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Coronavirus, Sicindustria: «Imprese devono ripartire. Al via fase 2 dopo Pasqua»

Di Redazione |

Palermo – Un passaggio alla “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus “già dal 15/16 aprile”, con “graduali aperture di aziende e uffici” e con un’attenzione “prioritaria alla tutela della salute e al rispetto di tutte le prescrizioni sanitarie per la tutela dei lavoratori”. Ad ipotizzarlo per la Sicilia è il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese. In questo mese di stop forzato, Sicindustria ha stimato una perdita complessiva, per tutti i settori, di circa 4 miliardi. “Sempre in un’assoluta condizione di sicurezza – dice Albanese all’Adnkronos – ma è giusto che si cominci a pensare a come riaprire. La Sicilia si sta rilevando una delle regioni con i contagi più bassi. In forza di questo e valutando esattamente a che punto siamo con l’emergenza sanitaria, potremmo pensare a una graduale riapertura subito dopo Pasqua, verso il 15/16 aprile”. Un piano che deve andare per step successivi e che, secondo Sicindustria, potrebbe partire dalla produzione industriale, dal commercio, dall’attività edilizia e impiantistica e da alcune aziende dei servizi.

“Sono tutti settori che potrebbero gradualmente ripartire – evidenzia Albanese – naturalmente applicando pedissequamente il protocollo siglato tra Confindustria, sindacati e governo e con tutte le attenzioni necessarie”. L’idea del vicepresidente degli industriali siciliani è quella di riaperture che seguano “la scia di quanto fatto con gli alimentari”: dispositivi di protezione per i lavoratori, distanze di sicurezza, sanificazione dei locali. In Sicilia si tratterebbe di riaccendere i motori, nella fase iniziale, di circa 300/400 aziende di produzione industriale, un altro migliaio nelle costruzioni, “per un totale di almeno 1500 aziende” che potrebbero dare il via ad una fase di transizione che non sarà affatto breve. “Avremo bisogno di un lunghissimo periodo di rodaggio – sottolinea Albanese -. Non possiamo pensare di riaprire e ricominciare da dove abbiamo lasciato. Intanto perché l’economia è stata danneggiata enormemente e poi perché, da parte delle persone, c’è una ritrosia ad uscire o comunque a fare quello che si faceva prima”. Al governo regionale, Sicindustria rimprovera un mancato coinvolgimento nella predisposizione proprio della ‘fase 2’ dell’emergenza. “Nelle altre regioni – evidenzia – hanno, bene o male, affrontato la questione insieme. E la questione si deve affrontare con chi materialmente la vive. Ecco perché, se ci dovessero chiamare al tavolo, saremo ben lieti e pronti a dare il nostro contributo. Anche per poter dire quali aziende sono pronte e quali non lo sono”.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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