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Il dato

Allarme concorrenza sleale in Sicilia: colpite trentamila aziende artigiane

A lanciarlo è Confartigianato, che nel suo report "Galassia Imprese" sottolinea come sia colpito oltre il 40% di chi opera nel settore. E chi sta peggio sono acconciatori ed estetisti

Redazione La Sicilia

09 Dicembre 2025, 07:26

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Allarme concorrenza sleale in Sicilia: colpite trentamila aziende artigiane

Trentamila aziende artigiane in Sicilia, pari al 42,4 per cento del totale regionale, sono costrette a subire quotidianamente pressioni a causa di pratiche commerciali scorrette. L'allarme per l'Isola arriva dal ventesimo rapporto annuale di Confartigianato Imprese, intitolato "Galassia Impresa: l’espansione dell’universo produttivo italiano".

Lo studio evidenzia come questo fenomeno dilagante si traduca in una perdita anomala di clienti, nella necessità di ridurre i prezzi in maniera insostenibile e in una forte erosione dei margini. A ciò si aggiungono i costi aggiuntivi sostenuti dalle imprese per difendersi legalmente o proteggere il proprio marchio, rendendo arduo competere non sulla qualità del lavoro, ma a causa del mancato rispetto delle regole da parte di altri operatori.

Tra i settori più duramente colpiti, in proporzione ai dati nazionali, spiccano gli acconciatori ed estetisti: il 96,02 per cento delle loro 8.684 aziende regolari prende decisioni strategiche influenzate dalla concorrenza sleale dovuta all’abusivismo. Seguono i riparatori di beni per uso personale e domestico (come sarti, calzolai, restauratori, riparatori di biciclette ed elettrodomestici), con ben il 95 per cento delle 1.819 aziende del comparto sotto pressione. Anche potatori e giardinieri registrano un impatto significativo, con l’81,3 per cento delle loro 362 aziende regolarmente registrate influenzate dalla concorrenza. Pesante anche il danno per i fotografi, risentendo del fenomeno il 74,2 per cento delle attività.

Altri settori artigiani, più tradizionali e legati alla forza fisica, mostrano dati leggermente inferiori ma comunque preoccupanti: il 49,42 per cento dei traslocatori, il 49,32 per cento dei tassisti e il 45,2 per cento dei riparatori di automobili subiscono pressioni. Poco sopra il 43 per cento si trovano categorie cruciali come muratori, elettricisti, idraulici e pittori edili.

“Il recente rapporto di Confartigianato – ha dichiarato il presidente regionale di Confartigianato, Emanuele Virzì – conferma quanto da tempo denunciamo: abusivismo e concorrenza sleale rappresentano una seria minaccia per la sostenibilità delle imprese artigiane siciliane. Per tutelare il lavoro regolare e la qualità dei servizi, sono necessari interventi mirati e concreti”.

Virzì conclude ribadendo la disponibilità dell’associazione ad attivare tavoli di confronto con le istituzioni e con il governo, per individuare misure adeguate a garantire un contesto favorevole allo sviluppo e alla crescita delle imprese artigiane sane e regolari. Sottolinea, inoltre, l’urgenza di politiche che sostengano fiscalmente le imprese che rispettano le norme e creano occupazione: “Dietro ogni dato economico ci sono persone e famiglie che quotidianamente pagano il prezzo dell’abusivismo e della concorrenza sleale”.