Fine anno
Sicilians 2026, forza e orgoglio delle nostre radici
È cambiato il mondo, è cambiata l’emigrazione dall'Isola, è cambiata proprio la migrazione dei popoli
Dal freddo molo di Ellis Island agli eleganti uffici di Manhattan, dalle cucine dei sobborghi ai posti più esclusivi di Londra, dai lavori sottopagati alle multinazionali, dalle valigie di cartone ai trolley manageriali. Su e giù per i cinque continenti per imporre un possibile sicilian style, un mix esplosivo di capacità di adattamento, competenza, inventiva, valori forti, anche per superare odiosi pregiudizi. È cambiato il mondo, è cambiata l’emigrazione dall'Isola, è cambiata proprio la migrazione dei popoli: “’u ferrabotto”, il ferryboat col quale i siciliani di tante generazioni fa attraversavano l'Atlantico scappando dagli stenti, somiglia - non nella carenatura, ma nel simbolismo della povertà - alle carrette che sfidano i marosi del Canale di Sicilia.
Oggi si parte perché si è pesci d'altura e non patelle attaccate allo scoglio, oppure perché si è in cerca di un orizzonte altro, per dare spessore ulteriore alla propria vita professionale. Certo, a volte da qui si fugge perché delusi, stanchi, offesi da una terra che è madre generosa ma che può risultare matrigna megera, cattiva e insensibile. Chi va via però rimane siciliano dentro. Nessuno taglia le radici.
Così dall’altra parte del mondo c'è almeno un’altra Sicilia ed è una Sicilia di cui andare fieri perché racconta storie di successo, rivalsa, riscatto, impegno. Volti e vite che abbiamo raccolto nel nostro consueto inserto di fine anno - allegato al giornale di domani - uno speciale che non guarda al calendario che si toglie dalla parete o dalla scrivania, ma che vuole offrire una prospettiva, un fil rouge, un passepartout con cui aprire il catenaccio del provincialismo e il lucchetto dei luoghi comuni.
La Sicilia, certamente, non è la chiave di tutto, come scrisse Goethe condannandoci a un’autoesaltazione nefasta e a un rivendicazionismo sterile, ma altrettanto certamente non può essere un’isola usa e getta. I suoi figli sanno presentarsi al mondo senza rossore né cappello in mano, semmai con il rammarico di non essere stati messi nelle condizioni di esprimere il proprio valore restando nei pressi di casa.
L’inserto in edicola e on line domani non vuole essere un album delle figurine ma l'esplicitazione di ciò che siamo, possiamo essere: talenti spendibili in ogni dove. Alcuni vanno, alcuni tornano, alcuni restano. Tutti sono, siamo Sicilians. Orgogliosamente con la S maiuscola.