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Omicidio Bonanno, vedova cerca la verità: «Omertà su fine mio marito»

Di Flavio Guzzone |

Enna – «Desideriamo lanciare un appello a chiunque sia in possesso di informazioni sull’omicidio, perché si faccia avanti e dica ciò che sa alle forze dell’ordine. Rompete il muro di silenzio e di omertà». A dichiararlo Giovanna Siciliano, vedova dell’avvocato Antonio Giuseppe Bonanno, ucciso a colpi di pistola il 30 dicembre del 2016. La donna vuole portare al centro dell’attenzione di investigatori e cittadini il giallo, lei che al momento dell’agguato mortale si trovava all’interno della macchina, mentre il marito era sceso per aprire il cancello della villa della famiglia in territorio di Pietraperzia e non ha avuto scampo perché i killer nascosti dietro un muretto, lo hanno freddato con tre colpi di pistola, poi sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto rubata. Giovanna Siciliano aggiunge: «Siamo preoccupati dal silenzio che sembra sceso attorno alla vicenda per questo vogliamo ribadire il nostro appello affinché si giunga alla verità».

La storia di Bonanno, intanto, è stata inserita in un libro, in prossima pubblicazione, sulle storie di 50 avvocati uccisi da Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta dal 1948 al 2018. A occuparsi del suo caso, nell’ambito di una raccolta su scala nazionale, è stato l’avvocato romano Nadia Turella: «Mi sono emozionata soprattutto quando ho potuto parlare telefonicamente con la signora Giovanna. Ho conosciuto delle bravissime persone e mi dispiace che nel suo paese il collega non venga ricordato, che non venga realizzato un evento che lo ricordi o che ricordi la sua morte. Lui non ha più la voce per parlare ma noi possiamo fare molto. Scrivere una biografia o un articolo, o realizzare qualcosa che porti per sempre il suo nome nel suo paese».

Un anno fa la Dda nissena ha disposto un incidente probatorio sull’auto dei killer, rinvenuta in campagna e parzialmente data alle fiamme, ma rimasta quasi intatta. L’accertamento mirava a valutare se nelle parti meccaniche della vettura vi fossero tracce biologiche, perché gli inquirenti sospettano che, dopo averla rubata, i delinquenti siano stati costretti a riparare un guasto, o comunque a sostituire delle parti meccaniche. Ma ancora non si parla di indagati. Bonanno, che si occupava prevalentemente di giustizia civile, era stimato per competenza e per il coraggio di intraprendere battaglie legali contro istituti di credito, assicurazioni e colossi, a tutela dei diritti della povera gente. Non ha mai difeso imputati di processi per associazione mafiosa.

Nel giorno del funerale il parroco Giacomo Zangara citò le parole del cardinale Carlo Maria Martini – «vergogna e dannazione eterna per coloro che uccidono» – definendo l’assassinio «un’azione cattiva, un’azione violenta, un’azione codarda». In quell’occasione, sul pulpito, salirono pure i due figli dell’avvocato, Ignazio e Alessandra, per leggere, trattenendo con fatica le lacrime , un messaggio al loro congiunto: «Ciao papà, eri un uomo forte coraggioso, un avvocato brillante, non preoccuparti, mi prenderò cura io della mamma e della nostra famiglia» ha detto il figlio. «Diventerò un avvocato, lo farò per te – ha fatto eco la figlia -. Sono fiera di aver avuto un papà come te, una persona da amare e da rispettare. Sono sicura che mi stai guardando da lassù e stai pensando che ho un cuore d’oro, come dicevi sempre, ogni volta che esternavo le mie emozioni. Sono rimasta in piedi e sarò una guerriera, lo farò per te».

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