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Commercio, meno burocrazia e 5 festivi chiusi

Di Giuseppe Bianca |

Palermo. La Regione è pronta a ripensare il sistema di pianificazione e programmazione delle autorizzazioni degli esercizi commerciali. Tra i nodi centrali della riforma che il governo regionale sta predisponendo infatti c’è quello di garantire una visione generale e meno generica rispetto a quella interpretata a volte dai comuni siciliani e dalle singole esigenze dei territori. È quanto emerso dalla sesta Conferenza sul commercio in programma a Palermo, lo spartiacque che il governo regionale ha individuato, l’occasione per creare «un prima e un dopo». Non solo riprogrammare le nuove aperture di attività commerciali, ma garantire un punto di equilibrio complessivo.

«Quella di oggi – ha evidenziato il presidente della Regione Nello Musumeci – è una straordinaria opportunità per mettere insieme proposte e sensibilità diverse, ascoltare le esigenze che emergono direttamente dagli addetti ai lavori. Erano dieci anni che non si organizzava un momento di incontro con i commercianti. È da vent’anni che ci si chiede se la legge sul commercio in Sicilia sia ancora attuale»

Tra gli obiettivi posti al centro della riforma c’è intanto una profonda semplificazione amministrativa, ma anche sburocratizzazione, pianificazione commerciale in ambito comunale e regionale, commercio online, mercato del ‘chilometro zero’, ma anche la riorganizzazione dei mercati rionali storici, la programmazione di vendite promozionali e saldi e le esigenze della piccola e grande distribuzione. Per Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive: «si tratta di un disegno di legge che abbiamo condiviso con enti locali e associazioni alla Conferenza del commercio perché vogliamo al più presto portala all’Ars».

Tra i corollari immaginati dall’assessore trapanese anche il contenimento delle asimmetrie di distribuzione e la razionalizzazione degli insediamenti commerciali nell’ambito del tessuto produttivo regionale. Nello schema di Turano trova posto anche il rafforzamento del percorso già avviato di modulistica unica, per quanto riguarda le attività commerciali su aree private gli esercizi di vicinato saranno attivabili con SCIA, mentre le medie strutture di vendita avranno bisogno di una autorizzazione, nel rispetto delle previsioni del piano comunale di urbanistica commerciale. Sul versante delle grandi strutture di vendita invece sarà prevista l’autorizzazione, previo parere di una conferenza di servizi. Nel disegno di legge viene affrontato anche il tema delle giornate e degli orari di lavoro. Nel rispetto della normativa in materia di concorrenza e liberalizzazione del mercato, viene introdotto l’obbligo, indistintamente per tutti gli operatori del settore commercio, di chiudere gli esercizi commerciali per 5 festività nell’arco dell’anno solare (1 gennaio, Pasqua, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre).

Dirompente il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che è intervenuto nel pomeriggio: «L’unica vera rivoluzione che si deve intestare la Sicilia è questa: eliminare il sistema delle autorizzazioni preventive che bloccano le imprese» e alle categorie produttive ha detto: «Abbiate il coraggio di lamentarvi, dovete fare vostra questa battaglia e diventare martellanti con la politica».

In una nota infine Vittorio Messina, presidente regionale di Confesercenti ha ribadito come «servano misure per promuovere e sostenere l’innovazione nel settore del commercio al dettaglio e agevolare un complessivo riposizionamento strutturale che accresca la competitività delle imprese che operano in tale settore. La crisi dei centri commerciali extraurbani di prima generazione – ha continuato – incoraggia il rilancio delle strutture tradizionali di piccola e media dimensione nei centri storici e nei quartieri».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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