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Diesel più caro, benzina meno tassata: la mappa delle accise dal 1° gennaio. In 9 mesi un pieno di gasolio + 3,4 euro

Un riallineamento “storico” ridisegna i prezzi alla pompa: ecco chi paga, chi risparmia e perché il gettito per lo Stato cresce

Redazione La Sicilia

31 Dicembre 2025, 08:29

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Da domani all’area di servizio l’indicatore del prezzo del gasolio scatta di +4 centesimi a litro: pochi centesimi che, moltiplicati per milioni di rifornimenti, spostano centinaia di milioni di euro. Dal 1° gennaio 2026, l’Italia archivia il vantaggio fiscale del diesel: l’accisa del gasolio sale, quella della benzina scende, entrambe si allineano a 672,90 euro per 1.000 litri. È un riassetto deciso dalla legge di bilancio 2026, che anticipa il percorso graduale varato nella primavera 2025 e rende il diesel, nella sostanza, più caro della benzina. Secondo il Codacons, l’impatto riguarda circa 16,6 milioni di utenti e vale +552 milioni di euro di extra-gettito per lo Stato nel 2026.

Che cosa cambia dal 1° gennaio: numeri e regole chiave

L’accisa su benzina e gasolio diventa identica: 672,90 €/1.000 litri (cioè 0,6729 centesimi a litro). Di conseguenza: Benzina: -4,05 centesimi/litro di accisa. Diesel: +4,05 centesimi/litro di accisa. Effetto “alla pompa” con IVA: la variazione fiscale si riflette con IVA al 22%, quindi l’impatto lordo su un pieno si avvicina a 2,47 euro per 50 litri (risparmio per la benzina, maggior costo per il diesel).

La misura chiude, in un colpo, la stagione del vantaggio fiscale sul gasolio. Il piano originario – scattato il 15 maggio 2025 con -1,5 cent/l sulla benzina e +1,5 cent/l sul diesel – prevedeva piccoli step annuali; la manovra 2026 ha scelto di anticipare al nuovo anno la piena parità.

Perché il gettito sale anche se la benzina cala

Il saldo per lo Stato è positivo. Il motivo è semplice: in Italia si consuma più diesel che benzina; alzare di 4,05 centesimi a litro l’accisa sul carburante più diffuso (e abbassarla in pari misura su quello meno consumato) genera un surplus d’entrate. Le stime indicano circa +552 milioni di euro nel 2026. È l’ordine di grandezza citato dal Codacons nelle sue valutazioni sull’impatto della misura.

Prezzi alla pompa: il contesto favorevole e il “minimo dal 2021”

Il riallineamento arriva mentre i listini, nel corso del 2025, hanno mostrato una fase di raffreddamento: in estate, le rilevazioni del Mimit hanno segnalato valori ai minimi dal 2021 lungo la rete distributiva italiana, con benzina attorno a 1,71 euro al litro e gasolio a 1,64 euro al litro in modalità self. Un contesto che ha contribuito a smorzare le tensioni sul fronte dei costi per famiglie e imprese, ma che non neutralizza l’effetto fiscale al cambio d’anno.

Chi beneficia e chi no: i casi speciali

La riforma conserva eccezioni per determinati impieghi e introduce incentivi selettivi: il gasolio per trasporto professionale gode di un regime di accisa ridotta tramite il meccanismo di rimborso del cosiddetto gasolio commerciale. Le note dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel 2025 hanno confermato l’operatività del rimborso, con aliquote differenziate per periodo di consumo in relazione all’aumento ordinario.

Per i gasoli paraffinici di sintesi o idrotrattamento (HVO) impiegati in purezza è prevista una aliquota ridotta per un periodo di cinque anni a partire dal 15 maggio 2025, con l’obiettivo di favorire carburanti più sostenibili.

Attenzione, però: il Ddl Bilancio 2026 contiene anche una novità amministrativa molto discussa nel mondo dell’autotrasporto. L’articolo 26 (come emerso nel confronto pubblico autunnale) introduce un divieto di compensazione per vari crediti d’imposta a partire dal 1° luglio 2026, includendo anche il credito da accise sul gasolio professionale: una modifica che, secondo Confartigianato Trasporti e CNA Fita, trasformerebbe un credito subito compensabile in un credito esigibile solo a rimborso, con un potenziale impatto di 1,8 miliardi sulla liquidità del comparto. Le associazioni hanno chiesto una deroga o lo stralcio.

Quanto costerà davvero: scenari, esempi e variabili

Il conto del Codacons e le sensibilità di prezzo

Secondo i calcoli del Codacons, l’aumento di 4,05 cent/l sul diesel – con IVA al 22% – alza il costo di un pieno da 50 litri di circa +2,47 euro, pari a +59,3 euro annui ipotizzando due pieni al mese per autovettura; il beneficio sulla benzina è simmetrico. L’impatto riguarda un bacino stimato di 16,6 milioni di automobilisti diesel. Se si somma il precedente aumento del 15 maggio 2025 (+1,5 cent a litro), il rincaro cumulato sul gasolio è di circa 3,38 euro a pieno, cioè +81,1 euro l’anno.