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Zone Franche Montane in riva al mare Ecco un altro paradosso siciliano

Di Redazione |

Palermo. La paura è che proprio in vista del traguardo la legge regionale che dovrebbe istituire le Zone Franche Montane possa annacquarsi inserendo anche i comuni al di sotto dei 500 metri sopra il livello del mare. Una contraddizione in termini che è stata denunciata dal Comitato Promotore per l’istituzione delle Zone Franche Montane.

«Pensare di includere nelle Zfm le aree al di sotto dei 500 metri sul mare – dice il coordinatore regionale Vincenzo Lapunzina – non solo stravolge l’intento della norma, ma vanifica tutto lo schema di progetto che punta a far risollevare per prima le aree più depresse e spopolate della Sicilia». Lapunzina dunque rivendica «l’impellenza delle piccole comunità interne di ricevere un trattamento equo, attraverso la fiscalità di sviluppo, per non “morire” di spopolamento».

«La Legge obiettivo sulle Zfm traghetterà la Sicilia in ambiti inediti – aggiunge Lapunzina – poiché non si era mai verificato che la politica isolana partorisse una legge di principio: la Sicilia non ha mai avuto il privilegio di avere una legge di prospettiva, di ideale».

La proposta del Comitato è stata accolta e sottoscritta da tutti i componenti della Commissione Attività Produttive dell’Ars, dai presidenti dei gruppi parlamentari a Palazzo dei Normanni e condivisa anche dal presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè: il progetto mira ad attirare uomini, capitali ed imprese, attraverso lo strumento vitale della defiscalizzazione. La proposta di legge è al vaglio dell’Ars e dovrebbe essere esitata nei prossimi giorni dopo una serie di mediazioni per superare gli scetticismi politici. Solo che proprio in vista del traguardo la proposta di legge potrebbe registrare un rallentamento dovuto ad una modifica che rischia di cambiarne la sostanza e di rendere il provvedimento poco credibile: c’è insomma chi vorrebbe includere nelle Zfm anche i Comuni ubicati al di sotto dei 500 metri sul livello del mare. «Va sottolineato che – spiega il Comitato Promotore a nome dei 132 sindaci interessati – che, trattandosi di una legge ordinamentale, di profondo orientamento politico, essa costituisce il quadro all’interno del quale s’intende avviare la ripresa dell’economia siciliana, partendo dai territori interni più svantaggiati, quelli montani, ovvero quelle comunità che insistono al di sopra dei 500 metri sul livello del mare».

I sindaci, su proposta del Comitato, hanno predisposto una nota che verrà depositata oggi dove chiedono all’Ars e al Governo regionale di non stravolgere la proposta di legge modificandone questo aspetto essenziale e piuttosto di «adoperarsi affinché segua un percorso celere di approvazione e di invio al Governo centrale».

Le Zone Franche Montane dovrebbe promuovere politiche fiscali adeguate al fine di spingere le imprese a investire. Quasi il 25% del paesaggio siciliano, un quarto del totale, è montuoso e soffre di gravi disagi economici e sociali. Disagi acuiti dalla crisi economica che investe, ormai da anni, in particolare queste zone e che sono riconducibili alle difficoltà di accesso ai servizi essenziali sia pubblici che privati e alla mancanza di infrastrutture e a un territorio fragile a causa dei continui dissesti idrogeologici.

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