La Porsche scrive ai dipendenti: «Aspettatevi altri tagli». Perché il colosso della auto tedesche è in crisi
La concorrenza della Cina, i dazi Usa e il dollaro debole stanno mettendo a rischio la tenuta dei conti
Il produttore tedesco di auto sportive Porsche ha avvertito i dipendenti di prepararsi a una nuova tornata di tagli ai costi, nell’ultimo colpo per il già provato settore automobilistico tedesco. «La situazione resta seria e il settore sta evolvendo in maniera molto dinamica», ha dichiarato la dirigenza Porsche in una lettera ai dipendenti, di cui alcuni estratti sono stati condivisi con Afp.
«Il nostro modello di business, che ci ha sostenuto per molte decadi, non funziona più nella sua forma attuale», si legge nella lettera. «Le nostre condizioni operative sono peggiorate drasticamente in un breve periodo di tempo», si legge. Le trattative sono previste per la seconda metà dell’anno «al fine di assicurare il futuro a lungo termine dell’azienda», prosegue la lettera, senza fornire dettagli sulle possibili misure.
La forte concorrenza in Cina da parte dei produttori locali, i dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e l’indebolimento del dollaro rispetto all’euro stanno tutte mettendo sotto pressione Porsche, secondo i dirigenti. Anche i costi dell’aumento della produzione di veicoli elettrici a fronte di una domanda tiepida stanno danneggiando l’azienda, aggiungono.
A febbraio l’azienda aveva annunciato 1.900 esuberi, mentre il gruppo Volkswagen, di cui Porsche fa parte, è già impegnato in una riduzione di 35.000 posti di lavoro entro il 2030. Lo scorso aprile Porsche ha rivisto al ribasso le previsioni di utili e di vendite per l’anno, citando le «continue e difficili condizioni di mercato» in Cina. Le consegne di veicoli Porsche in Cina sono calate del 28% nel primo semestre dell’anno e del 6% a livello globale.