Il rapporto
Sviluppo sostenibile, perché Messina regge, Catania è indietro e Palermo arranca
Sicilia in chiaroscuro nei dati di Asvis: bene su economia e salute ma arretra su povertà, acqua, giustizia e ruolo delle istituzioni
La Sicilia va. A macchia di leopardo, ma va. Progredisce nella crescita, nell’occupazione, nella produzione, nei consumi, nell’istruzione e nella salute, ma arretra nella povertà, nella disponibilità di acqua, nella giustizia e nel funzionamento delle istituzioni. Il quadro in chiaroscuro è delineato dal Rapporto “I territori e gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2025” dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) presentato a Roma al Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro che analizza il posizionamento, l’andamento nel tempo e la distanza di Regioni e Città metropolitane rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Tra le evidenze positive per l’Isola spicca l’aumento della quota di raccolta differenziata dei rifiuti urbani (+45,8%), mentre diminuisce la quantità di rifiuti per abitante (-67,8 chilogrammi). Un lieve miglioramento si registra per la salute con la diminuzione della probabilità di morire per malattie non trasmissibili (-1,8%) ma diminuiscono i medici di medicina generale (-0,4 ogni 10mila abitanti). Lo stesso vale per l’istruzione: aumenta la quota di laureati STEM (+4% ogni mille residenti) ma diminuiscono le persone che leggono (-6,8%). E nella parità di genere aumenta leggermente la quota di donne nel Consiglio regionale (+4,7%) e il rapporto occupazionale di genere (+3,5%), mentre nel lavoro e nella crescita economica diminuiscono i Neet e la mancata partecipazione al lavoro (in calo del 12,7% e dell’11,5%).

Sostanzialmente stabili agricoltura e alimentazione con l’aumento della quota di superficie destinata a coltivazioni biologiche (+14,2%), cui fa da contraltare la diminuzione delle persone con un’adeguata alimentazione (-2,8%) e il valore aggiunto per Ula in agricoltura (-4.500 euro per ULA). Per l’energia diminuisce l’intensità energetica (-13,2 Tep per milione di euro) e nelle infrastrutture aumentano la copertura della rete fissa di accesso ultraveloce a Internet (+59,5%) e gli occupati con istruzione universitaria in professioni scientifico-tecnologiche (+3,3%) ma diminuiscono gli utenti assidui dei mezzi pubblici (-2,4%). Quanto alle disuguaglianze cresce l’occupazione giovanile (+11%), diminuiscono i feriti per incidente stradale (-10,7 ogni 10mila abitanti) ma aumenta la quota di abusivismo edilizio (+8,7%).
La Sicilia, invece, è indietro nella povertà assoluta, nella disponibilità di acqua a causa dell’aumento della dispersione idrica (+6%) e dell’irregolarità nella distribuzione dell’acqua (+4,3%), nell’aumento dell’indice di consumo di suolo arrivato a 106,9 nel 2013 rispetto al 103,2 del 2012 e nella giustizia e nelle istituzioni che vedono una crescita di truffe e frodi informatiche (+2,9 casi ogni 1.000 abitanti) e nella durata dei procedimenti civili (+50 giorni tra il 2012 e il 2024) mentre si riduce la partecipazione sociale (-6,1%).
Se questi trend di breve periodo avverte il Rapporto dovessero essere confermati nel prosieguo solo il 17% dei 29 obiettivi quantitativi verrebbero raggiunti. La situazione più grave è quella della Città metropolitana di Palermo: solo il 14% dei 14 obiettivi analizzati sarebbe alla sua portata, mentre per quasi il 69% si hanno progressi insufficienti o un allontanamento dal target. Per la Città metropolitana di Catania gli obiettivi raggiunti sono il 21%. Quella di Messina mostra i risultati migliori rispetto alle consorelle e alla regione: il 36% degli obiettivi è stato raggiunto, mentre il 50% registra progressi insufficienti e per appena il 7% si registra un allontanamento dall’obiettivo.