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G7, c'è l'accordo sulla Global Minimum Tax (ma le multinazionali Usa sono esentate)

Il nuovo sistema, secondo i leader dei Grandi, dovrebbe garantire una maggiore stabilità e certezza al quadro fiscale internazionale

Redazione La Sicilia

28 Giugno 2025, 19:30

G7, c'è l'accordo sulla Global Minimum Tax (ma le multinazionali Usa sono esentate)

Il G7 ha raggiunto un nuovo accordo sulla Global Minimum Tax, la tassa minima globale sulle multinazionali, introducendo una soluzione che esclude i gruppi statunitensi dalle regole più stringenti previste dall’intesa. La decisione, nata da una proposta “side-by-side” avanzata dagli Stati Uniti, prevede che le aziende americane siano esentate sia dalla regola sull’inclusione del reddito sia da quella sugli utili sotto-tassati, riconoscendo le attuali norme fiscali minime già in vigore negli USA.

Nel comunicato ufficiale della presidenza canadese si sottolinea che questa soluzione parallela punta a preservare i principali risultati ottenuti finora nella lotta contro l’erosione della base imponibile e il trasferimento dei profitti verso paesi a fiscalità agevolata. Il nuovo sistema, secondo i leader del G7, dovrebbe garantire una maggiore stabilità e certezza al quadro fiscale internazionale, favorendo anche un dialogo costruttivo sulla tassazione dell’economia digitale e sulla tutela della sovranità fiscale di ciascun paese.

L’accordo si basa sull’impegno congiunto dei membri del G7 a proseguire la collaborazione all’interno del cosiddetto “inclusive framework”, con l’obiettivo di contrastare i rischi di erosione della base imponibile e di profit shifting. In concreto, il sistema affiancato escluderà completamente i gruppi controllati dagli Stati Uniti dall’applicazione delle regole sugli utili sotto-tassati e sull’inclusione del reddito, sia per i profitti nazionali che per quelli esteri.

Cosa è la global minimum tax

La Global Minimum Tax è una tassa minima globale, introdotta a livello internazionale per assicurare che i grandi gruppi multinazionali paghino almeno il 15% di tasse sugli utili realizzati in ciascun Paese in cui operano. Questa misura è stata promossa dall’OCSE e adottata dall’Unione Europea per contrastare fenomeni come l’elusione fiscale e il trasferimento dei profitti verso Paesi a bassa tassazione, i cosiddetti paradisi fiscali.

Parallelamente, il G7 si impegna a lavorare su un sistema parallelo che semplifichi la gestione e la conformità amministrativa del secondo pilastro della riforma fiscale (Pillar 2), valutando anche possibili modifiche al trattamento dei crediti d’imposta non rimborsabili, per allinearli a quelli rimborsabili.

L’intesa rappresenta un passo avanti, ma conferma anche la complessità della Global Minimum Tax: se da un lato si cerca di evitare la corsa al ribasso delle aliquote fiscali tra i paesi, dall’altro la mancata piena adesione di Stati Uniti e Cina lascia ancora incertezza sull’efficacia globale della riforma. In Italia, la tassa minima del 15% sulle multinazionali è già in vigore dal 1° gennaio 2024, ma restano dubbi sull’effettivo gettito e sulla capacità del nuovo sistema di colpire realmente i giganti del web e le grandi aziende globali.