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Dumping contrattuale in provincia di Ragusa, la Cgil dà i numeri

Presentato "Occhio al contratto" per garantire maggiori tutele ai lavoratori

17 Dicembre 2025, 12:03

Dumping contrattuale in provincia di Ragusa, la Cgil dà i numeri

Da sinistra Pisana, Mannino e Roccuzzo

Uno strumento digitale per smascherare i contratti pirata e restituire potere informativo ai lavoratori. Si chiama “Occhio al Contratto” ed è il fulcro dell’iniziativa presentata questa mattina dalla CGIL di Ragusa durante la conferenza stampa dedicata al Report 2024 sul dumping contrattuale. “Un sindacato è davvero moderno quando trasforma l’analisi in azione”: l’organizzazione iblea lo ha fatto ideando, progettando e mettendo online una piattaforma accessibile dal sito www.cgilragusa.it che consente, in pochi secondi, di verificare se il contratto applicato è regolare o se rientra tra quelli cosiddetti pirata.

È sufficiente inserire il codice del CCNL riportato nell’Unilav: l’esito è immediato e inequivocabile. Si tratta di un’innovazione nata nel territorio, già apprezzata dalla CGIL Sicilia — presente con la Segreteria regionale — e oggetto di concreto interesse da parte della CGIL nazionale, a conferma della sua portata e replicabilità. Non un esercizio teorico, ma una risposta pratica a un fenomeno diffuso e spesso sommerso. Accanto alla presentazione dello strumento, la CGIL ha illustrato i numeri del Report 2024, che restituiscono l’immagine di un mercato del lavoro segnato da precarietà strutturale, contrattazione al ribasso e diritti compressi. Alla presenza del segretario generale della CGIL di Ragusa, Giuseppe Roccuzzo, e del segretario generale della CGIL Sicilia, Alfio Mannino, sono stati diffusi dati tutt’altro che rassicuranti: nel 2024, in provincia di Ragusa, si contano oltre 102 mila assunzioni riferite a circa 70 mila persone.

Un volume che, isolato, potrebbe sembrare positivo, ma nasconde un macigno: il 78,5% dei rapporti è a tempo determinato, spesso reiterato più volte nell’arco dello stesso anno. Nei casi estremi si arriva a 70 contratti in dodici mesi per lo stesso lavoratore, una giostra di instabilità che svuota di senso l’idea di occupazione stabile. Ancora più allarmante il capitolo sui contratti pirata e sull’uso improprio dei codici contrattuali CD e ND. Quasi un’assunzione su quattro (22,8%) ricade in contratti non sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative o privi di corretta codificazione. Dal lato delle imprese, il fenomeno assume dimensioni sistemiche: il 38% dei datori di lavoro che ha assunto nel 2024 ha utilizzato queste forme elusive. I comparti più colpiti sono commercio e servizi, alloggio e ristorazione, attività professionali e servizi alle imprese, dove il dumping contrattuale diventa leva di concorrenza sleale, comprimendo retribuzioni e tutele e penalizzando le aziende corrette che applicano i CCNL autentici.

Il report evidenzia anche una marcata criticità di genere. Le donne rappresentano il 34% delle assunzioni complessive, ma la loro incidenza cresce sensibilmente all’interno dei contratti pirata, fino a sfiorare — e in alcuni casi superare — la parità: una doppia vulnerabilità che si traduce in minori diritti e salari più bassi. Sul piano territoriale, le anomalie più vistose si concentrano nei comprensori di Ragusa e Modica, con un picco nel manifatturiero modicano, dove la presenza di contratti irregolari è quasi totalizzante. Un quadro che impone controlli più efficaci e un’attenzione istituzionale mirata. “Il dumping contrattuale — hanno sottolineato Roccuzzo e Mannino — non è soltanto una scorciatoia per abbattere il costo del lavoro, ma una vera forma di dumping sociale. Produce lavoro povero, indebolisce la coesione del territorio e compromette il futuro previdenziale di migliaia di persone”.

Da qui la funzione chiave dell’innovazione: “Occhio al Contratto” nasce per restituire ai lavoratori il potere dell’informazione, perché conoscere il proprio CCNL significa difendere il salario, che può subire una perdita fino a 500 euro al mese se regolato da un contratto pirata. Il Report 2024 è concepito come base di confronto con istituzioni, associazioni datoriali e opinione pubblica. Senza regole chiare sulla rappresentanza, controlli puntuali e trasparenza, il mercato del lavoro continuerà a generare disuguaglianze. Oggi un lavoratore può trovarsi di fronte a tre contratti differenti: uno indicato nell’Unilav, uno in busta paga e un altro comunicato all’INPS tramite i flussi Uniemens. Una distorsione resa possibile dalla mancata applicazione uniforme dell’obbligo, introdotto nel 2020, di riportare il codice alfanumerico CNEL del CCNL. Il rispetto di tale obbligo consentirebbe verifiche incrociate efficaci da parte degli enti preposti. Per questo la CGIL Ragusa propone: interoperabilità delle banche dati; obbligatorietà del codice CNEL in busta paga; comunicazione del contratto applicato alla Camera di Commercio; una codifica nazionale vincolante tra codici ATECO e contratti effettivamente applicabili, limitando l’abuso dei multisettoriali. Solo con trasparenza, codici univoci e controlli reali si potrà evitare che un lavoratore sia assunto con un contratto, pagato con un altro e dichiarato all’INPS con un terzo, spesso per finalità elusive. Questo report vuole essere, al tempo stesso, strumento di analisi e base per l’azione sindacale, per aprire un confronto serio sul futuro del lavoro nel territorio ibleo. “La qualità del lavoro è la vera infrastruttura dello sviluppo — hanno concluso Roccuzzo e Mannino — ed è su questa che si costruiscono dignità, crescita e futuro. Su questo terreno non sono ammesse deroghe”.