Pressione fiscale insostenibile: nell'ultimo trimestre del 2023 è arrivata al 50,3%
La rilevazione dell'Istat
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Nel quarto trimestre 2023 la pressione fiscale è stata pari al 50,3%, in aumento di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni in rapporto al Pil è stato pari a -5,5%, in miglioramento da -6,7% dello stesso trimestre del 2022. Lo comunica Istat nel Conto trimestrale delle Pa.
Il saldo primario (l'indebitamenti al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -1,5% (-1,9% nel quarto trimestre del 2022). «Il quadro di finanza pubblica - scrive l’Istat - mostra un indebitamento in miglioramento e una pressione fiscale in crescita rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente».
Il reddito lordo disponibile e la spesa per consumi finali delle famiglie consumatrici, sempre nel quarto trimestre 2023, sono diminuiti rispettivamente dello 0,1% e dell’1,0% rispetto al trimestre precedente. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è aumentata di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, al 7,0%. Il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento dello 0,4% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie. Istat rileva che "il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando una contrazione rispetto al trimestre precedente, registra la prima variazione tendenziale positiva dopo sette trimestri di flessione». La propensione al risparmio aumenta sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La quota di profitto delle imprese è stimata al 44,4%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 20,2%, è diminuito di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.