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L'opinione

No a un’Europa al guinzaglio di Putin e Trump

Rischio di marginalizzazione del continente, attacchi alla sovranità dei paesi post-sovietici e l'urgenza di una difesa europea autonoma

16 Dicembre 2025, 09:46

No a un’Europa al guinzaglio di Putin e Trump

Il presidente Trump, di fronte alle proposte del cosiddetto fronte dei volonterosi, ha spiegato sprezzante di non avere tempo per mediazioni che assegnano un ruolo rilevante a un’Europa debole, divisa, imbelle. Per lui, la fine della guerra tra Russia e Ucraina è un affare esclusivo di Stati Uniti e Russia, mentre l’Europa sarebbe irrilevante, governata da classi dirigenti poco credibili.

L’antieuropeismo di Trump e Putin non nasce solo da calcoli contingenti, ma dal ruolo che l’Europa rivendica nello scenario internazionale come continente della democrazia e dei diritti, visto da loro come pregiudizievole per l’ordine mondiale. La loro ostilità si spiega soprattutto con la fermezza europea nel difendere lo Stato di diritto, che non può essere sacrificato agli interessi di Mosca o Washington. Lo dimostra la reazione dura alla decisione di congelare gli asset finanziari russi in Europa destinati a sostenere l’Ucraina, misura contrastata dai paesi satelliti di Mosca. Trump e Putin mirano a esercitare un dominio internazionale condiviso, marginalizzando l’Europa e concentrando potere e risorse nelle mani delle superpotenze. Per loro, l’Europa dei diritti è una mina vagante: diffonde principi di legalità in territori privi di radicamento democratico.

Anche per alcuni paesi dell’Est europeo, l’Europa dei diritti è una stravaganza, mentre Putin sostiene che la democrazia non si esporta e produce instabilità laddove non ha radici antiche. Trump condivide questa visione, considerando un’Europa imbelle e divisa inevitabilmente soggetta al dominio dei più potenti. Alcuni Stati europei sembrano accettare questo ruolo di satelliti di Mosca, mettendo a rischio la sovranità conquistata dopo il crollo del comunismo.

L’Europa ha spesso mostrato debolezza di fronte alle guerre di aggressione russe, favorita dall’assenza di un sistema di difesa autonomo. Putin ha potuto agire con guerre ibride e conflitti diretti, mentre l’Occidente talvolta ha risposto con indifferenza o disimpegno della Nato. Dopo la guerra fredda, l’Europa ha incoraggiato la sovranità dei nuovi Stati post-sovietici, ma alcuni paesi hanno concepito l’Ue come un bancomat, indebolendo la coesione europea. Le aggressioni in Georgia, Cecenia, Moldavia, Crimea e Ucraina dimostrano la costanza delle mire russe e l’incapacità iniziale dell’Europa di rispondere efficacemente.

L’Unione Europea non può accettare un ordine internazionale fondato sulla violenza e sul disprezzo della legalità: equiparare aggressori e aggrediti significherebbe rinnegare la sua identità politica e morale, sancendo l’irrilevanza europea. Difendere l’Europa significa opporsi a Putin e Trump, che minano la democrazia e riducono la protezione americana percepita come onerosa.

Difendere l’Ucraina è un dovere politico e morale: le aggressioni militari russe non hanno mai prodotto paci giuste, e l’invasione dei paesi satelliti dell’ex Unione Sovietica mostra quanto l’Europa debba reagire con fermezza per arginare l’espansionismo di Mosca.