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Il colpo di scena sul mare: Leonardo Maria Del Vecchio sceglie il megayacht “Giorgio Armani” da 72 metri

Un acquisto che intreccia industria, design e finanza: varato il 7 maggio e svelato al Monaco Yacht Show, ridisegna gli standard dell’ultra-lusso made in Italy.

Redazione La Sicilia

05 Dicembre 2025, 17:41

Il colpo di scena sul mare: Leonardo Maria Del Vecchio sceglie il megayacht “Giorgio Armani” da 72 metri

All’alba, la luce radente di Montecarlo trasforma l’acciaio in seta. Dal profilo “a terrazze sospese” della prua, lo scafo taglia il riflesso del porto come un abito su misura. È il megayacht Admiral “Giorgio Armani” da 72 metri, il primo yacht interamente disegnato dal grande stilista scomparso, che ora — secondo indiscrezioni confermate da più testate — entra nella disponibilità di Leonardo Maria Del Vecchio. Un passaggio di proprietà che unisce tre storie italiane: quella dell’occhialeria globale della famiglia Del Vecchio, la maestria nautica di The Italian Sea Group (TISG) e il linguaggio estetico senza tempo di Giorgio Armani. L’imbarcazione è stata varata il 7 maggio 2025 a Marina di Carrara e presentata in anteprima pubblica al Monaco Yacht Show tra il 24 e il 27 settembre 2025.

Un acquisto-simbolo in un momento chiave per la galassia Del Vecchio

Il nome di Leonardo Maria Del Vecchio — uno degli eredi del fondatore di Luxottica e oggi figura di spicco nell’orbita di Delfin e EssilorLuxottica — torna così al centro della cronaca economica. Con una quota del 12,5% nella holding di famiglia e un patrimonio personale stimato nell’ordine di diversi miliardi di dollari, Del Vecchio jr. rappresenta la generazione che traghetta l’impero nella nuova fase di crescita e diversificazione. L’acquisto dello yacht, oltre all’inevitabile eco glamour, è un tassello coerente con un profilo da grande collezionista di asset di qualità, in anni segnati da movimenti strategici di Delfin nel sistema finanziario italiano (da Generali a MPS).

Il progetto: quando la sartoria diventa architettura navale

Il Giorgio Armani 72m nasce dalla collaborazione tra Armani/Casa e il Centro Stile di Admiral – The Italian Sea Group. Non un semplice “allestimento” di interni, ma una visione integrale: linee esterne pure, volumi geometrici che dialogano con curve lunghe e una grammatica materica sobria, quasi monacale. Ai contrasti esterni corrisponde un interno che privilegia la continuità visiva, amplificata da ampie vetrate a tutta altezza e da una palette di toni sabbia, grigi e oro chiaro. Marmi come il Black Marquinia e il Calacatta, noce canaletto, metalli satinati e sistemi di illuminazione artigianali compongono un paesaggio domestico che rifiuta l’ostentazione e punta su un lusso discreto.

Sul piano funzionale, la barca adotta soluzioni di architettura “a terrazze” per i ponti superiori: ambienti che si aprono come logge sospese sul mare, concepiti per modulare privacy e convivialità. Il ponte armatoriale — circa 180 metri quadrati — è un appartamento galleggiante, con spazi dedicati allo studio, alla conversazione e alla vita all’aperto. A prua, un’area configurabile come touch-and-go per elicottero estende la gamma di utilizzo, mentre a poppa il beach club mette in comunicazione il mare e gli interni con una piscina integrata. Completano il quadro una spa privata, una palestra e sei cabine ospiti en suite sul ponte principale per fino a 14 persone, oltre agli alloggi per un equipaggio di circa 20 membri.

Perché conta (anche) per l’economia

Il valore di un megayacht non si misura soltanto nella cifra d’acquisto. Un progetto di 72 metri mobilita un indotto fatto di cantieristica, fornitori di arredi e impiantistica, componentistica ad alta tecnologia, brokeraggio, refitting, crew management, assicurazioni e servizi portuali. Nel caso Armani–TISG, si aggiunge il moltiplicatore reputazionale di una collaborazione tra moda e nautica che rafforza il posizionamento del “lusso industriale” italiano nelle filiere globali.

Per The Italian Sea Group, l’operazione rappresenta un case study: un partnership di design che crea valore tangibile (vendita dell’asset) e intangibile (rafforzamento del marchio Admiral presso una clientela ultra-high-net-worth). Per il sistema Armani, è la conferma della trasversalità del linguaggio estetico della maison: quando il design diventa piattaforma capace di spostarsi tra abbigliamento, residenze, hospitality e — ora — grandi yacht.

Leonardo Maria Del Vecchio: profilo e rotta personale

Classe 1995 (età compatibile con la generazione che oggi presidia l’innovazione di EssilorLuxottica), Leonardo Maria è l’unico figlio di Leonardo Del Vecchio e Nicoletta Zampillo. Fa parte del gruppo di otto eredi che detengono ciascuno il 12,5% di Delfin, la holding lussemburghese al vertice di un portafoglio che include EssilorLuxottica, Generali, Mediobanca, UniCredit e Covivio. Nella narrazione internazionale, il suo profilo è spesso associato alle funzioni strategiche nell’area corporate e al ruolo di ponte con la nuova generazione.

In questo quadro, lo yacht Admiral “Giorgio Armani” 72m non è solo un bene rifugio emozionale: può diventare un asset relazionale, un luogo di rappresentanza capace di ospitare roadshow, incontri riservati, relazioni con partner e stakeholder globali. In altre parole, un strumento di reputazione coerente con la matrice internazionale del gruppo.

Prezzi, riservatezza e il tema del valore

Nel mondo dei megayacht custom, il prezzo è spesso un’indicazione di zona più che una cifra definitiva: dipende da personalizzazioni, impianti, materiali, tempi e post-vendita. Per il Giorgio Armani 72m, le fonti di settore riportavano — prima della rivendita e delle ulteriori customizzazioni — una richiesta nell’ordine dei 105 milioni di euro. La cifra finale dell’acquisto attribuito a Leonardo Maria Del Vecchio non è stata resa pubblica; è prudente dunque considerare la stima come indicativa del livello di mercato per una piattaforma di queste dimensioni e complessità.