I produttori di vino dell'Etna: «Non chiudete la stazione carabinieri a Passopisciaro»
Comparto etneo in ansia per l’annunciata soppressione: «La presenza dell’Arma aveva ridotto i furti»
Da un lato c’è il comparto dell’Etna del vino che ogni giorno lavora per costruirsi una reputazione nel mare magnum dell’enologia italiana, dall’altra un problema sicurezza che non fa dormire sonni tranquilli agli oltre 500 produttori, di vino e di uva, di uno dei territori vitivinicoli più “appetibili” degli ultimi anni.
Il fulcro di questa preoccupazione è la notizia della prossima chiusura della stazione dei carabinieri di Passopisciaro (sulla SS120), la frazione nel cuore dell’Etna doc, finora presidio contro i periodici furti subìti dalle aziende e anche punto di riferimento per tutti gli abitanti. L’ansia dei produttori si è concretizzata in una pec spedita ai commissari straordinari del Comune di Castiglione di Sicilia (nel cui territorio ricade la metà di tutta la superficie della doc Etna) alla prefetta di Catania e al Comando provinciale dei carabinieri.
Il documento
Nel documento, firmato dal direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta, si chiede di «mettere in atto tutte le azioni che riterrete opportune per evitare la chiusura della sede dell’Arma dei carabinieri di Passopisciaro in quanto presidio indispensabile al mantenimento della legalità in un’area a forte espansione economico-produttiva in cui sarebbe utile esattamente il contrario, cioè potenziare questa struttura periferica per aumentare la sicurezza nelle aree rurali e accompagnare le aziende vitivinicole ad una loro sana crescita». «Solo la caserma di Passopisciaro - sottolinea Irene Badalà, produttrice e componente del cda del Consorzio Etna doc - ha sotto la propria tutela un territorio in cui insiste il 50% delle aziende dell’areale dell’Etna doc».
I furti frequenti
I problemi più gravi sono legati ai furti di macchinari e attrezzature agricole, ma anche pali di castagno e barbatelle, senza contare i furti d’uva nel periodo della vendemmia. «Questa situazione è stata da sempre attenzionata dal Consorzio che un paio di anni fa con la collaborazione dei carabinieri del Comando provinciale chiese di implementare i controlli, cosa che effettivamente è avvenuta. La presenza costante dei militari del presidio di Passopisciaro ha permesso di invertire il trend dei furti, ma non di interromperlo. Per questo riteniamo essenziale che non venga chiuso».
La soppressione della stazione dei cc
La soppressione della stazione di Passopisciaro, rientra nel piano di razionalizzazione previsto dal ministero della Difesa entro la fine del 2023, ma nel caso specifico c’è anche un motivo economico. Il Comune di Castiglione di Sicilia (sciolto per infiltrazioni mafiose nel maggio 2023 e attualmente guidato da tre commissari ndr) non ha più intenzione di pagare i 18mila euro annui per l’affitto dell’immobile che ospita i carabinieri, tanto più che una caserma dei carabinieri a Castiglione esiste già. Anche a Piedimonte Etneo era a rischio soppressione la stazione dei Cc, ma lì il Comune ha trovato i fondi per continuare a pagare l’affitto e la chiusura è stata scongiurata. «In un primo momento - ricorda Badalà - avevamo pensato anche a pagare noi come Consorzio, ma abbiamo ragionato che non poteva funzionare dal punto di vista etico. Potremmo mai pagare l’affitto di un immobile a quegli stessi carabinieri che potrebbero un domani venire nelle nostre aziende per un controllo o una perquisizione?».