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Fondo Autonomie, mutui e sanità per la Regione in ballo 1,5 miliardi

Di Mario Barresi |

Catania. La partita più importante – che vale in pratica quanto una finanziaria regionale – la Sicilia se la gioca negli articoli 118 e 119 della bozza del Decreto Rilancio fino a ieri notte in discussione a Roma. Ma su alcuni principi non dovrebbero esserci discussioni. Come, ad esempio, il “Fondo per l’esercizio delle funzioni delle Regioni e delle Province autonome” previsto nella norma. «Al fine di concorrere ad assicurare alle Regioni e Province autonome le risorse necessarie per l’espletamento delle funzioni in materia di sanità, assistenza e istruzione per l’anno 2020, in conseguenza della possibile perdita di entrate connesse all’emergenza Covid-19, è istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze un fondo», si legge nell’articolo 118 della bozza. In cui però c’è scritto “XXX miliardi” quando si parla di «dotazione» per «il medesimo anno». Nella norma è previsto, entro 15 giorni dall’approvazione del decreto, un tavolo tecnico al Mef (con almeno un componente degli enti ad autonomia speciale), presieduto dal ragioniere generale dello Stato, in cui si dovranno esaminare le conseguenze dell’emergenza-Covid, «con riferimento alla possibile perdita di gettito relativa alle entrate regionali, non compensata da meccanismi automatici, destinate a finanziare le spese essenziali connesse alle funzioni in materia sanità, assistenza e istruzione».

E questa è soltanto una battaglia della guerra fiscale combattuta da anni dall’assessore all’Economia: quella sul contributo della Regione alla finanza statale. «La bozza del decreto – spiega Gaetano Armao – introduce la copertura delle minore entrate per sanità e istruzione, ma è chiaro che la questione per la Sicilia è estesa ad altri settori. Ho già presentato a Roma una stima dei nostri uffici sull’entità delle minori entrate, pari nel 2020 a una cifra fra 800 milioni e un miliardo».

L’altra misura che di certo darà respiro al bilancio regionale è all’articolo 119 del decreto su “Sospensione quota capitale mutui autonomie speciali”. In pratica viene colmata un’ingiustizia, estendendo anche agli enti con Autonomia speciale (e dunque anche alla Sicilia) della «sospensione nell’esercizio 2020 del pagamento delle quote capitale dei prestiti concessi dal Ministero dell’economia e delle finanze e dalla Cassa Depositi e prestiti spa», già prevista per le Regioni a statuto ordinario nel Cura Italia. Previsto anche un incremento di 88 milioni, che porta la dotazione a 92,3 .

Nella bozza del cosiddetto “Dl Maggio” anche fondi aggiuntivi alla sanità siciliana. Nelle tabelle allegate all’articolo 17, infatti, si dettagliano 100.706.139 euro per la Sicilia, l’8,16% del totale (oltre 1,2 miliardi) ripartito dal Fondo sanitario nazionale per «norme territoriali, centrali operative e incremento spesa personale», di cui 33,2 milioni che la Regione deve destinare alle risorse umane nel 2020; fondi che saliranno a 39,1 milioni nel 2021. Ma c’è anche un altro allegato su “Ripartizione somme incentivi personale e altre assunzioni”: 35.173.684 euro per la Sicilia quest’anno, con 21,5 milioni nel 2021. Altri 5,7 milioni, nella bozza di decreto, sono da considerare come “limiti di spesa per il personale Adi (assistenza domiciliare integrata, ndr) anno 2020 e a decorrere 2021”.

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