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La curiosità

La stagione d'oro della scena brassicola siciliana e le birre d'inverno "made in Sicily" come idea-regalo

Agrumi, carrube, fichi d’India e grani antichi protagonisti di ricette originali

Francesca Aglieri Rinella

08 Dicembre 2025, 17:26

La stagione d'oro della scena brassicola siciliana  e le birre d'inverno "made in Sicily" come idea-regalo

Quando le temperature calano e nelle città d’Europa scorrono vin brulè, grappa e punch, in Belgio si stappa ben altro: birre scure, dense e speziate e ad alta gradazione, concepite per riscaldare più che dissetare. Sono le birre di Natale, le kerstbier, e raccontano il volto meno noto ma estremamente affascinante della cultura brassicola belga. Altro che bionde ghiacciate da tracannare in fretta: queste sono birre lente, da camino, da fine pasto, perfette in abbinamento a un dessert. Alcune affinano per anni in cantina, altre si gustano freschissime, ma condividono un tratto distintivo: arrivano solo a dicembre, come un appuntamento fisso con l’inverno, con un carattere stagionale legato al freddo, alle tavole imbandite e al desiderio di calore. Quasi sempre scure o ambrate, arricchite da spezie come cannella, anice, zenzero o scorza d’arancia, le kerstbier possono toccare i 12 gradi alcolici. Hanno corpo, profondità e una temperatura di servizio che sfida le abitudini: 10–12 °C, ben lontano dall’idea di “birra fredda”.

Ed è ispirandosi alle fredde latitudini che, in vista della corsa ai regali di Natale, regalare una bottiglia - ma di birra rigorosamente made in Sicily - è una buona idea.

La scena brassicola siciliana sta vivendo una stagione d’oro, con un numero crescente di microbirrifici che si affermano sul panorama nazionale. Negli ultimi dieci anni l’isola ha visto nascere decine di realtà indipendenti, spesso legate a ingredienti tipici del territorioAgrumi, carrube, fichi d’India e grani antichi diventano così protagonisti di ricette originali.

Birrifici come quelli dell’Etna puntano su acque di sorgente e tostature particolari. Nel palermitano, invece, si sperimenta con luppolature moderne dal carattere più europeo. La birra siciliana non si limita però alle Ipa o alle blanche reinterpretate localmente. Si stanno affermando anche stout e porter arricchite da cacao e spezie mediterranee.
Il successo deriva da un pubblico sempre più attento alla qualità e alla territorialità.

Anche l’enogastronomia, tradizionalmente legata al vino, ha iniziato ad aprire gli occhi sulla birra artigianale.
Molti ristoranti propongono ora carte delle birre accanto a quelle dei vini. Il turismo brassicolo è in crescita, con visite guidate e degustazioni nei birrifici. Ciò contribuisce a valorizzare aree interne spesso lontane dai flussi turistici principali. La creatività dei mastri birrai si unisce a una forte identità culturale. Molte etichette richiamano miti e simboli della storia siciliana. Le produzioni restano piccole, ma puntano sulla cura maniacale dei dettagli. Il mercato locale risponde con entusiasmo, sostenendo la diffusione del prodotto.

Anche fuori dall’isola le birre siciliane iniziano a farsi notare: partecipano a festival nazionali e internazionali, ottenendo riconoscimenti importanti.  La sfida dei prossimi anni sarà mantenere qualità e autenticità. Intanto, la Sicilia brinda a un fenomeno in piena fermentazione.