Il neutrino dei record visto dal sindaco di Catania: «L'orgoglio di mio padre Enzo per un primato mondiale»
Lo straordinario progetto Km3net che rende Catania protagonista grazie all’Infn e all’Università etnea
Mesi addietro, estate 2023. Incontro, come ogni sera, nella sua stanza da letto. Non un rito, ma un bisogno di condivisione, emotiva e culturale, rispetto a quel che io compievo ogni giorno. Un uomo che aveva attraversato numerosi incarichi di responsabilità, ma che fieramente si abbeverava all’esperienza del figlio sindaco, quasi avesse realizzato - attraverso me - quella ideale chiusura del cerchio.
Chi ha sempre dato alla politica, considerava l’esperienza del governo locale, quella in cui si possono dare ai cittadini le risposte che costituiscono la differenza tra la precipitazione nell’oblio e il desiderio di reazione. E avrebbe desiderato che parlassi per ore, certo che il suo orgoglio non fosse cedimento al sentimento di amore paterno, ma consapevole risultato di un mio modo di intendere la funzione, che nasceva dall’educazione e dalla cultura dei valori che, con l’amorevole complicità di mia mamma, mi avevano trasmesso.
Il dialogo
Io: «Papà, nei giorni scorsi ho parlato con Pietrangelo di uno straordinario progetto che rende Catania protagonista grazie all’Infn e all’Università catanese. Si tratta del Km3net, una infrastruttura che ospita il rivelatore Arca a più di 3.000 metri di profondità a sud di Capo Passero, per catturare i neutrini e studiare la materia oscura».
Papà: «Incredibile. Pur non avendo competenze fisiche, la sola immaginazione di un collegamento con l’ignoto provoca vertigine. E un sano sentimento di orgoglio, pensando sia frutto del fosforo catanese».
Io: «Già, e avvertendo il bisogno di valorizzare i primati catanesi in quel che può regalare prospettive di vita e scenari su cui scommettersi, con mastro Buttafuoco pensavamo che sarebbe ambizioso immaginare la nostra città come capitale della scienza, innovazione e tecnologia».
Papà: «In fondo, il distretto che si sta consolidando nel settore industriale, consente di credere in una visione avveniristica del futuro, tra microchip, carburo di silicio e pannelli solari a alto rendimento. Ma conoscendo le mie vibrazioni per tutto quel che ci connette con l’infinito, dammi qualche informazione in più su questo telescopio».
Io proseguivo il racconto: «Sono stato alla Cittadella e mi hanno fatto entrare in una stanza in cui si possono ascoltare i suoni trasmessi dalla strumentazione. Quanta emozione quella sensazione di quiete, mossa docilmente dai versi - secondo quanto mi hanno detto - di balene, megattere e altri giganti buoni del mare. Per quel che le mie limitate competenze tecniche mi hanno consentito di capire, la collocazione a quella profondità, in acque pulite, consente di ridurre i rumori che disturbano la cattura di quelle onde e ricevere informazioni sull’origine dell’universo».
Papà: «Che meraviglia. Chissà, finalmente potremo vedere il volto di Dio».
Mercoledì 12 ore 6.50, in aereo per Roma. Leggo La Sicilia. A pagina 8 Leandro Perrotta dà notizia del progetto e di quanto riferito da chi l’ha ideato, il prof. Emilio Migneco: i dettagli verranno dati nel pomeriggio, ma la portata è già chiara: «È stato captato un segnale proveniente dal cosmo che apre nuovi scenari per lo studio della fisica dell’Universo». Papà, a voi, lassù, magari arriverà prima. E so che, idealmente, mi accarezzerai.