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Banksy, l’illustre sconosciuto in mostra a Palermo

Di Sofia Li Pira |

Palermo – È uno degli artisti contemporanei più ricchi e famosi, le cui opere sono apparse misteriosamente sui muri pubblici delle capitali del mondo, per mandare messaggi di denuncia o di speranza, facendo di lui un artista ribelle e politicizzato. Su chi sia Bansky si discute da anni, ma quel che è certo è che si può considerare senza dubbio il più inafferrabile e impattante artista del nuovo millennio, e il più esemplare caso di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol.

A Bansky, artista dalla misteriosa identità, è dedicata la mostra recentemente inaugurata a Palermo, “Ritratto di ignoto. Un artista chiamato Banksy” che per la prima volta porta in Sicilia oltre cento opere dello street artist, ospitate fino al 17 gennaio, tra due sedi. Quella del seicentesco loggiato di San Bartolomeo, e il Palazzo Trinacria, in un legame ideale tra i due luoghi, entrambi affacciati sul mare, che segna la collaborazione delle due istituzioni patrocinanti, la Fondazione Sant’Elia e la Fondazione Pietro Barbaro, nella costruzione di un nuovo “distretto” culturale per il rilancio dell’antico quartiere della Kalsa.

“Ritratto d’ignoto” è curata da Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e Acoris Andipa che per l’occasione hanno selezionato alcune delle più interessanti opere dell’artista provenienti da collezioni private in tutto il mondo, organizzandole in un percorso espositivo che prende ispirazione dal noto dipinto olio su tela di Antonello da Messina; l’enigmatico ritratto del marinaio dal sorriso ambiguo, del quale non si conosce l’identità, né chi commissionò il dipinto, né perché. Misteriosa l’origine, così come misteriosa è l’espressione del soggetto ripreso. Ma la carica espressiva dell’opera è irripetibile come lo sono i lavori di Bansky, che ci fa riflettere sul ruolo dell’artista attraverso un immaginario fatto di messaggi sui i temi del capitalismo, della guerra, del controllo sociale e della libertà, viaggiando dentro i paradossi del nostro tempo. In mostra si possono ammirare i dipinti a mano libera della primissima fase della sua carriera, numerosi stencil, e le serigrafie che riproducono alcune tra le sue più famose immagini, molte delle quali sono state usate nei suoi interventi all’aperto diventati “affreschi popolari”; oltre a oggetti e altre opere provenienti da Dismaland, il parco giochi creato in Inghilterra nel 2015, come la surreale scultura “Mickey Snake”, con Topolino inghiottito da un pitone. Per l’occasione sono esposti anche alcuni lavori inediti rispetto alle precedenti edizioni della mostra, come “Football terrorist” (2001) straordinario stencil su tavola, che segna l’incontro tra Banksy e il Subcomandante Marcos, e altri mai esposti prima come “Kids on Guns”, celebre dipinto iconico in cui è di nuovo protagonista la bambina con il palloncino”. Molto interessante è infine il dialogo che la mostra di Palermo ha sviluppato con il territorio, coinvolgendo anche la comunità locale degli street artist che hanno interpretato in maniera personale l’immaginario pop dell’artista inglese, su supporti diversi – muri, lamiera, stickers, stencil, graffiti – e angoli differenti della Kalsa, con un progetto realizzato da Skip La Comune. Un ulteriore occasione di riflettere sul ruolo e sul significato del concetto di street artist, che si dimostra sempre di più una forma d’arte straordinariamente inclusiva e con una carica dirompente per l’individuo, per le comunità e per chi ci governa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA