Sicilia e grandi opere, tra fondi record e ritardi: il punto sui cantieri stradali e ferroviari
Decine di miliardi per ferrovie, strade ed interventi strategici. Ma cantieri rallentati da extra costi e vincoli
Decine di miliardi di euro di investimenti complessivi per realizzare il più imponente programma di opere infrastrutturali per il trasporto e la logistica mai visto prima d’ora dal Secondo dopoguerra, la Sicilia è oggi la regione in cui stanno convergendo in misura massiccia capitali, imprese, lavoratori e know how. Un impegno severo tra ricerca e stanziamento di fondi, appalto delle opere, apertura dei cantieri, avvio dei lavori, vincoli ambientali, remore territoriali e cavilli burocratici, che fatica a rispettare tempi e costi. Secondo un monitoraggio di Uniontrasporti, società in house del sistema camerale, che ha elaborato dati forniti dalle stazioni appaltanti, nelle infrastrutture in corso di realizzazione in Sicilia, ci sono luci, ma anche ombre. A cominciare dalla velocizzazione della linea Fs Catania-Siracusa.
L’intervento è suddiviso in due lotti: il primo è Bicocca-Augusta, il secondo Augusta-Targia. L’opera costa 138 milioni, ma le risorse disponibili coprono solo il 69% dell’importo. Pertanto i lavori della tratta Bicocca-Targia, lunga circa 68 km, sono al momento sospesi per mancanza di fondi.
Il collegamento ferroviario (alta velocità-alta capacità) Palermo-Catania prevede un’infrastruttura a doppio binario. L’attivazione avverrà per fasi, attualmente pianificate entro il 2030.
Sono pressochè conclusi i lavori sulle tratte Bicocca-Catenanuova (il 19 ottobre ne è prevista l’apertura), si lavora nelle tratte Catenanuova-Dittaino, Dittaino-Enna, Enna-Caltanissetta Xirbi e Caltanissetta Xirbi-Lercara-Roccapalumba; mentre è in fase di progettazione esecutiva le tratte Fiumetorto-Lercara. Il costo complessivo ammonta a 8,082 miliardi. La seconda fase concerne l’adeguamento della linea storica per migliorare l’interoperabilità e l’aggiunta di altri tratti a doppio binario, grazie alle opere realizzate nella prima fase, incluse lunghe gallerie. È in corso la revisione della progettazione. Il costo è di 567 milioni, ma mancano i fondi.
Le principali criticità in corso di risoluzione riguardano le carenze idriche ed elettriche (il funzionamento delle TBM, i macchinari che scavano le gallerie, richiedono parecchia acqua ed energia). Da segnalare inoltre l’aumento dei prezzi e le difficoltà di approvvigionamento dei materiali da costruzione.
Il raddoppio Giampilieri-Fiumefreddo sulla Messina-Catania si sviluppa in variante rispetto all’attuale linea per una lunghezza di circa 42 km, completerà il raddoppio della linea Me-Ct mantenendo un breve collegamento con la stazione di Letojanni. Costo 2,458 miliardi. L’infrastruttura presenta un aumento dei costi negli ultimi 3 anni pari al 6,8% dovuti in parte a criticità geologiche ed ambientali oltreché idriche ed elettriche legate al funzionamento dei macchinari di scavo. Veniamo all’ammodernamento e raddoppio delle Statali 121 e 189 tra Palermo ed Agrigento (Lercara Friddi) per migliorare la sicurezza, la viabilità e la capacità di traffico. Il costo è di 234 milioni e sono interamente disponibili.
I lavori sono in corso, ma si registrano ritardi sulla tabella di marcia. Iniziati nel 2013, i lavori hanno infatti subito gravi rallentamenti e inconvenienti (ad esempio il crollo del Viadotto Scorciavacche), con slittamento delle scadenze, maggiori costi e blocchi dei cantieri. Il progetto ha inoltre subito interruzioni dovute alla fine dei finanziamenti e alla diminuzione del personale impiegato. E’ stato pertanto necessario procedere con la rinegoziazione delle condizioni dell’appalto, con conseguente aggiornamento dei prezzi. Infine le complessità urbanistiche e ambientali: l’adeguamento infrastrutturale ha incontrato difficoltà dovute alla complessità del territorio, ai vincoli ambientali e alla necessità di procedere ad espropri.
Sull’itinerario Ragusa-Catania, del quale sono in corso i lavori per l’ammodernamento a quattro corsie della Ss 514, l’Anas, ma anche le ditte che stanno realizzando l’opera, hanno dovuto affrontare diversi problemi, in gran parte risolti: il percorso attraversa aree con vincoli paesaggistici, ambientali e archeologici che hanno imposto approfondimenti e modifiche progettuali per la tutela del territorio. È stato necessario compiere diversi passaggi burocratici e autorizzativi e lunghi e complessi, con necessità di varianti progettuali e integrazioni in corso d’opera. «Nonostante tutto – dice Antonello Fontanili, direttore di Uniontrasporti - siamo fermamente convinti che alla fine, quando le opere saranno finite e entreranno in esercizio, la Sicilia potrà diventare un hub logistico di prima grandezza nel Mediterraneo».