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Per “La Sicilia” un cambiamento e un'evoluzione che non spaventano

Un nuovo orizzonte, un altro futuro, una sfida professionale adeguata al momento, quindi importante

Antonello Piraneo

27 Maggio 2025, 08:03

80anni_lasicilia

Se in natura le stagioni sono quattro e non più di quattro, il calendario di questa testata da oggi ne conta cinque. La fondazione, il consolidamento nella città di partenza, la crescita nelle altre province, la tenuta - contro tutto e tutti - sono le quattro stagioni che abbiamo conosciuto e che abbiamo fatto conoscere a voi, cari lettori. La quinta comincia oggi con il passaggio di proprietà, ed è quella di un nuovo orizzonte, di un altro futuro, di una sfida professionale adeguata al momento, quindi importante.

Se i gatti hanno sette vite, o fors’anche nove, questa redazione ne ha comunque almeno una in più, facendo della resilienza la propria forza, della tenacia il proprio valore aggiunto, dell’impegno il proprio mantra, dell’orgoglio di maglietta la propria cifra.

Eccoci qui, allora, giunti al bivio di una storia editoriale, di un passaggio di testimone, cui abbiamo l’ambizione non di assistere da spettatori, ma di vivere da protagonisti. Perché un giornale senza una redazione che crede nel proprio lavoro e nel proprio ruolo, anche sociale, è inevitabilmente debole. Invece la squadra che chi scrive ha il privilegio di guidare, affronta questo momento con curiosità istintiva, speranza ragionata, entusiasmo contagioso, coraggio cosciente.

Non nasciamo adesso, abbiamo le spalle larghe dateci da 80 anni di storia e dall’avere vissuto e lavorato nella comfort zone di un giornale autorevole e indipendente, solo per citare due aggettivi utilizzati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio per il recente compleanno de “La Sicilia”. Due aggettivi a noi cari. Ma è adesso che ripartiamo, nel solco di una tradizione che abbiamo sempre seguito e difeso, se del caso.

Il mondo dell’informazione cambia in maniera tumultuosa e non sempre corretta. A noi giornalisti tocca mantenere piantati saldamente tutti i paletti della professione, ma senza far finta che nulla sia accaduto nel frattempo, senza illudersi di essere depositari del verbo, figurarsi della verità, nell’era dei social.

Non si tratta di assecondare supinamente un cambiamento, ma di accompagnare un’evoluzione. Grazie anche alle tecnologie, il perimetro di questo giornale, regionale per vocazione, si allarga e lo spazio può farsi prateria. Perché abbiamo la fortuna di raccontare una terra mai banale, nel bene e nel male, e di farlo, peraltro, scrivendo per una testata il cui nome coincide con un brand geografico tra i più noti in tutto il mondo. Il nuovo editore su questo scommette ed è un buon inizio. Per “La Sicilia” e per la Sicilia.

Autonomia e fiducia non scontate

Ps.: scrivo queste altre righe in prima persona e me ne scuso, ma avverto l’urgenza di farlo. Ho conosciuto Mario Ciancio Sanfilippo che ero un ragazzo, qui e ora lo saluto da genitore di due figli più grandi del diciottenne che bussò a questa redazione con il sogno di fare il giornalista. Il Direttore, così l’ho sempre chiamato, mi ha consentito di realizzare appieno questo sogno, fino a succedergli, ormai sei anni fa. Lo ringrazio soprattutto perché ogni giorno, in piena autonomia, come non è facile che accada, mi ha fatto realizzare il giornale che avevo in mente: corsaro eppure istituzionale. Una dicotomia risolta, un’evidenza. Non ho dubbi che con un imprenditore giovane e ambizioso come Salvatore Palella, che da subito mi ha dato una fiducia non scontata, accada lo stesso.