Notizie Locali


SEZIONI
Catania 19°

A Carlentini la famiglia Failla chiusa nel suo dolore

A Carlentini la famiglia Failla chiusa nel suo dolore

Di Redazione |

CARLENTINI – C’è un clima irreale in contrada Balate di Zacco, alla periferia di Carlentini, davanti alla palazzina gialla delle case popolari dove si trova l’abitazione della famiglia di Salvatore Failla, 47 anni, l’operaio specializzato dell’azienda Bonatti di Parma rapito il 20 luglio scorso in Libia insieme ad altri tre colleghi che secondo la Farnesina sarebbe stato ucciso nella regione di Sabrata. La famiglia si aggrappa ancora alla speranza che la notizia dell’uccisione del congiunto e del collega Fausto Piano non venga confermata. Nessuno dei parenti vuole rilasciare dichiarazioni. I carabinieri si avvicinano alla palazzina e chiedono gentilmente ai cronisti di non importunare la famiglia.

La moglie del tecnico, Rosalba Castro, in questi mesi di angoscia si è trincerata dietro il suo dolore, cercando di tutelare le sue due figlie di 22 e 14 anni. La donna questa mattina è salita su una Mercedes stamane, intorno alle 12, e poco prima delle 13.30 è rientrata a casa da sola. “Dal giorno del rapimento – spiega una vicina di casa – la signora si è chiusa nel suo dolore. Varie volte ho tentato di scambiare qualche parola con lei, anche per farle in qualche modo sentire la mia vicinanza, ma è stata sempre molto schiva”.

Salvatore Failla, saldatore specializzato, da tre anni si trovava in Libia per lavoro. Da tecnico si recava spesso all’estero ed era consapevole dei rischi che si potevano correre in zone di guerra.  “È una persona riservata – afferma un altro vicino di casa -. Penso che Rosalba abbia saputo ieri sera della notizia della probabile uccisione del marito, perché c’è stato un via vai di gente. Noi ci auguriamo che non sia così. Salvatore è una brava persona e un gran lavoratore”. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: