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La strage di Capaci, la violenza, l'illegalità e l'antidoto della bellezza

“La Sicilia” imbocca questa strada, scegliendo la data spartiacque del 23 maggio per mettere a terra il progetto affidatoci dall’Osservatorio metropolitano di Catania contro le devianze giovanili

Antonello Piraneo

23 Maggio 2025, 14:43

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Fare memoria è doveroso. E ricordare la strage di Capaci rientra pienamente in questo esercizio civico, morale. Ma come evitare, 33 anni dopo quel terrificante 23 maggio 1992, di cadere nella retorica del «sacrificio degli eroi di Stato», nella ritualità che banalizza tutto, anche la morte di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e dei tre uomini di scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro? Come provare ad andare oltre le passerelle, il dolore vero e quello di facciata, le “fazioni” fra custodi di questa memoria, la gara a chi è più antimafioso dell’altro, laddove non dovrebbe neanche esistere la medaglia dell’antimafiosità, essendo una precondizione taci scontata?

Forse ci si può riuscire attraverso un’altra narrazione, fondata sulla cultura della bellezza. Che è antidoto alla violenza, che allena alla difesa del bene comune, che abitua alla legalità.

“La Sicilia” imbocca questa strada, scegliendo la data spartiacque del 23 maggio per mettere a terra il progetto affidatoci dall’Osservatorio metropolitano di Catania contro le devianze giovanili: fare “in-formazione”, aprire le nostre pagine ai “ragazzi di quartiere”, agli alunni di sei scuole individuate dall’Osservatorio stesso e dai ragazzi dell’Istituto penale minorile di Bicocca.

Sono loro, questi giovani e giovanissimi conosciuti “a domicilio” e presto ospiti in redazione, a firmare l’inserto al centro del giornale, con la spontaneità di chi guarda le cose con gli occhi dell’adolescenza.
Insieme con i membri dell’Osservatorio abbiamo trovato proprio nella bellezza il passepartout per parlare di città e di cittadinanza, di legalità e impegno. I ragazzi sono stati bravi, già soltanto per averci messo la faccia. Ricordando Capaci saranno cittadini capaci.