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Il dato

Il Pil cresce piano, ma il divario Nord-Sud si allarga: in Lombardia il reddito disponibile è il doppio rispetto a quello della Sicilia

Nel Mezzogiorno aumenta l'occupazione ma resta ai margini con 17.800 euro pro capite: perché l'Italia è spaccata in due

Redazione La Sicilia

22 Dicembre 2025, 11:52

Il Pil cresce piano, ma il divario Nord-Sud si allarga: in Lombardia il reddito disponibile è il doppio rispetto a quello della Sicilia

Il Pil italiano cresce piano nel 2024 (+0,7% sul 2023), ma le forbici tra Nord e Sud si allargano sul reddito disponibile: al Mezzogiorno si ferma a 17.800 euro per abitante, contro i 25.900 del Centro-Nord. Un divario che sfiora il 70%, mentre l'occupazione corre proprio al Sud (+2,2%).

Lo certifica l'Istat nei Conti economici territoriali 2022-2024. Il Nord-ovest balza in testa con un Pil pro-capite nominale da 46.100 euro, tallonato dal Centro; il Sud arranca sotto i 25.000. Eppure, il reddito disponibile sale ovunque in valori correnti (+3% nazionale), con picchi al Sud (+3,4%) e minimo al Nord-est (+2,7%).

Crescita a due velocità: Nord-ovest al +1%, Sud in linea con la media

La dinamica del Pil in volume premia il Nord-ovest (+1%), spinto da servizi finanziari (+3,9%), commercio e trasporti (+1,3%), nonostante cali in industria (-0,5%) e altri servizi (-2,5%). Il Centro segue a +0,8%, grazie ad agricoltura (+5,3%), costruzioni (+1,5%) e industria (+1,2%).

Il Mezzogiorno tiene il passo nazionale (+0,7%), con rimbalzi in costruzioni (+3,7%) e servizi finanziari (+2,3%), ma frenato da industria (-0,4%) e altri servizi (-0,6%). Il Nord-est arranca (+0,1%), zavorrato da commercio (-2%) e servizi (-0,9%).

Rispetto al 2019, tutti i territori superano i livelli pre-pandemia: Sud e Nord-ovest guidano con +7,7% e +7% sul Pil in volume. I consumi familiari crescono dello 0,7% nazionale, ma al Sud solo +0,4%.

Occupati: il Sud accelera, ma il reddito non decolla

La sorpresa è sull'occupazione: +2,2% al Mezzogiorno contro +1,6% nazionale. Un segnale positivo, ma insufficiente a colmare il gap reddituale cronico.

I dati Istat ridisegnano la mappa economica italiana: il Nord produce ricchezza, il Sud crea posti ma resta povero. Un'emergenza strutturale che Roma non può più ignorare.

Sicilia vs Lombardia: il Pil pro-capite doppio, ma il Sud cresce di più nel 2024

Lombardia e Sicilia incarnano il divario Nord-Sud: nel 2024 il Pil pro-capite lombardo tocca i 50.400 euro contro i 23.300 della Sicilia, un abisso di oltre il doppio. Eppure, la crescita del Pil in volume premia l'isola (+1,8%) rispetto alla regione padana (+1,2%), con l'occupazione che al Sud accelera grazie a cantieri e servizi.

L'Istat nei Conti economici territoriali 2022-2024 evidenzia come la Lombardia resti motore d'Italia (Pil totale oltre 440 miliardi), trainata da servizi finanziari e industria high-tech, mentre la Sicilia arranca su consumi familiari pro-capite (17.200 euro vs 25.000+ lombardi) e redditi disponibili bassissimi.

Crescita Pil: Sicilia sprinta, Lombardia stabile

La Sicilia guida le regioni con +1,8% sul Pil in volume, davanti a Lombardia (+1,2%), grazie a costruzioni (+3,7% al Sud) e servizi professionali (+2,3%). La Lombardia segue il Nord-ovest (+1% macro), ma frena su industria (-0,5%) e altri servizi (-2,5%).

Rispetto al 2019, entrambe superano i livelli pre-pandemia: Sicilia +7,7% (media Sud), Lombardia +7% (media Nord-ovest). Consumi familiari: Lombardia +0,9-1,1%, Sicilia +0,4-1,5%.

Perché Lombardia e Sicilia divergono: produttività alta vs lavoro precario

ROMA - Il Pil pro-capite lombardo a 50.400 euro nel 2024 doppio quello siciliano (23.300 euro) non è casuale: spiega la forbice Nord-Sud con fattori strutturali radicati da decenni. Lombardia domina grazie a manifattura avanzata, servizi high-tech e hub policentrico; Sicilia arranca su microimprese fragili, infrastrutture deboli e settori a basso valore aggiunto.

L'Istat e analisi Bankitalia confermano: più occupati in Sicilia (+2,2%), ma in turismo, ristorazione e commercio precario, senza boost alla produttività ferma da 30 anni (+0,4% annuo Italia vs +1,5% UE).

Fattori chiave del divario lombardo

La Lombardia eccelle per diversificazione: manifattura (meccanica, chimica), servizi finanziari/immobiliari (+3,9%) e "effetto capitale" con Milano hub scalabile, dialogante con province come Bergamo e Brescia. Posizione strategica attrae investimenti esteri, genera economie di scala e Pil regionale oltre 440 miliardi.

Retribuzioni alte (+53% media Italia) derivano da industrie ad alto valore aggiunto, innovazione e capitale umano qualificato.

Trappole strutturali siciliane

Sicilia soffre microimprese poco innovative/capitalizzate, trasporti/logistica carenti e dipendenza da settori tradizionali: nuovi posti in ristorazione/commercio non alzano ricchezza pro-capite (Pil +1,3%, occupazione +2%). Siccità agricola e burocrazia frenano; rischio atrofia (40,9% a rischio povertà vs 23,1% Italia)