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Catania, al Teatro Stabile spettacoli fuori abbonamento

Di Redazione |

CATANIA – Accanto alla programmazione in abbonamento, premiata dalla crescente partecipazione del pubblico, il Teatro Stabile di Catania propone anche un’articolata e originale proposta di spettacoli fuori abbonamento. Cominciamo dai primi tre titoli che andranno in scena da fine novembre alla prima decade di dicembre. Ancora una volta, le scelte del direttore Laura Sicignano privilegiano produzioni teatrali che toccano i nervi scoperti di temi sociali e politici che caratterizzano i nostri giorni, a partire dal trentennale del crollo del muro di Berlino, che sarà rievocato e analizzato da Ezio Mauro. Per continuare con le suggestioni dell’itineranza che il Circo Zoé elegge a vessillo della propria identità. Fino allo zoom di Ascanio Celestini sulle periferie anonime e dimenticate, raccontate dalla stampa solo quando fanno notizia per fatti di violenza.

Il primo spettacolo fuori abbonamento è appunto Berlino, cronache dal muro (in scena martedì 27 novembre, ore 20,45) e vede alla ribalta Ezio Mauro, grande firma del giornalismo, ex direttore de La Stampa e La Repubblica, scrittore e divulgatore, che porta sul palco, in forma di conferenza teatrale, lo storytelling della caduta del sistema comunista, un momento che ha segnato una svolta storica per il mondo, fino ad allora diviso tra Est e Ovest. Lo fa ripercorrendo tutte le fasi della vicenda, da quel dopoguerra che ha diviso la Germania in quattro zone amministrate dalle quattro potenze vittoriose consegnando all’Unione Sovietica più del 30 per cento del Paese, al blocco dei rifornimenti imposto dai russi alla capitale passando per i tentativi di fuga dei berlinesi, fino alla caduta e a ciò che oggi Berlino conserva a memoria di uno dei suoi periodi più bui. Il muro è crollato il 9 novembre 1989, 30 anni fa: era un’arma, una prigione, un simbolo dell’assolutismo. Cosa è cambiato da allora?

A seguire Naufragata (venerdì 29 e sabato 30 novembre, ore 20,45), una produzione Circo Zoé, che mette in campo acrobati, equilibristi, giovani artisti internazionali. Zoé, lo dice il nome, è vita naturale e nuda; ed è il corpo a dettare le regole del gioco di questa messinscena, ideata e animata da Diego Zanoli, Marco Chezzo, Chiara Sicoli, Anouck Blanchet, Adrien Fretard, Gael Manipoud, Simone Benedetti, Yoann Breton, Marta Pistocchi, Ivan Do-duc. Uno spettacolo di circo d’autore originale, in cui la musica dal vivo contribuisce a creare un mondo atemporale dove “naufragare”, sulle rive del Mediterraneo. Alla base c’è il valore dell’itineranza, la necessità del movimento, l’impulso a non sostare per non arrivare mai. È sapere che l’arte come la vita si genera dal cambiamento, dal movimento perpetuo che crea artisti che non cercano una terra ferma sulla quale approdare. Circo Zoé, tra le più prestigiose compagnie italiane di Circo Contemporaneo, sceglie appunto l’itineranza e l’autonomia in opposizione alla produzione d’arte; il suo collettivo di artisti nasce dalla volontà di dar vita a un’avventura: valorizzare il circo e la musica come forme d’arte popolare ma non commerciale, come spazio itinerante e luogo d’incontro, dalla natura organizzata ma ribelle.

E infine Pueblo (venerdì 6 e sabato 7 dicembre, ore 20,45) è uno spettacolo di Ascanio Celestini, autore, regista, interprete e soprattutto maestro del teatro di narrazione, Celestini sarà affiancato in scena da Gianluca Casadei per narrare storie di periferia, dove le persone sono da “raccontare” solo quando la loro vita si trasforma in notizia. Quando agitano un coltello o quando viene agitato contro di loro, per esempio. Quando diventano soggetti o oggetti di stupri, furti, assassini. Ecco dunque una barbona che non chiede l’elemosina, una barista che guadagna con le slot machine, un facchino africano. C’è uno zingaro che incontriamo quando è bambino e poi lo rivediamo da grande. Un padre che insegna alla figlia a rubare e una madre che, giorno dopo giorno, parla sempre meno. A questo piccolo mondo si aggiunge quello più nascosto dell’orfanotrofio gestito dalle suore o del tribunale nel quale questi dimenticati incontrano finalmente lo Stato e la Storia con le “S” maiuscole, ma lo incontrano in maniera alternativamente punitiva o distratta. L’umanità degli umili: Celestini vuole raccontare come sono prima della violenza che li trasforma in oggetto di attenzione da parte della stampa, ma vuole raccontare anche il mondo magico che hanno nella testa. Il mondo che li rende belli e che, solo quello, può aiutarli a non farli scomparire. Per maggiori informazioni: www.teatrostabilecatania.it COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA