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Bonus 2026, casa, figli e scuola: guida ragionata alle agevolazioni che restano (e a quelle che spariscono)
La Finanziaria ridisegna il perimetro dei bonus in tre capitoli chiave. Dalla prima casa che esce dal calcolo Isee ai bonus casa, fino all'assegno unico. Ecco cosa resta, cosa cambia e cosa conviene fare
L’Italia fa i conti con la nuova mappa dei bonus: la Manovra 2026 ridisegna la geografia delle agevolazioni — per un valore complessivo di circa 22 miliardi — e chiede scelte informate, rapide e, talvolta, coraggiose. Perché non tutto sarà confermato, diverse aliquote scendono, alcune misure cambiano bersaglio. E i tre terreni più sensibili — edilizia, natalità, istruzione — sono quelli su cui il Governo ha deciso di incidere di più.
Nel 2026 restano i bonus “strutturali” su casa e famiglie, ma con regole rimodulate (in certi casi più selettive). Alcune misure cessano a fine 2025 o non vengono riproposte. La parola chiave è “riordino”, con attenzione all’ISEE (da cui in diversi casi viene esclusa la prima casa), e con nuove leve su scuola e figli.
Casa: cosa resta nel 2026, cosa scende, cosa esce
Bonus ristrutturazioni, Ecobonus, Sismabonus: conferme e scalini
Per tutto il 2026 viene confermato l’impianto a doppia aliquota: 50% sulla prima casa, 36% su seconde case e altri immobili, con tetto di spesa e regole già note nel 2025. Dal 2027 l’aliquota della prima casa scenderà al 36%, e quella degli altri immobili al 30%. È la cornice di riferimento anche per l’Ecobonus e il Sismabonus “ordinari”. Tradotto: c’è un altro anno per programmare i lavori beneficiando delle percentuali “intermedie”.
Per i condomìni restano i limiti di spesa per interventi energetici e antisismici sulle parti comuni: fino a 40.000 euro per unità per l’efficienza energetica e fino a 136.000 euro per unità per interventi combinati sismici+energetici nelle zone a rischio (con regole tecniche invarianti).
Superbonus: addio quasi ovunque, eccezioni per i territori colpiti dal sisma
Il Superbonus “pieno” è sostanzialmente chiuso. Resta, però, una finestra specifica: per i comuni colpiti dagli eventi sismici dell’aprile 2009 e del 24 agosto 2016 (cratere Abruzzo–Lazio–Marche–Umbria) è prevista una proroga selettiva, con possibilità di cessione del credito e sconto in fattura entro limiti di spesa prefissati (400 milioni complessivi) e per interventi avviati da 30 marzo 2024. Una nicchia importante per chi ricostruisce in aree fragili.
Barriere architettoniche 75%: misura in uscita
La detrazione al 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche si ferma, allo stato, alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2025: nel 2026 non risulta rifinanziata. Restano naturalmente possibili gli interventi all’interno delle altre detrazioni edilizie, ma non con l’aliquota speciale. Chi ha lavori programmati ha dunque pochissimo margine: o si chiude entro fine 2025, o si ricalibra il cantiere sui bonus ordinari.
Bonus mobili ed elettrodomestici
Nel 2026 è confermata la detrazione al 50% collegata a lavori di ristrutturazione, con tetto di 5mila euro di spesa agevolabile per unità immobiliare: una misura di accompagnamento utile per completare gli interni, ma disponibile solo se c’è un intervento edilizio trainante.
Famiglie, natalità e lavoro femminile: le leve 2026
Assegno Unico: rivalutazione ISTAT e fasce ISEE più larghe
Dal 1° gennaio 2026, l’Assegno Unico viene rivalutato in base all’inflazione (tra +1,4% e +1,7% a seconda delle stime/aggiornamenti ufficiali) e si adeguano di conseguenza anche le fasce ISEE. In concreto, ciò significa piccoli aumenti mensili e lo scivolamento di molte famiglie in fasce più favorevoli, anche grazie al nuovo trattamento della prima casa nell’ISEE. Esempio: l’importo base nella prima fascia sale di qualche euro al mese per figlio, con ritocchi anche alle maggiorazioni per disabilità e nuclei numerosi. Le domande già attive non vanno ripresentate salvo revoche.
