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L’intervista

Manlio Messina: «I soci di Etna Sky? Li rivelerò a gennaio. E intanto lavoro con l’ex direttore di Wind Jet»

Il parlamentare: «Non è che perché sono un deputato devo mostrare il mio didietro a tutti. Niente fondi, ma investitori privati. Prezzi calmierati per tutti i siciliani: anche a 100 euro a volo ci guadagni»

Luisa Santangelo

06 Dicembre 2025, 06:59

Manlio Messina: «I soci di Etna Sky? Li rivelerò a gennaio. E intanto lavoro con l’ex direttore di Wind Jet»

«Non mi occupo di politica in questo momento».

Detto da un deputato della Repubblica fa una certa impressione, ammetterà.

«Intendo dire: non mi occupo di partiti, faccio solo il parlamentare e poi porto avanti questa mia passione...».

La compagnia aerea che Manlio Messina, forse il più celebre tra gli ex Fratelli d’Italia in Sicilia, sta lanciando in lungo e in largo è Etna Sky. Certo, è ancora un embrione; ma l’obiettivo, ambizioso, è di volare già per la primavera-estate 2026.

Messina, chi c’è dentro a questa compagnia aerea? Chi sono i suoi soci?

«Ci sono accordi di riservatezza, pienamente legali e legittimi, per cui non posso fare i nomi».

Lei però non è un cittadino qualunque. Lei è un parlamentare nazionale, che si prepara a chiedere autorizzazioni a enti controllati dal governo. Ed è di pubblico interesse sapere con chi collabora, no?

«Sarebbe di pubblico interesse laddove io usassi fondi pubblici. Ma i fondi con cui sarà costituita Etna Sky sono interamente privati. Non è che perché sono un parlamentare devo mostrare il mio didietro a chiunque, no? Non capisco questo tentativo di mettere in cattiva luce un’iniziativa prima ancora che succeda qualunque cosa».

Si è detto che per la compagnia aerea ci vorranno circa 20 milioni di euro di investimento iniziale, è corretto?

«Sì, più o meno le cifre sono quelle».

Quindi non ritiene che sia di pubblico interesse sapere chi darà 20 milioni di euro a un deputato della Repubblica italiana?

«Non ci siamo capiti, forse. Io dico che siamo in una fase di lancio molto delicata e nell’ambito della quale è legittimo che un imprenditore, anche per tutelarsi rispetto alla concorrenza, possa decidere di non volersi esporre in prima persona. Da questo derivano gli accordi di riservatezza. Ma ci tengo a rassicurare tutti: quando si farà l’aumento di capitale, tutti i soci saranno in chiaro e saranno pubblici, come legge e trasparenza prevedono».

Cioè quando?

«Entro fine gennaio 2026. Per ora Etna Sky spa, costituita a Milano il 2 dicembre, ha un capitale sociale di 20mila euro diviso fra due soci. Uno sono io e l’altra è la persona che mi sta aiutando da anni: è Angelo Lo Bianco, ex direttore generale della Wind Jet, prima ancora direttore finanziario di Air Sicilia. Io l’ho conosciuto quando era consulente di Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani, e io, da assessore, volevo costruire una compagnia aerea siciliana totalmente pubblica. Poi non c’è stata la volontà di farla con la Regione, e allora la sto facendo io».

Quanti saranno i soci, a fine gennaio 2026?

«Quelli principali saranno cira una decina. Amici o buoni conoscenti. Saranno tutti siciliani, tranne uno che è romano e un altro che è lombardo. Poi ci saranno anche altri imprenditori che saranno coinvolti con cifre piccole: due, trecento mila euro, mezzo milione...».

A noi qualche nome è stato sussurrato. I costruttori Colombrita, Simone Massaro di Acireale, Matteo Rando di Tremestieri Etneo (il fratello dell’ex sindaco, ndr), Luigi Reale, gli imprenditori Rappa di Palermo...

«Per il patto di riservatezza non posso dire niente né commentare i nomi che fate. Però abbiamo pensato a una sorta di azionariato popolare...».

Azionariato popolare con la sua storia politica e quei nomi non proprio popolari...

«Avrei anche potuto vendere a un fondo, adesso lo fanno tutti. Il fondo però poi ci vuole guadagnare e tutti i progetti di fare volare i siciliani a prezzi calmierati sparirebbero. Invece, così, non abbiamo soci di maggioranza. Anche perché sono anni che studio e posso dirlo: un volo nazionale se lo vendi a cento euro ci guadagni. Se lo vendi a seicento euro ci stra-guadagni. Ma chi ha voglia di stra-guadagnare sulla pelle dei siciliani? Non io, certamente».

Quanto ci ha messo Etna Sky per vedere la luce, quantomeno nelle sue idee?

«Con Angelo Lo Bianco ci lavoriamo da tre anni, non è una cosa semplice. Io, però, penso che i siciliani ne abbiano bisogno. Il piano industriale prevede prima una partenza con rotte nazionali, poi europee e poi intercontinentali. A poco a poco, in un piano di sviluppo pluriennale. Quando avremo il capitale sociale necessario, chiederemo il Coa, il certificato di operatore aereo. Nel frattempo abbiamo già cooptato le circa quindici persone che servono per tutti gli adempimenti necessari e stiamo trattando per i leasing degli aerei. Capiamoci: abbiamo già i comandanti».

Visto che ha un ex Wind Jet come socio, quali sono le prospettive per tenervi in piedi? Wind Jet, quando è fallita, ha letteralmente spezzato le ali a un territorio. Ed erano altri anni, non c’era nemmeno tutta la concorrenza di oggi.

«Non è che uno si sveglia e fa una compagnia aerea. La stiamo facendo perché, in base alle nostre valutazioni, c’è spazio per farla. Wind Jet è fallita per ragioni diverse dalla sostenibilità della compagnia, che probabilmente sarebbe stata solida. Il fatto sa qual è? Che è un settore che da noi non conosce nessuno».

Ci saranno altri politici, oltre a lei?

«Assolutamente no. La politica, l’ho detto, in questo momento non voglio sentirla nominare. Se mi tornerà la passione, chissà...».