piano di sopra che suona Offenbach e Piovani all’ora di cena (avercene).

Ma il sipario più bello mi si è aperto stando in giardino che, peraltro (lo devo dire) stando a casa è molto più curato e non vedo l’ora che crescano pomodori, melanzane e peperoni dato che mi sono dedicata all’orto (braccia rubate all’agricoltura, lo so).

Stando fuori per ripassare con l’impregnante due panche di legno che si erano scolorite dopo diecimila anni di incuria, ho potuto apprezzare, in queste mattinate soprattutto, il livello di “sclero” raggiunto dagli inquilini del palazzo di fronte. C’è una che, quando non insulta il marito, parla al telefono alla finestra, a voce alta e di tutti i cavoli suoi, una “serie” gratuita che va in onda tutti i giorni (l’orario è altalenante).

Poi c’è il figlio adolescente che manda affanculo il padre e viceversa (con madre in sottofondo che cerca di mediare e viene a sua volta mandata affanculo dal marito) perché – almeno questo ho potuto capire – perché “non lo ascolta”, e ancora cerca di trovare un dialogo con lui.   

Ho scoperto che il rambo che abita sopra la mia testa va a fare la pipì ogni giorno alle 16, circa; che la ragazza che abita al secondo piano ama i miei limoni e che Bruno, ha tutti i cd dei cantautori anni Settanta/Ottanta (però i Pooh non ce la posso fare, veramente) e li fa girare ogni tanto sul piatto dello stereo.

Ma la cosa più bella è stata il giorno di Pasquetta, quando è stato istituito un moto-pony per i picciriddi del palazzo con uno degli inquilini che in sella alla sua gigantesca Bmw 1200 ha fatto fare – a turno – il giro dell’edificio ai bambini. Gratis, però.

Ora aspetto con ansia il 25 aprile, ma non immagino grandi manifestazioni. Da questi balconi non s’è mai cantato, né hanno mai fatto aperitivi, esposto bandiere o fatto applausi a qualcuno. Nemmeno le mutande stendono in questo condominio. Sono persone serie. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA