IL SEGNALE
Nasdaq, la Lazio prepara la mossa americana: “LZO” è il codice che racconta un progetto
Un passo simbolico, ma non solo: il club biancoceleste mette in fila calcio, innovazione, media e finanza globale, mentre il Nasdaq riserva il ticker in vista di possibili sviluppi
C’è un’immagine, tra le tante, che resterà: le luci di Times Square, i led blu del MarketSite e la scritta che scorre sul megaschermo con il nome di S.S. Lazio. È successo il 16 dicembre 2025, alla “Closing Bell Ceremony” del Nasdaq, quando il club biancoceleste ha suonato la campana di fine contrattazioni. Ora arriva un altro tassello: il ticker “LZO” risulta riservato sull’exchange tecnologico statunitense, un dettaglio che racconta una strategia di internazionalizzazione e un percorso di dialogo con la finanza americana che il club rivendica come chiave del proprio futuro. Non è una quotazione, non ancora. Ma è un segnale chiaro: la Lazio guarda oltre confine con un progetto che intreccia calcio, innovazione, media e finanza internazionale.
L’orizzonte americano spiegato da una campanella
La presenza biancoceleste al Nasdaq MarketSite non è stata mera passerella. Il club ha presentato la tappa newyorkese come l’avvio di un percorso strutturato di lungo periodo per rafforzare relazioni internazionali e costruire opportunità di collaborazione sui mercati globali. A rappresentare la società c’erano Enrico Lotito (direttore generale del settore giovanile) ed Emanuele Floridi (portavoce e responsabile strategia e organizzazione della comunicazione). L’evento – sottolineano il club e lo stesso Nasdaq – ha un valore tanto simbolico quanto operativo: proiettare la Lazio dentro un ecosistema che unisce capitali, tecnologia, media e intrattenimento sportivo.
A New York, negli ultimi mesi, la Lazio ha fittamente incrociato anche player dell’industria: incontri con Legends (partner del Progetto Stadio Flaminio), con il presidente degli New York Yankees Randy Levine, e con i vertici internazionali di DAZN, nell’ottica di consolidare la distribuzione dei contenuti editoriali del club e ampliare le sinergie sulla catena del valore dei diritti. Una tre giorni scandita da appuntamenti con investitori e partner media, che ha celebrato anche il 125° anniversario della società proprio al MarketSite.
“LZO”, tre lettere e molte implicazioni
La riserva del ticker “LZO” sul Nasdaq è un indizio evidente di pianificazione. Non equivale a una quotazione, né a un via libera automatico: è il modo con cui una società “prenota” il proprio simbolo di negoziazione mentre valuta o prepara i passaggi che la porterebbero al listino. Gli exchange statunitensi, in base ai piani di coordinamento dei simboli, consentono di riservare un ticker con la ragionevole aspettativa di utilizzo entro un arco temporale definito (tipicamente fino a 24 mesi, come chiarito – per esempio – dalla procedura della NYSE, che riflette prassi simili nella gestione dei simboli sugli scambi statunitensi). In sostanza: tre lettere oggi possono evitare collisioni domani e dicono che la direzione di marcia è stata impostata.
Per la Lazio, già quotata a Piazza Affari con il ticker “SSL” e una capitalizzazione che recentemente si è aggirata intorno ai 70-75 milioni di euro, la riserva di “LZO” non è un punto d’arrivo ma un asset strategico. Indica un lavoro preliminare sui requisiti e sulla documentazione necessaria per un’eventuale dual listing, una quotazione diretta o l’adozione di un programma ADR per investitori USA. Tutti percorsi possibili, ciascuno con tempi e oneri differenti.
Quotarsi negli Stati Uniti oggi: cosa serve davvero
Negli Stati Uniti la lista dei “se” è corposa. A prescindere dalla via scelta, una società che punta al Nasdaq deve affrontare una due diligence stringente su governance, trasparenza e liquidità, oltre a soddisfare soglie minime su capitalizzazione, flottante e patrimonio. Il Nasdaq distingue tra Global Select, Global Market e Capital Market, con requisiti d’ingresso crescenti: si va, per esempio, da test su redditività pre‑tax, a soglie su patrimonio netto e valore del flottante; in alcuni casi sono richiesti 3 o 4 market maker attivi. Per gli emittenti esteri che qualificano come foreign private issuer è prevista una cornice normativa specifica in ambito SEC. La checklist di base, insomma, è molto più di un simbolo.
Perché gli Stati Uniti: visibilità, capitali, media
Per un club europeo, la piazza americana non è solo un mercato finanziario: è una vetrina mediatica globale e un hub dove convergono diritti tv, intrattenimento, tecnologia e sponsorship. La Lazio sottolinea proprio questo approccio “intersezionale”: la connessione tra sport, innovazione e media. In termini pratici, l’accesso a un bacino di investitori istituzionali e retail statunitensi può aumentare liquidità e copertura analitica, contribuire alla diversificazione dell’azionariato e sostenere progetti infrastrutturali o di content production a lungo termine. Non a caso, nel comunicato diffuso negli Stati Uniti, il club ha parlato di “journey” strutturato, assistito da advisor come Deloitte Legal e lo studio newyorkese Ortoli Rosenstadt LLP.
L’esperienza internazionale di altri club rappresenta un riferimento. Il caso più noto è Manchester United, quotato al NYSE con ticker MANU dal 2012: un esempio di come l’equity story calcistica possa essere “tradotta” per il pubblico americano dentro una logica di media company sportiva. Naturalmente il paragone ha limiti evidenti – dimensioni, bacino globale, storico del brand – ma illustra in che modo un club europeo possa utilizzare la borsa USA come piattaforma finanziaria e narrativa.
I tre dorsali del progetto
Se si vuole capire “perché America”, bisogna guardare a tre direttrici che la Lazio ha esplicitato nel proprio racconto:
- Infrastruttura: il Progetto Stadio Flaminio, con Legends come partner per la valorizzazione dell’impianto. Uno stadio moderno non è solo “casa”, ma asset per ricavi ricorrenti, hospitality, naming rights, eventi extra‑calcio. La presenza nel mercato USA facilita il dialogo con operatori che hanno fatto scuola nel venue management.
- Media e distribuzione: la collaborazione con DAZN per la Media Company del club e per la circolazione di format originali. L’accesso agli investitori americani, sensibili alla metrica dei contenuti premium, può sostenere la crescita di una pipeline editoriale e dare massa critica alle piattaforme proprietarie.
- Brand internazionale: la ritualità della Closing Bell è un amplificatore di reputazione. A fianco dei risultati sportivi, la riconoscibilità del marchio incide sulla monetizzazione commerciale: sponsorship globali, licensing, tour estivi, fan engagement digitale.
Cosa (non) significa una prenotazione di ticker
È importante chiarirlo: la prenotazione di un ticker non è un atto “performativo” di quotazione. Non comporta l’ammissione al trading, non sostituisce la domanda di listing né i passaggi con la SEC. È un passo tecnico‑organizzativo che serve a:
- tutelare l’identità del simbolo;
- allineare la documentazione nei portali di listing;
- sincronizzare la comunicazione interna ed esterna in vista di tappe successive.
In altre parole, un linguaggio in codice per addetti ai lavori che, però, diventa messaggio pubblico quando riguarda un club di calcio: la Lazio intende tenere aperta la porta americana, fermo restando che ogni decisione dovrebbe misurarsi con requisiti e condizioni di mercato..
La geografia competitiva: tra “pure play” sportivi e media company
Nel confronto con i listini USA, le società calcistiche europee si muovono in una geografia ibrida: non sono “tech” ma nemmeno soltanto “sport”. Diritti audiovisivi, sponsorizzazioni, e‑commerce, ticketing dinamico, IP digitali e fan token compongono un mosaico che gli investitori americani leggono con categorie da media & entertainment. È la matrice che ha reso possibile casi come MANU al NYSE: un club come la Lazio – con una storia diversa e una scala economica più contenuta – può rendere comprensibile la propria equity story se dimostra di saper crescere su ricavi ricorrenti, contenuti e internazionalizzazione del brand. Tradotto: più stadio, più media, più mercati esteri.
Il tempo dell’esecuzione
Quali potrebbero essere i tempi? Il ticker riservato offre una finestra operativa – in generale fino a 24 mesi – dentro la quale la società può valutare scenari e condizioni di mercato: finestra macro, tassi, appetito degli investitori, multipli comparabili nel settore sportivo‑media. La SEC richiede disclosure solide; il Nasdaq può applicare condizioni ulteriori nell’interesse degli investitori; il club, parallelamente, dovrà continuare a lavorare su margini, sostenibilità dei costi e pipeline commerciale. È una roadmap che richiede disciplina e pazienza: il segnale “LZO” dice che il motore è acceso, ma la rotta – inevitabilmente – passerà per i checkpoint regolatori e per il meteo del mercato.
Un’identità che si allarga
Per i tifosi, il percorso americano può voler dire maggiore esposizione internazionale, tour più frequenti, contenuti premium e partnership globali. Lato sportivo, non c’è un nesso automatico con il campo, ma più ricavi ricorrenti possono tradursi, nel tempo, in più investimenti sostenibili sul progetto tecnico.
Le tre lettere “LZO” non sono una magia. Sono una promessa: quella di una Lazio che vuole “parlare” al mercato più competitivo e filtrante al mondo. Una scelta che richiede rigore, trasparenza e visione. La campana del 16 dicembre 2025 ha acceso i riflettori; la riserva del ticker mette un paletto nel terreno. Il resto dipenderà dalla capacità di allineare numeri e narrazione, governance e ambizione, stadio e contenuti. Se il progetto reggerà all’urto della realtà, la Lazio potrebbe ritrovarsi – tra finanza, media e calcio – con un’identità più larga. E, forse, con un nuovo indirizzo di casa anche a Wall Street.