Manovra
Addio al cumulo delle rendite: salta l'accesso anticipato alla pensione di vecchiaia
A partire dal 2025 il governo abroga la possibilità di cumulare le rendite dei fondi pensione per accedere in anticipo alla pensione
Sfuma la possibilità di accedere in anticipo alla pensione di vecchiaia tramite il cumulo delle rendite dei fondi di previdenza complementare. Lo stabilisce un nuovo emendamento del governo alla manovra, che abroga una disposizione varata con la precedente legge di bilancio e prevede risparmi sulla spesa previdenziale fino a 130,8 milioni di euro nel 2035.
La modifica elimina, a partire dal 2025, la facoltà di computare, su richiesta, il valore di una o più rendite derivanti da forme pensionistiche integrative ai soli fini del raggiungimento della soglia mensile necessaria per l’accesso alla pensione di vecchiaia, a condizione di avere almeno 20 anni di contribuzione ed essere interamente nel regime contributivo.
“Quella è una cosa introdotta l'anno scorso, dal nostro governo, che pare non interessasse a nessuno. A me dispiace ma evidentemente non è stata ritenuta strategica”: così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha risposto a chi chiedeva della misura contenuta nel nuovo emendamento che fa venir meno il cumulo con le rendite della previdenza complementare per l’anticipo della vecchiaia.
Nel contempo aumentano ulteriormente i tagli all’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci.
L'emendamento del governo alla manovra aumenta i tagli di 50 milioni nel 2033 e di 100 milioni dal 2034.
La legge di bilancio, nel testo originario, già prevede una decurtazione, «a seguito dell’attività di monitoraggio», di 20 milioni nel 2027, 60 milioni per il 2028 e 90 milioni dal 2029.
La modifica del governo prevede che restino 90 milioni in meno fino al 2032; nel 2033 l’ammontare dei tagli salga a 140 milioni, mentre dal 2034 la decurtazione diventi di 190 milioni annui.