Le maggiorazioni per figli con disabilità sotto i 21 anni crescono in linea con la rivalutazione: per i non autosufficienti fino a circa 122,3 euro mensili; per la disabilità grave a circa 110,6 euro; per la media a 99,1 euro. La maggiorazione per madri under 21 sale a circa 23,3 euro. Importi indicativi, soggetti alla percentuale definitiva Istat.
Effetto “prima casa” sull’ISEE: l’esclusione dell’abitazione principale (entro soglie fissate) impatta su Assegno Unico, Assegno di Inclusione, bonus neonati, asili nido e incentivi alla formazione, ampliando la platea o migliorando gli importi per una parte di famiglie proprietarie.
Bonus nuovi nati e “Carta Dedicata a te”
Il bonus nuovi nati (1.000 euro per nascita, adozione o affido dal 1° gennaio 2025 in poi) viene confermato nel 2026 per ISEE fino a 40mila euro. È cumulabile con l’Assegno Unico.
Torna la Carta “Dedicata a te”, 500 euro per beni di prima necessità, destinata a nuclei con ISEE fino a 15.000 euro e rifinanziata con 500 milioni l’anno nel 2026 e 2027.
Bonus asili nido: esteso ai micronidi, importi potenziati per i nati dal 2024
Dal 2026 il beneficio copre anche i micronidi, le sezioni primavera e alcuni servizi integrativi (come spazi gioco e servizi educativi domiciliari) nel rispetto delle normative regionali: un allargamento significativo delle strutture considerate “agevolabili”.
Gli importi — già rimodulati dalla manovra precedente — per i nati dal 2024 arrivano fino a 3.600 euro annui per ISEE fino a 40mila euro (e 1.500 euro oltre), mentre per i nati fino al 2019–2023 restano nelle tre fasce storiche con tetto a 3.000 euro. Resta attivo il canale INPS con circolari e messaggi operativi su documentazione e modalità di domanda.
Bonus mamme lavoratrici e decontribuzione alle assunzioni
Sale da 40 a 60 euro mensili il contributo per le mamme lavoratrici (dipendenti, autonome, libere professioniste) con ISEE fino a 40mila euro: requisito minimo, due figli (fino ai 10 anni del più piccolo) o tre figli (fino alla maggiore età del più giovane). Il bonus è esentasse e cumulabile con altre misure. In parallelo, per favorire l’occupazione femminile, è prevista la decontribuzione totale fino a 8mila euro per i datori privati che assumono donne madri di almeno tre figli minorenni, disoccupate da almeno 6 mesi.
Scuola e formazione: detrazioni più alte, nuovi aiuti mirati
Spese scolastiche al 19%: tetto che sale a 1.000 euro per alunno
Dal periodo d’imposta 2025 (dichiarazione 2026) il limite su cui calcolare la detrazione 19% per le spese di istruzione non universitaria — dalla materna alle superiori — sale da 800 a 1.000 euro per studente, con detrazione massima pari a 190 euro a figlio. Restano ammissibili le voci già note (mensa, gite, assicurazioni, contributi volontari, servizi integrativi), con tracciabilità richiesta. Per i redditi molto alti la fruizione può ridursi secondo i meccanismi di affievolimento previsti. Non rientrano libri e materiale didattico (salvo specifiche iniziative locali).
Bonus libri e “paritarie”: due leve nuove
Viene istituito un Fondo da 20 milioni presso il Ministero dell’Interno per contributi comunali ai libri scolastici nella secondaria di II grado, destinati a famiglie con ISEE fino a 30mila euro: i Comuni definiranno criteri e modalità, con l’obiettivo di attenuare il caro-textbook.
Debutta il bonus per le scuole paritarie, fino a 1.500 euro per studente (medie e primo biennio delle superiori), riservato a famiglie con ISEE entro 30.000 euro e stanziamento di 20 milioni per il 2026. Una misura destinata a far discutere sul piano dell’equilibrio tra pubblico e paritario, ma che amplia l’offerta degli aiuti scolastici.
Università: confermata la “no tax area” nazionale
Resta l’esonero totale delle tasse universitarie per gli studenti con ISEE fino a 22mila euro, con contribuzioni parziali a salire fino a 30mila euro. È un binario stabile introdotto negli anni passati che continua a operare anche nell’a.a. 2025/2026 e oltre, in attesa di eventuali aggiornamenti ministeriali.
ISEE e prima casa: perché può cambiare la tua fascia (e il tuo importo)
Una delle novità più rilevanti del 2026 è la diversa considerazione della prima casa nel calcolo dell’ISEE per alcune misure sociali.
Il valore catastale viene escluso entro soglie predefinite (con franchigie più alte nelle Città Metropolitane), sbloccando l’accesso o migliorando gli importi per molti nuclei proprietari che finora risultavano “ricchi sulla carta” solo per effetto dell’immobile.
L’effetto combinato con la rivalutazione ISTAT comporta che una quota non piccola di famiglie scenderà di fascia, guadagnando da 15 a 20 euro in più al mese per figlio sull’Assegno Unico secondo stime riportate dagli uffici tecnici e dall’INPS. L’adeguamento delle fasce e delle maggiorazioni scatterà tra gennaio e febbraio 2026, senza bisogno di nuova domanda per chi è già beneficiario.
Cosa scompare (o non viene rifinanziato) nel 2026
Bonus barriere architettoniche 75%: non rinnovato oltre il 31 dicembre 2025. Gli interventi potranno rientrare nei bonus ordinari, ma con aliquote inferiori.
Bonus elettrodomestici green “rottamazione”: non se ne prevede la riproposizione nel 2026 (provvedimento separato dal bonus mobili tradizionale).
Attenzione alle differenze: il bonus mobili classico al 50% (fino a 5.000 euro) resta nel 2026 se collegato a ristrutturazione, mentre eventuali contributi “una tantum” alla rottamazione energetica degli apparecchi non risultano rinnovati.
Consigli operativi: come non perdere opportunità (ed evitare errori)
1) Calendario e documenti
Per i bonus casa, chi ha nel cassetto lavori legati a barriere architettoniche valuti con urgenza la tempistica: il termine del 31/12/2025 è, allo stato, dirimente. Per il 2026, calendarizzare interventi che massimizzano l’aliquota 50% (prima casa) e rispettare i tetti di spesa. Conservare computi metrici, fatture elettroniche, pagamenti tracciabili e asseverazioni tecniche dove richieste.
Per asili nido e servizi assimilati, verificare la copertura del micronido o del servizio educativo domiciliare scelto e la corretta documentazione secondo le circolari INPS: sono ammesse ricevute in specifici casi di esenzione IVA, con requisiti formali puntuali.
2) ISEE: rifarlo conviene
L’ISEE 2026 potrebbe scendere per l’effetto “prima casa” esclusa entro soglie: rifarlo a gennaio può portare a importi maggiori dell’Assegno Unico, accesso a Carta Dedicata a te, bonus nido più alto e possibile ingresso nei bonus libri comunali o nel contributo paritarie.
3) Scuola: pianificare le spese e chiedere ai Comuni
Tenere traccia di tutte le spese scolastiche ammesse (anche mensa e gite) per raggiungere il nuovo tetto 1.000 euro e massimizzare la detrazione 19% in dichiarazione 2026. Pagamenti tracciabili e ricevute in ordine.
Verificare presso il proprio Comune l’attivazione del Fondo libri (ISEE ≤ 30.000 euro): la misura è nazionale, ma l’erogazione pratica sarà locale.
4) Famiglie numerose e mamme lavoratrici
Per chi ha almeno tre figli minorenni e cerca lavoro, segnalare ai potenziali datori la decontribuzione fino a 8.000 euro: è un incentivo concreto alle assunzioni che può fare la differenza in trattativa. Per le lavoratrici già attive con due o più figli, il bonus da 60 euro è automatico in busta se ricorrono i requisiti.
5) Aree sismiche: cessione e sconto ancora possibili
Nei crateri sismici 2009 e 2016, la combinazione di proroga e cessione/sconto (nei limiti fissati) rende ancora praticabile l’impostazione “finanziaria” dei cantieri. Serve però una verifica puntuale della pratica edilizia e della capienza rispetto al plafond nazionale.