Pannelli solari obbligatori dal 2029 nelle case (e dal 2025 negli edifici pubblici)
L'Europa si gioca le sue energie rinnovabili per tagliare i ponti con la Russia al più presto spingendo l’acceleratore per portarle dall’obiettivo del 40% nel mix energetico entro il 2030 al 45%
Il principio - espresso anche dal segretario Usa Janet Yellen - è chiaro: «Nessuno può controllare il sole e il vento». Nemmeno Vladimir Putin. L'Europa si gioca le sue energie rinnovabili per tagliare i ponti con la Russia al più presto spingendo l’acceleratore per portarle dall’obiettivo del 40% nel mix energetico entro il 2030 al 45%. E la prima rivoluzione parte dal sole, con l’indicazione di rendere obbligatori i pannelli solari per tutti gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per gli edifici residenziali nuovi entro il 2029. Un progetto che, ha scandito Ursula von der Leyen, è «ambizioso». Ma anche «realistico». E potrà essere sostenuto dai prestiti del Pnrr, da nuove sovvenzioni e dal trasferimento di fondi comuni da Pac e coesione.
Il maxi-piano RePowerEu parte dalla considerazione «più ovvia» per la presidente della Commissione Ue: «Risparmiare energia è il modo più veloce ed economico per affrontare la crisi». Da qui la proposta di innalzare l’obiettivo dell’efficienza energetica dell’Unione, sempre entro il 2030, dal 9 al 13%. E di tagliare in modo drastico i tempi per l'autorizzazione dei nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel dettaglio, i progetti per le rinnovabili dovrebbero diventare di «prevalente interesse pubblico» per legge, con Bruxelles che chiede agli Stati membri di dare nuova prova di unità e lavorare insieme alla rilevazione delle aree più idonee a nuove installazioni. Le procedure di 'permitting', spesso fatte di lungaggini e ritardi, sarebbero così accelerate: per gli impianti eolici o solari nuovi si parla di un anno al massimo, per la rigenerazione di progetti già esistenti i tempi si abbassano a sei mesi. Il tutto grazie a un lavoro di autorizzazione con relativa valutazione di impatto ambientale che verrebbe condotto non dal singolo sviluppatore ma a livello macro per l’intera area. Una spinta fondamentale per l’Italia, dove per l’ok a procedere servono spesso ancora tempi biblici, ma anche per Germania, Olanda, Belgio e Danimarca che hanno appena siglato un’alleanza per fare del Mare del Nord il più grande centro di energia sostenibile d’Europa quadruplicando la capacità eolica offshore totale entro il 2030.