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Formazione professionale, torta da 136 milioni per 81 enti

Di Daniele Ditta |

Escluso dalla graduatoria l’Aram, ente della “galassia Genovese” (assieme ad Ancol e Lumen), per cui la Regione ha rigettato l’istanza di accreditamento. Par un altro ente storico, l’Anfe, è scattata la procedura di sospensione dopo che l’inchiesta “Dirty Training” ha travolto il presidente Paolo Genco. Fuori da tempo, tra gli altri, Ial e Cefop, che da colossi del settore sono arrivati al fallimento.

La “manciugghia” (per dirla alla Crocetta) è finita? L’assessore alla Formazione professionale, Bruno Marziano, è convinto di sì. «Non c’è più spazio – dice – per i vecchi vizi. Abbiamo ereditato un settore sovradimensionato e scollegato col mercato del lavoro. Adesso si apre una nuova stagione». Ma quali strumenti ci sono oggi per stabilire con oggettività se la formazione in Sicilia non è più ad uso dei formatori (e degli speculatori), ma realmente forma figure professionali in grado di produrre occupazione? «Nell’Avviso 8 – risponde Marziano – è previsto un monitoraggio che ha due obiettivi principali: verificare se c’è un aumento dei posti di lavoro e un incremento della qualità del sapere. In quest’ultimo caso, indipendentemente dal fatto se un ragazzo trova o meno lavoro, si valuterà se rispetto al titolo di studio di base ha migliorato le sue competenze. Finora – sottolinea Marziano – un lavoro del genere con rigore scientifico non si è mai fatto».

Capitolo lavoratori. I sindacati dopo la pubblicazione della graduatoria hanno subito alzato la voce, lamentando l’assenza di garanzie per i lavoratori e il rischio di nuove assunzioni in previsione della prossima campagna elettorale. «Con la riproposizione in Finanziaria dell’articolo che impegna gli enti a selezionare i lavoratori dall’albo – conclude Marziano – mi sono intestato una battaglia dei sindacati. Condivido le loro preoccupazioni, per questo abbiamo stanziato 1,5 milioni per i controlli che i carabinieri faranno sul rispetto del contratto, sulle norme per l’accreditamento e previdenziali. Con i 31 milioni inseriti in Finanziaria e la quota di attività che non partiranno, contiamo di recuperare altri 20 progetti. Ciò significa far lavorare più persone rispetto alle 3.500 previste».

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